La Repubblica non è una
play-station. Renzi, game over! Questa tornata elettorale segna la fine
irreversibile del renzismo come corsa irresistibile a prendersi tutto. I
crudeli dati reali dell'Istituto Cattaneo dicono che il Pd ha perso due milioni
di voti. Ma ha perso di più, adesso il Re è nudo, ed è inutile che cerchi di
coprirsi con la tuta mimetica degli alpini in Afghanistan. E il Senato sarà un
Vietnam
IL VENTENNIO APPENA COMINCIATO È
GIA' FINITO ALLA PLAY-STATION. CON UN COLPO DI BAZOOKA
Confermiamo, una dieci mille
volte: Renzi e il renzismo sono i grandi sconfitti di questa tornata
elettorale. Noi, che pure non possiamo certo sventolare le bandiere del
trionfo, invece vediamo dischiudersi una prospettiva di futuro diverso per il
nostro soggetto politico e per le sorti del Paese.
Altro che ventennio renziano,
come si prefigurava anche solo un paio di mesi fa, al tempo del favoloso
cappotto, del 7-0 in gloria del Fiorentino. Capita nella politica di essere battuti. Se
si è democratici, non se ne fa un dramma, ci si riprenderà. Per Renzi è
diverso. Non concepisce la politica come
un luogo delle alternanze, ma del possesso imperiale. Proprio per questo quella
di Renzi è una sconfitta senza possibilità di ritorno.
Si è infranto il suo mito di condottiero
irresistibile. Non è solo una questione di numeri, che l'Istituto
Cattaneo ha
fotografato con crudezza scientifica, ma è un tracollo morale e di credibilità
personale, e questo è infinitamente peggio.
Renzi ha perso
due milioni di voti, un colpo di bazooka terrificante.
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