Una nuova imposta sugli immobili. L'emedamento,
ammesso all'esame in commissione Bilancio, è stato presentato da ventiquattro
dem e punta a istituire un'imposta municipale sugli immobili che sostituisca
l'imposta municipale propria (Imu)
e il tributo per i servizi indivisibili (Tasi).
Già il nome è tutto un programma: Imi. La selva di polemiche, che si sono
riversate sul Pd, ha obbligato il partito di Matteo Renzi a fare retromarcia e ritirare
l'emendamento. Una nuova imposta, un nuovo balzello per stangare gli italiani.
L'emendamento del Pd
alla legge di bilancio, a prima firma Maino Marchi, chiede di sostituire
l'Imposta municipale unica (Imu) e il tributo per i servizi indivisibili (Tasi)
con l'Imposta municipale sugli immobili. L'Imi, questo l'acronimo della nuova imposta
proposta dai democrat, si applicherà in tutti i Comuni del territorio
nazionale, ferma restando, per le Province autonome di Trento e di Bolzano, la
facoltà di modificarla. "L'emendamento
sulla unificazione di Imu e Tasi fa due cose - commenta il presidente di
Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - da un lato conferma quello che abbiamo
sempre detto, e cioè che la Tasi non è una tassa sui servizi ma una patrimoniale, così come lo è l'Imu. Dall'altro -
continua - aumenta la tassazione sugli immobili". Il limite
massimo ordinario della somma delle aliquote di Imu e Tasi, infatti, è del 10,6
per mille. L'emendamento, invece, lo porta all'11,4 per mille. Misura,
quest'ultima, che nel 2015 era stata ammessa solo in presenza di corrispondenti
detrazioni sulla prima casa - quindi senza aumenti di tassazione - e che per il
2016 è stata inopinatamente confermata, senza condizioni, solo per alcuni
Comuni, così come fa per il 2017 il ddl bilancio, con scelta già contestata da
Confedilizia. "Ci
aspettiamo che questo aumento di imposizione sugli immobili non faccia strada -
conclude Spaziani Testa - le tasse su case, negozi e uffici vanno drasticamente
ridotte. Con questo emendamento verrebbero addirittura aumentate".
Le polemiche sono tali che alla fine il Pd deve fare retromarcia e ritirare l'emendamento. "Non vogliamo che ci siano dubbi o
strumentalizzazioni, per questo lo ritiriamo", si limita a
commentare Marchi. "Siamo
al festival dell'emendamento - prende le distanze Renzi - oggi ce ne era uno in
cui l'Imu diventava Imi. Siamo al 'compro una vocalè di Mike Bongiorno e io me
ne intendo...". Ma, al di là del tentativo di smarcarsi,
resta il tentativo del partito del premier di stangare (ancora una volta) gli
italiani sulla casa. A dopo il referendum.
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