1. Forza
Italia sostiene l'elezione diretta del Capo dello Stato da parte dei cittadini.
Oggi inizia una campagna di
mobilitazione che intende coinvolgere milioni di elettori e rivolgersi ad
ogni cittadino, che appartenga a questo o quello schieramento politico o non si
riconosca in nessuno di essi. A questo fine depositeremo in Cassazione le
proposte di legge di iniziativa popolare rivolte a questo scopo. E
successivamente inizieremo la raccolta delle firme.
2. (I
moderati con questa iniziativa si confermano il motore autentico di un percorso
inderogabile di riforme).
3. Nella
storia repubblicana sono state proposte riforme fin dalla prima legislatura.
Nessun parlamento è però riuscito ad approvare una revisione compiuta della II
parte della Costituzione. Dal 1948 ad oggi solo il Governo Berlusconi nel
2005 - sostenuto da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord e Udc - è
riuscito a realizzarne una (dal 1948 ad oggi).
4. Quella
legge conteneva una riforma organica all'insegna della semplificazione
decisionale, all’insegna della riduzione del numero dei parlamentari,
all’insegna della fine del bicameralismo e del rafforzamento dei poteri del
capo dell’esecutivo.
Conteneva norme antiribaltoni e
lo statuto dell'opposizione.
5. Quella
riforma fu disprezzata e irrisa dalla sinistra che decise di cancellarla attraverso un
referendum abrogativo, pur di incassare un successo immediato. Oggi molte delle
personalità
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6. Nel
2012 un ramo del Parlamento riuscì ad approvare, sempre grazie al
centro-destra, un'altra riforma organica, federalista e
presidenzialista. Ma purtroppo l'opposizione del centro-sinistra ancora una
volta rese impossibile portarla a termine.
7. Da
quando è nato, il governo Renzi continua ad annunciare riforme. Ma sinora siamo
ancora ai preliminari. La legge elettorale che doveva arrivare per il 25
maggio è insabbiata. (E tra Renzi e Grillo non si capisce chi sia tra i due
quello che va in soccorso dell'altro.)
8. Di
tutto quell'impegno riformatore profuso negli anni anche grazie a noi, il
governo oggi ha recuperato una sola voce: il Senato ma con una riforma che
squilibra lo Stato a favore del potere dell'Anci e dell'Associazione dei
comuni, e consegna il Senato alla sinistra.
9. Forza
Italia ha mantenuto e mantiene gli impegni assunti con Renzi, c’è l’accordo sul
voto di fiducia, sulla non approvazione delle leggi, sui minori costi a cui
arrivare, c’è invece ancora da trovare l’accordo sul sistema di elezione dei
Senatori, sono sicuro che lo troveremo. Ma noi vogliamo fare un grande passo in
avanti: chiediamo che accetti l'elezione diretta del presidente della
Repubblica come nuova architrave dell'organizzazione dello Stato con poteri di direzione
politica. Chiediamo al Governo di accettare la nostra proposta per l’elezione
diretta del Presidente della Repubblica. È una soluzione fondamentale per
ragioni storiche, politiche e istituzionali.
10. Le
ragioni storiche riguardano l'evoluzione della Presidenza della Repubblica.
Il Capo dello Stato negli
ultimi decenni si è trovato a svolgere sempre più un ruolo di supplenza
emergenziale. Ma quando l'emergenza si protrae troppo a lungo, finisce per
diventare fisiologia. Che è però, indiscutibilmente, una distorsione patologica
in una democrazia parlamentare. Il problema è che oggi il Capo dello Stato non ha
una legittimazione popolare nello svolgere il suo ruolo di garante attivo del buon
funzionamento dello Stato. Si è verificata una frattura irrisolta tra lettera
della Costituzione e la pratica quotidiana del mandato presidenziale. Non è più
sopportabile che la legittimazione popolare sia surrogata da imperscrutabili
accordi tra i segretari dei partiti. Oggi, come sappiamo bene, per eleggere il Presidente
della Repubblica contano più i segretari dei partiti e i franchi tiratori
che i cittadini italiani.
11. Con il
risultato di ritrovarci con una democrazia instabile, rissosa, spaccata, e
soprattutto incapace di decidere.
Dal 1948 ad oggi il Paese non è
veramente governabile. Per renderlo governabile è necessario il cambiamento
degli assetti istituzionali.
E' necessaria un'autorità che
rappresenti la volontà popolare. Un'autorità che abbia la forza democratica e
politica di far funzionare lo Stato e sbloccare gli stati di crisi. Questa
autorità può essere solo un Presidente della Repubblica eletto direttamente dai
cittadini.
12.
L’Italia ha bisogno di riforme costituzionali profonde. E' necessario un
disegno complessivo. Una riforma globale, che comprenda pesi e contrappesi.
Credo si debba essere tutti d’accordo sul fatto che le riforme che aspettiamo
da quarant'anni non si possono ridurre ad una trasformazione del Senato in un
dopolavoro di consiglieri comunali o regionali.
La riforma complessiva deve avere
un perno da cui il resto discende e noi riteniamo che il Presidente eletto
direttamente a suffragio universale sia il contrappeso unitario al
decentramento federale.
A sua volta, ad un Presidente
della Repubblica eletto direttamente deve far da contrappeso un Parlamento
caratterizzato da una Camera dei Deputati dai poteri rafforzati, nel quadro di
un bicameralismo non più paritario in cui il Senato cessa di essere una camera
politica eletta direttamente.
13. Noi
offriamo questa proposta di elezione popolare diretta del Presidente della
Repubblica a tutte le forze politiche e a tutti i cittadini. Già in passato
molti si sono pronunciati in suo favore.
Queste cose le avevano ben
presenti, nella Costituente, gli uomini della sinistra più illuminata esponenti
del partito d’azione: Piero Calamandrei, Leo Valiani, Vittorio Foa, Riccardo
Lombardi, Emilio Lussu, che condussero una battaglia nobile anche se
perdente per il Presidenzialismo. Scriveva Calamandrei, uomo di sinistra, eroe
della Resistenza e uno dei più grandi giuristi italinai di tutti i tempi: “In
Italia si è vista sorgere una dittatura non da un regime a tipo presidenziale,
ma da un regime a tipo parlamentare, anzi parlamentaristico, in cui si era
verificato proprio il fenomeno della pluralità dei Partiti e dell’impossibilità
di avere un governo appoggiato ad una maggioranza solida che gli permettesse di
governare”. E ancora: “Le dittature sorgono non dai governi che governano e che
durano, ma dall’impossibilità di governare dei governi democratici”.
Ma anche di recente a
sinistra, da Prodi a Veltroni, importanti personalità si sono pronunciate in
favore.
14. Lo
stesso Renzi si era dichiarato favorevole, quando ancora faceva il rottamatore.
In un'intervista a Repubblica ha
detto, tra l'altro, “Il sistema semipresidenzialista è un punto di riferimento
di larga parte della sinistra.”
E ancora: “In Italia l’unico
sistema elettorale che funziona è quello dei sindaci. E’ un meccanismo chiaro:
serve il sindaco d’Italia. Se questo porta al presidenzialismo o al
semipresidenzialismo, va bene”.
15. Anche molti
autorevoli politologi ed editorialisti sono da tempo sostenitori di questa
soluzione. Da Angelo Panebianco ad Arturo Parisi a Gianfranco Pasquino.
16. Nessuna
proposta eversiva, dunque. Ma un modello consolidato altrove e sostenuto da
molti in Italia.
Chi ci accusa di populismo fa
parte di quegli ultra conservatori che temono di perdere il proprio potere se
il popolo diviene il vero protagonista delle scelte decisive.
Del resto è storia vecchia, lo
stesso Mitterrand si scagliò contro la riforma De Gaulle in Francia urlando al
“coup d'État permanent”, salvo poi diventare il primo presidente socialista
della Quinta Repubblica.
17. Noi
siamo pronti, l'Italia è pronta. Senza presidenzialismo le riforme proposte dal
governo non risolvono i problemi dell'Italia. L'elezione popolare diretta è la
condizione per un vero riformismo. E' la condizione perché i cittadini contino,
perché si possa diventare una vera democrazia governante.
18. Forza
Italia vuole le riforme. Ma vuole delle buone riforme.
Per questo la nostra strategia si
compone di tre percorsi paralleli.
a) il primo
è la ripresentazione in Commissione dei nostri emendamenti per l'elezione
diretta del Capo dello Stato nella odierna discussione sulla riforma del Senato
proposta dal Governo; e questa è la strada più diretta, veloce ed efficace.
b) il
secondo percorso è la presentazione di una proposta di legge costituzionale
di iniziativa popolare, ai sensi dell'art. 71 della Costituzione, con un
progetto organico in senso presidenzialista;
c) il terzo
percorso è quello di un referendum di indirizzo con il quale chiedere ai
cittadini se approvino o meno la scelta presidenzialista.
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Poiché, come sapete, questo referendum
non è attualmente previsto in Costituzione, è necessario, come già si è
fatto in passato, approvare una legge costituzionale per consentirne lo
svolgimento. Anche questa legge costituzionale sarà promossa con
un'iniziativa di raccolta di firme da parte dei cittadini.
Il 20 settembre del 1962 in
Francia, appena un mese dopo l’attentato, De Gaulle andò in
TV e annunciò: “il Presidente della Repubblica sarà d’ora in poi eletto a
suffragio universale. Su questo argomento, che tocca a tutti i francesi, per
quale via conviene che il Paese esprima la sua decisione? Io rispondo per la
via più democratica, la via del referendum”.
E su 21 milioni di voti espressi,
13 furono a favore dell’elezione diretta.
In sintesi, quindi noi chiediamo
al Parlamento di ascoltare la voce dei cittadini e approvare direttamente il
progetto di “elezione popolare diretta” del Presidente della Repubblica.
Se il parlamento non avrà il
coraggio di imboccare questa strada, chiediamo che almeno consenta ai
cittadini di esprimersi con un referendum istituzionale propositivo.
Per concludere:
19. La
prima Repubblica è nata da un referendum istituzionale;
La seconda da un referendum sulla
legge elettorale.
Ci auguriamo che anche la terza possa
nascere su diretta e consapevole volontà dei cittadini italiani!
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