La proposta prevede infatti che, come in
Francia, i senatori Questo
Senato che ci prospettano è semplicemente inaccettabile. Così non lo votiamo”.
Lo stop è arrivato nel corso del pranzo di Silvio Berlusconi coi
capigruppo di Forza Italia Renato Brunetta e Paolo Romani. Parole di fuoco sul
progetto Pd per la riforma della seconda camera del Parlamento, il cosiddetto
“modello francese”. Domenica prossima si terranno i ballottaggi di un turno di
amministrative che ha consegnato ancor più le amministrazioni locali nelle mani
della sinistra. E tra gli uomini del Cavaliere si è affacciato più di un
sospetto che la riforma del Senato, così come è stata congegnata,
sia un trucco per regalare una Camera alla sinistra. La proposta
prevede infatti che, come in Francia, i senatori vengano eletti da una platea
di consiglieri comunali e regionali, permanendo così una forma di “elettività”.
Il "nuovo" Senato non avrebbe poteri legislativi, non darebbe la
fiducia, non farebbe leggi di bilancio, configurandosi come una Camera delle
autonomie. Ma con la attuale geografia elettorale del Paese, è chiaro che
verrebbe fuori un Senato “rosso”, che darebbe alla sinistra ampi margini di
manovra nell’elezione del successore di Giorgio Napolitano alla presidenza
della Repubblica.
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