All'Ufficio di presidenza sul tavolo i dossier del
tesoriere Messina: solo pochi in regola
I conti in rosso del partito sotto la lente del
Cavaliere. Berlusconi in persona presiederà questa sera alle 19 un Ufficio di
presidenza tutto incentrato sul bilancio di Forza Italia. È in arrivo una
dettagliata relazione del senatore Alfredo Messina, tesoriere degli azzurri e
uomo fidato dell'ex premer. Nel mirino ci sono gli iscritti morosi che
dovrebbero versare ogni mese una quota a Forza Italia ma che di fatto se ne
dimenticano. Il contributo varia a seconda del ruolo ricoperto ma sia i
deputati sia i senatori sia gli europarlamentari dovrebbero girare una piccola
fetta della loro indennità al partito: 800 euro al mese sui circa 13mila che
percepiscono. Sui 92 parlamentari nazionali (50 deputati e 42 senatori) davvero
in pochi risultano in regola anche se sapere chi sono è impresa ardua. Certo,
nelle ultime ore, pare ci sia stata la corsa a saldare i conti ben sapendo che
questa volta Berlusconi sarà davvero intenzionato a usare il bastone. A fronte
dei mancati versamenti al partito, il Cavaliere sarebbe infatti intenzionato a
ritirare tutti gli incarichi assegnati in precedenza. Anche perché dagli ultimi
dati pubblici relativi al bilancio del 2015, chi continua a scucire è sempre e
soltanto la famiglia Berlusconi: Silvio ma anche il fratello Paolo, i figli
Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Tutti per la quota massima
consentita di 100mila euro l'anno. Ottimi contribuenti anche i fidatissimi
Fedele Confalonieri e Bruno Ermolli, anch'essi contribuenti per il massimo
della cifra consentita. Da non dimenticare, poi, che proprio Berlusconi nel
2015 aveva
provveduto a saldare in qualità di fideiussore gli
ultimi debiti esistenti nei confronti delle banche per un importo complessivo
di quasi 44 milioni di euro. Ottimi contribuenti, oltre alla quota minima di
800 euro al mese, sono Niccolò Ghedini, Alfredo Messina, Valentino Valentini,
Sestino Giacomoni, Paolo Romani, Gregorio Fontana. Il problema è che però la
stragrande maggioranza dei parlamentari così come quella dei consiglieri
regionali si dimentichi di pagare la propria quota. Molti di questi si
difendono così: è vero che non siamo in regola con le quote mensili ma al netto
delle spese per il partito siamo addirittura in credito. Tanti ricordano di aver
fatto campagna elettorale per il No al referendum scucendo ben più degli 800
euro mensili. Insomma, un guazzabuglio stabilire chi ha dato tanto e chi poco
alla casa madre forzista. Ma Berlusconi questa volta non ne vuol più sapere:
tutti si devono mettere in regola. Punto. Primo perché se tutti lo facessero,
Forza Italia (solo dai contributi parlamentari) avrebbe in cassa un milione di
euro certi; Secondo perché all'orizzonte, chissà quanto vicino, ci sarà
l'ennesima battaglia da combattere. E combatterla senza soldi significa far di
tutto per perderla.
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