Manifestazione contro le "pensioni
d'oro"
Dopo lo
scandalo riportato da alcuni quotidiani sulle “pensioni d’oro” dei consiglieri
provinciali a Bolzano (tra le spese risulta anche lo scontrino di un sexy shop ),
alcune centinaia di persone hanno
partecipato in mattinata ad una manifestazione in piazza Silvius Magnago davanti
al consiglio provinciale.. “Venite
fuori” e “vergogna” sono gli slogan gridati in continuazione dai manifestanti.
“La politica è fallita”, “I politici incassano e noi sgobbiamo”, “Restituite i soldi altrimenti botte” e “Bunga-bunga
Freiheitlichen” si legge sui cartelli dei manifestanti che si
sono riuniti davanti al consiglio provinciale. Sul palco si susseguono
interventi di alcuni cittadini. Una bella grana per i presidenti delle due
province autonome, Arno Kompatscher
e Ugo Rossi che stanno
cercando la via d’uscita per sedare un’indignazione popolare s’ingrossa giorno
dopo giorno. “Le cifre diffuse provocano disagio”,
ammette il presidente del Trentino scorrendo l’elenco delle generose liquidazioni concesse ai
consiglieri (in carica ed ex) della regione a statuto speciale. E le cifre sono
da capogiro: 90 milioni di euro per 130 rappresentanti premiati dalla
sola anzianità e senza nessun criterio di merito: chi ha collezionato maggiori
presenze prende di più arrivando a intascare fino a un milione e mezzo di euro.
Un fiume di denaro che
ha poco a vedere con le presenze in aula e l’attività politica dei singoli
consiglieri, alcuni dei quali non hanno presentato nemmeno un’interrogazione. E così la rabbia popolare
è pronta a confluire in una manifestazione davanti al Consiglio provinciale altoatesino in
occasione della sua prima sessione di marzo, “per gridare vergogna, vergogna,
vergogna, assieme ai cittadini che hanno perso il lavoro”, come dice Maurizio Albrigo della Cisl. Tutti
consapevoli che anche nel territorio più settentrionale dello Stivale la misura
è colma e i cittadini sono stufi di vedere la casta arricchirsi con i soldi
della politica. “E’ una vera schifezza”. I militari stanno ancora cercando di
capire quale dei sei consiglieri del gruppo abbia effettuato l’acquisto per poi
chiedere il rimborso attraverso i fondi
pubblici a disposizione dei gruppi (750mila euro annui). Quel
che è certo, in attesa di sapere chi è l’acquirente, è che sta per arrivare una
nuova mazzata sulla credibilità
della politica all’ombra delle Dolomiti.
Già, perché il nuovo scandalo
arriva nemmeno dieci giorni dopo all’ondata di rabbia popolare per
la pubblicazione dell’elenco dei
ricchissimi vitalizi che i consiglieri (in carica ed
ex) si preparavano a intascare.
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