Di recente il Quirinale ha comunicato che intende diminuire le spese e il personale e che, in quanto all’assunzione di nuovi collaboratori, intende procedere per concorso. Considerato che si tratta di una previsione costituzionale, la resipiscenza va salutata con favore. In ogni caso, il primo bilancio del Quirinale indica la spesa per il personale in 121,5 milioni, cui si devono sommare 90 milioni per le pensioni. 211,5 milioni su 228. Quasi tutto. Il che, però, non esaurisce i costi né del personale né delle pensioni, perché buona parte del personale è militare, quindi in carico ad altre amministrazioni. In quanto all’assegno personale, mette conto sapere che questo fu fissato, nel 1985, con una legge, in 200 milioni di lire. La legge ha disposto anche che gli importi fossero adeguati annualmente all'indice ISTAT dei prezzi al consumo. Applicando tali coefficienti di rivalutazione la somma corrisponde a 245 mila euro. L'assegno e la dotazione del Presidente della Repubblica sono cumulabili con altre eventuali indennità, assegni vitalizi spettanti ai parlamentari cessati dal mandato. Successivamente alla cessazione del mandato presidenziale, il Presidente della Repubblica è senatore a vita di diritto: gli spetta l'indennità parlamentare spettante ai senatori, cumulabile con gli assegni vitalizi spettanti per le precedenti legislature. Il Presidente della Repubblica ha recentemente disposto oltre al taglio obbligatorio, stabilito da un decreto governativo, la rinuncia “dal corrente anno” all'adeguamento Istat del solo assegno personale, deliberando con proprio decreto presidenziale di non adeguarlo per il 2012 al tasso d’inflazione registrato nel 2011. L'adeguamento del 2011 era stato già pagato sulla base del tasso di inflazione del 2010. Ha, inoltre, sospeso l’erogazione degli altri (due) vitalizi.
Quel che più conta, però, non è affermare apoditticamente che quei trasferimenti sono troppo alti o, all’opposto, insufficienti a coprire i bisogni di un’istituzione così importante, ma rendersi conto che se i costi sono alimentati dal bisogno di marcare stretto le altre istituzioni il risultato della loro continua alimentazione sarà un blocco progressivo del meccanismo costituzionale. Estratto da “L’uomo del Colle” (2012) di Davide Giacalone
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