ECCO COME E’ ANDATA IL 31 MAGGIO:RENZI E’ SOTTO, IL CENTRO DESTRA VINCE;
Chi l'ha detto che dobbiamo aver paura delle elezioni e che abbiamo bisogno di anni per eventualmente tornare competitivi? I numeri, la dura pietra dei voti reali, dice un'altra cosa.
Il centrodestra è vincente. Altro che 5 a 2, quello è un dato per così dire di tipo maggioritario. L'Italicum si basa su un sistema proporzionale nazionale. Ed allora siamo in vantaggio. Unito, in
una unica lista, o – più sensatamente – con il premio di coalizione, potrebbe già superare la soglia del 40 per cento, e imporsi senza neppure bisogno del ballottaggio
Questi dati sono frutto di due diverse elaborazioni, a partire dai dati . Cominciamo da “Il Fatto quotidiano”, la cui dell'Istituto Cattaneoanalisi è firmata da Carlo Di Foggia e Marco Palombi. Essi disegnano alcuni scenari. E applicano all'Italicum la ripartizione prima di voti di domenica scorsa, componendo e scomponendo dati certi.
PRIMO SCENARIO. Ciascuna lista va per conto suo, ma a ciascun partito “Il Fatto” regala i voti delle liste civiche con il nome dei candidati presidenti. Il Pd ha il 29,6 per cento dei consensi (le liste del Pd da sole hanno il 25); secondo M5S con il 16,06; terza Lega con il 14; quarta Forza Italia con il 13,6; Area popolare al 3,7. Come si vede sarebbe sciocco, sciocchissimo andare al voto rischiando di non partecipare al ballottaggio intestardendosi nell'andare da soli. Altra nota: Lega e Forza Italia sono vicinissime, praticamente appaiate.
SECONDO SCENARIO: il centrodestra si unisce parzialmente, poiché per veti reciproci Area popolare resta fuori; allo stesso modo, il Partito democratico non riassorbe le liste alla sua sinistra. Risultato: centrodestra 32,2 (Forza Italia+Lega+FdI); centrosinistra (Pd + liste civiche di adesso) 29,6. Staccatissimo il M5S. Non auspichiamo affatto questa soluzione, ma tant'è: oggi come oggi abbiamo 200mila voti in più del Pd.
TERZO SCENARIO: centrosinistra e centrodestra uniti. Il centrosinistra da nessuna parte ci è riuscito. Il centrodestra ce l'ha fatta in Liguria e in Umbria, dunque è una strada tracciata. Ma ammettiamo che si assommino al Pd la lista Pastorino della Liguria e quelle di Sel. Risultato centrosinistra 32,6, centrodestra 35,2. Insomma si andrebbe al ballottaggio con un vantaggio.Alt. Finora, avvertono Di Foggia e Palombi, abbiamo considerato gli 8,47 milioni di voti delle liste per così dire con più storia e più pedigree. Ma i voti espressi sono stati domenica scorsa 9,3 milioni. E siamo al...
QUARTO SCENARIO. Raggruppando la totalità dei voti per tre macro-aree, destra, sinistra e M5S, sommando cioè anche i voti validi di tutti i candidati presidenti senza visibilità, si arriva a circa un 38 per cento per centrosinistra e il centrodestra, con un leggero vantaggio nostro. A un passo dal 40 per cento della vittoria senza ballottaggio.
C'è stata un'operazione contraria, e non proprio neutrale. La fa “La Stampa”, la quale cerca di smontare e ricomporre i dati dell'Istituto Cattaneo per tirare su il morale di Renzi. Il risultato però è paradossalmente il contrario delle speranze.
Infatti il politologo Salvatore Vassallo, accreditato come uno degli studiosi che “ha contribuito a creare il data base del Cattaneo” (?), ma che ora presiede una fondazione del Pd (la renzianissima “iDemLab”).
Il titolo dice: “Ma con le liste civiche i Dem tengono”. Il voto d'area sarebbe cioè, per Vassallo, al 37,1. Ma quello del centrodestra, ammette, è un'incollatura: al 35,2. E confida: “Il risultato complessivo risulta in linea con le attese misurate dai sondaggi”.
Sono dati sicuri, riproducibili alle politiche? Storicamente noi alle politiche siamo sempre andati molto meglio. Quindi è più chiaro che mai: uniti si vince. E com'è rivelato dal “Fatto”, nonostante il momento ascensionale formidabile, le aree di centro e di destra – sempre che valga questa partizione – si equivalgono.
Non esiste nei numeri l'egemonia leghista. Ma soprattutto, ricordiamolo, non esiste più in nessun senso l'egemonia di Renzi tra gli elettori.
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