giovedì 5 giugno 2014

L’UE SMASCHERA IL GOVERNO DEBOLE


Il Governo assicura che non ci sarà alcuna manovra aggiuntiva e che le indicazioni della Commissione Europea saranno realizzate senza compiere operazione straordinarie. Ma quest’assicurazione non rassicura affatto. Sarebbe stato meglio sapere fin da ora quali e quanti sforzi aggiuntivi l’Italia dovrà compiere per tranquillizzare i vertici dell’Unione. Perché la prospettiva di andare incontro ad una serie di provvedimenti spezzettati ed occasionali suscita una preoccupazione decisamente superiore all’eventualità di una nuova manovra del valore di quattro miliardi. L’esempio dell’Imu trasformata in Tasi ed ora in Tari è fin troppo significativo. C’è il rischio concreto che per obbedire alla richiesta della Commissione Europea di tassare consumi, immobili ed idrocarburi per stabilizzare il 2014, il Governo s’imbarchi nel disperato tentativo di nascondere all’opinione pubblica l’arrivo di nuovi e più pesanti sacrifici, dando vita ad una serie di azioni sconclusionate destinate non solo a creare nuovi disagi ai cittadini, ma anche ad aumentare oltre ogni limite la pressione fiscale già esorbitante ed inaccettabile.
Chi aveva stoltamente sostenuto che il 40 per cento del voto europeo avrebbe messo Matteo Renzi nelle condizioni di imporre all’Unione Europea le ragioni dell’Italia, deve oggi prendere atto di aver propalato agli italiani una sciocchezza colossale. L’Europa non misura il nostro Paese con il voto ottenuto dal Premier, ma con lo stato di salute dell’economia nazionale e con le medicine che sono state prescritte e che si intendono somministrare per favorire la guarigione. Che le condizioni di salute fossero pessime e che le medicine predisposte dal Governo Renzi fossero insufficienti lo si sospettava da tempo. Ora, però, la Commissione Europea non solo lo ha messo nero su bianco, ma ha anche indicato la terapia d’urgenza da adottare in maniera tassativa per salvare la malata Italia.
La circostanza pone due ordini di problemi. Il primo è che la speranza riposta nelle presunte capacità salvifiche del Governo svanisce di colpo. E rimette in difficoltà il Premier e la sua maggioranza precaria. Il secondo è che a questa difficoltà se ne aggiunge una seconda ancora più pesante, rappresentata dalla totale passività manifestata da Renzi di fronte alle intimazioni dell’Ue.
Il Presidente del Consiglio ed il suo ministro dell’Economia non hanno neppure tentato di contrapporre alla terapia imposta dall’Europa la considerazione che aumentare la tassazione dei consumi in un Paese dove i consumi interni sono crollati e quella degli immobili dove il valore delle case è sceso (sempre a causa delle tasse) del 25/30 per cento, comporta non la salvezza ma l’uccisione del malato. È facile pronosticare che per nascondere la difficoltà e la passività Renzi darà fondo a tutte le sue capacità comunicative. Ma nessuna cortina fumogena riuscirà nei prossimi mesi estivi a rendere evidente che un Governo retto da un partito evaporato come Scelta Civica e marginalizzato come Nuovo Centrodestra ed in cui il Partito democratico continua ad essere il partito del 26 per cento, non ha alcuna possibilità di trattare con l’Europa per farle capire che le condizioni particolari del Paese impongono terapie economiche altrettanto particolari e sicuramente diverse da quelle applicate in altre realtà.
In autunno, in sostanza, diventerà evidente l’inadeguatezza del Governo. E diventerà indispensabile o un nuovo esecutivo di emergenza nazionale o andare alle elezioni anticipate.

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