Il Wsj analizza il dopo referendum. E accanto
agli scenari catastrofisti per una vittoria del No ammette: "In Italia
l'instabilità politica non è insolita"
un articolo intitolato "Dopo Trump e Brexit, tutti gli occhi soono
puntati sul referendum costituzionale dell'Italia", il Wall Street Journal mette sotto la lente d'ingrandimento l'apountamento del 4 dicembre e
lo scossone che potrebbe travolgere Matteo Renzi. "È la prossima
opportunità per gli elettori di una grande economia di dare uno scossone
all'establishment".
Nel peggiore degli scenari, per il Wall Street Journal, "una
sconfitta per Renzi porterebbe a un periodo di instabilità politica" e
"i mercati interpreterebbero la sua sconfitta come una prova che
Roma è incapace di riforme, sollevando dubbi sul fatto che l'Italia possa mai
avere l'abilità di realizzare il tipo di crescita necessario a portare il suo
debito pari al 135% del pil verso la sostenibilità". È lo spauracchio
della finanza e dei poteri forti per piegare il voto degli italiani. Un
tentativo che ad oggi sembra non riuscire. I sondaggi confermano, infatti, che il No resta nettamente in
vantaggio. D'altra parte
anche la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali avrebbe dovuto essere
accompagnata dal crollo dei mercati globali. Così non è stato. La tenuta delle Borse all'indomani
del trionfo del tycoon è
stata interpretata dagli analisti come uno step di esperienza accumulato
dopo la vittoria del "Leave" al referendum inglese. La Brexit,
insomma, ha fatto scuola. Il Wall Street Journal, così come altre agenzie
di rating, cerca invece di spaventare gli italiani paventando l'Armageddon
in caso di vittoria del fronte del No. A suop dire la bocciatura delle riforme
costituzionali potrebbero essere l'evento catastrofico capace di sommergere
tutto con l'onda alta del panic selling. Creando con le conseguenze di
questo scenario, secondo gli analisti del Wall Street Journal, "un'impressionante
ricaduta politica che potrebbe portare il profondamente euroscettico e
antiestablishment Movimento 5 Stelle al potere nel 2018, mettendo in dubbio
l'adesione all'euro dell'Italia". L'articolo sottolinea, tuttavia, che
"c'è un punto di vista alternativo, secondo cui il referendum non
importa affatto. Di certo ci potrebbe essere un periodo di instabilità
politica, ma l'instabilità politica non è decisamente insolita in Italia",
scenario in cui "anche se Renzi presentasse le dimissioni, il
presidente insisterebbe perché restasse".
Nessun commento:
Posta un commento