venerdì 25 gennaio 2013

IL COMPAGNO GIORGIO FA UNA BELLA RIMPATRIATA CON I COMUNISTI VIETCONG



di Franco Bechis. Quando finalmente martedì scorso è salito sull’aereo che lo avrebbe portato a Londra, il povero Giorgio Napolitano ha tirato un sospiro di sollievo. Finalmente era terminata la visita italiana di Nguyen Phu Trong, segretario generale del comitato centrale del Partito comunista del Vietnam. Vero che l’invito era partito dallo stesso Quirinale, ma Napolitano non immaginava si sarebbe concretizzato proprio ora, diventando una delle ultime visite di Stato del suo settennato. Il presidente italiano voleva chiudere in bellezza, infilando in un crescendo rossiniano un incontro con Barack Obama a Washington, poi con Angela Merkel a Berlino, e infine con un bel discorso davanti al Parlamento europeo pochi giorni dopo avere ospitato la Regina Elisabetta di Inghilterra al Quirinale. Invece la visita diplomatica del capo del partito comunista vietnamita (carica che in quel paese- Napolitano lo sa bene- vale più di qualsiasi presidente della Repubblica o premier), ha rischiato di mettere un timbro sinistro proprio in piena campagna elettorale italiana sul settennato di Napolitano. Tanto che la visita ha fatto venire più di uno stranguglione ai collaboratori più stretti del presidente della Repubblica. Abbracci a parte con gli ex compagni (Camusso, Diliberto e Ferrero, ma è sembrato goduto anche dei colloqui con Napolitano), Nguyen Phu Trong si è goduto con i suoi collaboratori anche l’ospitalità di lusso del Westin Excelsior di Roma. I vietnamiti volevano proprio quell’albergo, e quando hanno inviato le loro richieste alla Farnesina, si sono rischiati altri svenimenti. La richiesta era di cento stanze per la delegazione e per il leader comunista vietnamita una supersuite da 5 mila euro a notte. Con delicatezza i diplomatici italiani hanno fatto sapere di avere un budget rigido non modificabile per le varie visite di Stato: era possibile ospitare in dieci junior suite, ma nessuna a quei prezzi. Gli extra avrebbero dovuto essere a carico del partito comunista vietnamita. 
I comunisti che secondo Napolitano sono in grado di salvare l’Europa dalla crisi, non hanno battuto ciglio. Aprendo il borsellino per consentire una sistemazione dignitosa al loro segretario generale.

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