giovedì 19 giugno 2014

FORZA ITALIA VUOLE LE RIFORME, E LE VUOLE BUONE. VIA ALLA CAMPAGNA PER L'ELEZIONE POPOLARE DIRETTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI SILVIO BERLUSCONI


1. Forza Italia sostiene l'elezione diretta del Capo dello Stato da parte dei cittadini.
Oggi inizia una campagna di mobilitazione che intende coinvolgere milioni di elettori e rivolgersi ad ogni cittadino, che appartenga a questo o quello schieramento politico o non si riconosca in nessuno di essi. A questo fine depositeremo in Cassazione le proposte di legge di iniziativa popolare rivolte a questo scopo. E successivamente inizieremo la raccolta delle firme.
2. (I moderati con questa iniziativa si confermano il motore autentico di un percorso inderogabile di riforme).
3. Nella storia repubblicana sono state proposte riforme fin dalla prima legislatura. Nessun parlamento è però riuscito ad approvare una revisione compiuta della II parte della Costituzione. Dal 1948 ad oggi solo il Governo Berlusconi nel 2005 - sostenuto da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord e Udc - è riuscito a realizzarne una (dal 1948 ad oggi).
4. Quella legge conteneva una riforma organica all'insegna della semplificazione decisionale, all’insegna della riduzione del numero dei parlamentari, all’insegna della fine del bicameralismo e del rafforzamento dei poteri del capo dell’esecutivo.
Conteneva norme antiribaltoni e lo statuto dell'opposizione.

5. Quella riforma fu disprezzata e irrisa dalla sinistra che decise di cancellarla attraverso un referendum abrogativo, pur di incassare un successo immediato. Oggi molte delle personalità

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6. Nel 2012 un ramo del Parlamento riuscì ad approvare, sempre grazie al centro-destra, un'altra riforma organica, federalista e presidenzialista. Ma purtroppo l'opposizione del centro-sinistra ancora una volta rese impossibile portarla a termine.


7. Da quando è nato, il governo Renzi continua ad annunciare riforme. Ma sinora siamo ancora ai preliminari. La legge elettorale che doveva arrivare per il 25 maggio è insabbiata. (E tra Renzi e Grillo non si capisce chi sia tra i due quello che va in soccorso dell'altro.)
8. Di tutto quell'impegno riformatore profuso negli anni anche grazie a noi, il governo oggi ha recuperato una sola voce: il Senato ma con una riforma che squilibra lo Stato a favore del potere dell'Anci e dell'Associazione dei comuni, e consegna il Senato alla sinistra.
9. Forza Italia ha mantenuto e mantiene gli impegni assunti con Renzi, c’è l’accordo sul voto di fiducia, sulla non approvazione delle leggi, sui minori costi a cui arrivare, c’è invece ancora da trovare l’accordo sul sistema di elezione dei Senatori, sono sicuro che lo troveremo. Ma noi vogliamo fare un grande passo in avanti: chiediamo che accetti l'elezione diretta del presidente della Repubblica come nuova architrave dell'organizzazione dello Stato con poteri di direzione politica. Chiediamo al Governo di accettare la nostra proposta per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. È una soluzione fondamentale per ragioni storiche, politiche e istituzionali.
10. Le ragioni storiche riguardano l'evoluzione della Presidenza della Repubblica.

Il Capo dello Stato negli ultimi decenni si è trovato a svolgere sempre più un ruolo di supplenza emergenziale. Ma quando l'emergenza si protrae troppo a lungo, finisce per diventare fisiologia. Che è però, indiscutibilmente, una distorsione patologica in una democrazia parlamentare. Il problema è che oggi il Capo dello Stato non ha una legittimazione popolare nello svolgere il suo ruolo di garante attivo del buon funzionamento dello Stato. Si è verificata una frattura irrisolta tra lettera della Costituzione e la pratica quotidiana del mandato presidenziale. Non è più sopportabile che la legittimazione popolare sia surrogata da imperscrutabili accordi tra i segretari dei partiti. Oggi, come sappiamo bene, per eleggere il Presidente della Repubblica contano più i segretari dei partiti e i franchi tiratori che i cittadini italiani.

11. Con il risultato di ritrovarci con una democrazia instabile, rissosa, spaccata, e soprattutto incapace di decidere.
Dal 1948 ad oggi il Paese non è veramente governabile. Per renderlo governabile è necessario il cambiamento degli assetti istituzionali.
E' necessaria un'autorità che rappresenti la volontà popolare. Un'autorità che abbia la forza democratica e politica di far funzionare lo Stato e sbloccare gli stati di crisi. Questa autorità può essere solo un Presidente della Repubblica eletto direttamente dai cittadini.
12. L’Italia ha bisogno di riforme costituzionali profonde. E' necessario un disegno complessivo. Una riforma globale, che comprenda pesi e contrappesi. Credo si debba essere tutti d’accordo sul fatto che le riforme che aspettiamo da quarant'anni non si possono ridurre ad una trasformazione del Senato in un dopolavoro di consiglieri comunali o regionali.
La riforma complessiva deve avere un perno da cui il resto discende e noi riteniamo che il Presidente eletto direttamente a suffragio universale sia il contrappeso unitario al decentramento federale.
A sua volta, ad un Presidente della Repubblica eletto direttamente deve far da contrappeso un Parlamento caratterizzato da una Camera dei Deputati dai poteri rafforzati, nel quadro di un bicameralismo non più paritario in cui il Senato cessa di essere una camera politica eletta direttamente.
13. Noi offriamo questa proposta di elezione popolare diretta del Presidente della Repubblica a tutte le forze politiche e a tutti i cittadini. Già in passato molti si sono pronunciati in suo favore.
Queste cose le avevano ben presenti, nella Costituente, gli uomini della sinistra più illuminata esponenti del partito d’azione: Piero Calamandrei, Leo Valiani, Vittorio Foa, Riccardo Lombardi, Emilio Lussu, che condussero una battaglia nobile anche se perdente per il Presidenzialismo. Scriveva Calamandrei, uomo di sinistra, eroe della Resistenza e uno dei più grandi giuristi italinai di tutti i tempi: “In Italia si è vista sorgere una dittatura non da un regime a tipo presidenziale, ma da un regime a tipo parlamentare, anzi parlamentaristico, in cui si era verificato proprio il fenomeno della pluralità dei Partiti e dell’impossibilità di avere un governo appoggiato ad una maggioranza solida che gli permettesse di governare”. E ancora: “Le dittature sorgono non dai governi che governano e che durano, ma dall’impossibilità di governare dei governi democratici”.

Ma anche di recente a sinistra, da Prodi a Veltroni, importanti personalità si sono pronunciate in favore.

14. Lo stesso Renzi si era dichiarato favorevole, quando ancora faceva il rottamatore.
In un'intervista a Repubblica ha detto, tra l'altro, “Il sistema semipresidenzialista è un punto di riferimento di larga parte della sinistra.”
E ancora: “In Italia l’unico sistema elettorale che funziona è quello dei sindaci. E’ un meccanismo chiaro: serve il sindaco d’Italia. Se questo porta al presidenzialismo o al semipresidenzialismo, va bene”.
15. Anche molti autorevoli politologi ed editorialisti sono da tempo sostenitori di questa soluzione. Da Angelo Panebianco ad Arturo Parisi a Gianfranco Pasquino.
16. Nessuna proposta eversiva, dunque. Ma un modello consolidato altrove e sostenuto da molti in Italia.
Chi ci accusa di populismo fa parte di quegli ultra conservatori che temono di perdere il proprio potere se il popolo diviene il vero protagonista delle scelte decisive.
Del resto è storia vecchia, lo stesso Mitterrand si scagliò contro la riforma De Gaulle in Francia urlando al “coup d'État permanent”, salvo poi diventare il primo presidente socialista della Quinta Repubblica.
17. Noi siamo pronti, l'Italia è pronta. Senza presidenzialismo le riforme proposte dal governo non risolvono i problemi dell'Italia. L'elezione popolare diretta è la condizione per un vero riformismo. E' la condizione perché i cittadini contino, perché si possa diventare una vera democrazia governante.
18. Forza Italia vuole le riforme. Ma vuole delle buone riforme.
Per questo la nostra strategia si compone di tre percorsi paralleli.
a) il primo è la ripresentazione in Commissione dei nostri emendamenti per l'elezione diretta del Capo dello Stato nella odierna discussione sulla riforma del Senato proposta dal Governo; e questa è la strada più diretta, veloce ed efficace.
b) il secondo percorso è la presentazione di una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, ai sensi dell'art. 71 della Costituzione, con un progetto organico in senso presidenzialista;
c) il terzo percorso è quello di un referendum di indirizzo con il quale chiedere ai cittadini se approvino o meno la scelta presidenzialista.
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Poiché, come sapete, questo referendum non è attualmente previsto in Costituzione, è necessario, come già si è fatto in passato, approvare una legge costituzionale per consentirne lo svolgimento. Anche questa legge costituzionale sarà promossa con un'iniziativa di raccolta di firme da parte dei cittadini.
Il 20 settembre del 1962 in Francia, appena un mese dopo l’attentato, De Gaulle andò in TV e annunciò: “il Presidente della Repubblica sarà d’ora in poi eletto a suffragio universale. Su questo argomento, che tocca a tutti i francesi, per quale via conviene che il Paese esprima la sua decisione? Io rispondo per la via più democratica, la via del referendum”.
E su 21 milioni di voti espressi, 13 furono a favore dell’elezione diretta.
In sintesi, quindi noi chiediamo al Parlamento di ascoltare la voce dei cittadini e approvare direttamente il progetto di “elezione popolare diretta” del Presidente della Repubblica.
Se il parlamento non avrà il coraggio di imboccare questa strada, chiediamo che almeno consenta ai cittadini di esprimersi con un referendum istituzionale propositivo.
Per concludere:
19. La prima Repubblica è nata da un referendum istituzionale;
La seconda da un referendum sulla legge elettorale.
Ci auguriamo che anche la terza possa nascere su diretta e consapevole volontà dei cittadini italiani!

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