E se i profughi dalla guerra invece
di fuggire e chiedere ospitalità resistessero come i curdi? Ci sono ragazzi di
diciotto-vent’anni sulla scogliera di Ventimiglia. Perché invece di resistere
alla nostra polizia non danno forza alla resistenza? Gli insegnamenti della
storia . Due immagini contrapposte si rincorrono sui media di tutto il
mondo. Da un lato la vittoria curda a Tal Abyad contro l’Isis; dall’altro Ventimiglia. Nel
primo caso la bandiera gialla, con le insegne di un popolo in lotta, contro gli
orrori delle truppe del califfato nero.
Uomini e donne provati dal duro
scontro bellico, contro milizie sanguinarie. Le dita rivolte verso il cielo nel
segno della vittoria.
E l’adrenalina di chi sa di aver superato una prova tremenda.
Colpisce soprattutto il volto delle donne. La loro bellezza ostentata quasi con
irriverenza, contro il burqa che i fondamentalisti islamici avrebbe voluto far
loro indossare. In Italia, invece, giovani che si battono contro la polizia,
dopo le notti passate sugli scogli di quel lembo di terra ai confini tra la
Francia e l’Italia.
La solidarietà nei confronti di
questi ultimi è dirompente. Decine di cittadini, sia italiani che francesi, che
si affollano su quelle strade per portare viveri e generi di prima necessità.
Nelle loro facce la condanna, spesso silenziosa a volte esplicita, contro le
presunte “colpe” dei propri governanti e delle relative istituzioni.
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