mercoledì 9 gennaio 2013

I 10 NO A MARIO MONTI



1. NO perché ha tradito il patto con il Capo dello Stato.     Napolitano lo ha nominato senatore a vita prima di conferirgli l'incarico per formare il governo. Quella nomina era la "ricompensa" politica per un impegno che doveva restare super partes.    Il profondo dissenso del Capo dello Stato è uscito con forza anche nel messaggio di fine anno.
2 NO perché ha tradito il patto con il Parlamento.     Ecco le parole pronunciate alla Camera dei Deputati, che gli ha votato una fiducia con margini mai riservati a nessuno nella storia della Repubblica: "quello di Presidente del Consiglio è un altro mio titolo che durerà poco e quindi, come diceva una volta un mio eminente predecessore, il senatore a vita Giovanni Spadolini, i presidenti passano, i professori restano.   Durerò e dureremo poco, dureremo non un minuto di più del tempo nell'arco del quale questo Parlamento ci accorderà la fiducia.  La mia intenzione, naturalmente, è di proiettare la mia squadra di Governo, la nostra collaborazione, sulla prospettiva che va da qui alle elezioni".   È quindi evidente che il Parlamento è stato preso in giro, convinto a volare una fiducia su presupposti che sono stati rovesciati e smentiti al 100%.


3. NO perché ha tradito il patto con i partiti. Prendiamo la foto più emblematica dei primi mesi di governo, quella con Alfano, Casini e Bersani seduti e Monti in piedi.  Era il sigillo ad una alleanza a tre, con i segretari dei partiti in posizione paritetica. Ora sappiamo come è andata a finire.   Uno dei tre era già d'accordo con il presidente del Consiglio per fare una lista in comune, tradendo la parola data agli altri due.  4. NO perché ha tradito il patto personale con Berlusconi. Il passaggio di consegne tra primi ministri è stato possibile per un accordo sul momento di emergenza nazionale (peraltro ampiamente gonfiato dai media), che Silvio Berlusconi ha accettato pensando di avere di fronte un uomo leale e preparato, già indicato proprio dal suo governo come commissario europeo.   A tutti va ricordato che nessun voto di sfiducia è mai stato espresso contro il governo Berlusconi, che si è dimesso volontariamente.
5. NO perché ha mentito sullo spread.   Intestando al suo governo il merito dell'abbassamento dello spread il presidente del Consiglio ha offeso tutti gli italiani e cercato di prendere in giro l'intera comunità scientifica italiana e non.   È infatti di tutta evidenza il ruolo decisivo di cause tutte esogene dell'abbassamento dello spread, a cominciare dagli interventi massicci della BCE (e non solo).
6. NO perché ha fallito sulla finanza pubblica
Il governo nasce su presunte capacità straordinarie nel rimettere in sesto le finanze del Stato (che non avevano alcun bisogno di interventi particolari).   Oggi, cioè 14 mesi dopo, ci ritrovano con il debito pubblico più grande di tutti i tempi.
7. NO perché ha fallito sulla crescita e sul lavoro
Nel discorso di insediamento, tenuto solennemente in Parlamento, il presidente Monti ha indicato la crescita e il lavoro come priorità dell'azione del governo.   Oggi abbiamo peggiori dati di crescita del PIL e peggiori dati di aumento della disoccupazione rispetto ad un anno fa.   Il 2012 va peggio del2011 in tutti i fondamentali dell'economia.
8. NO perché ha fatto una sola cosa: più tasse per tutti
L'impegno del governo era quello (discorso ufficiale in Parlamento) di studiare forme di più equa distribuzione dei carichi fiscali.   In realtà nell'ultimo anno gli italiani hanno solo visto nuove tasse, a cominciare dall'odiosa IMU sulla prima casa.
9. NO perché si pone alla guida di una compagine impresentabile
C'è e non c'è Montezemolo, che non si candida, va alle Maldive ma piazza i suoi uomini (senza metterci la faccia).    C'è Casini, pronto a ogni accordo in qualunque direzione pur di arrivare al Quirinale. C'è Fini, la personificazione di una politica cinica dal tradimento facile.   E questa sarebbe la Scelta Civile. La scelta c'è, ma è quella del portafoglio.  
10. NO perché è la stampella della sinistra
Questo è infatti il massimo cui può aspirare il Trio Sciagura.   Aiutare a sinistra ad arrivare al potere, usando i voti di una parte (piccola) dell'elettorato moderato per una pura e semplice spartizione delle poltrone.

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