L'ex ministro: "Ora
non servono strappi o salti nel buio". «Abbiamo analizzato un voto che boccia
sonoramente sia una riforma peggiorativa delle istituzioni sia il governo Renzi
e valutato le prospettive future».
Come spiega questo rigetto verso il premier? «Con il fallimento sul
fronte economico visto che lascia buchi di bilancio certificati da Bruxelles,
Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio Parlamentare di Bilancio che ricadranno
su chi ci sarà dopo di lui. Ma anche con il nulla di fatto su immigrazione,
sicurezza e politiche sociali. Non si può governare a colpi di propaganda,
arroganza, slides e bonus».
Quanto ha inciso Forza Italia su questo risultato?
«Berlusconi
è stato determinante nell'orientare l'elettorato di centrodestra, rassicurare
su timori fatti circolare ad arte e far capire quanto fossero pericolose queste
riforme. Forza Italia attivissima nel mobilitare la nostra gente a sostegno del
No».
Quale percorso immaginate? «La richiesta di voto
subito fatta fare da Renzi ad Alfano è poco percorribile e inconciliabile con
il giudizio della Consulta fissato per il 24 gennaio. Non servono strappi o
salti nel buio a meno che non si trovi un'ampia convergenza subito su un
modello elettorale. In questo caso non ci tireremmo indietro».
Quale legge elettorale avete in mente? «Una legge che assicuri
governabilità e rappresentatività, senza effetti distorsivi della volontà
popolare».
Può essere Renzi a gestire la transizione? «Aveva promesso di
ritirarsi dalla politica. Non è stato di parola. Se fosse lui a guidare la
transizione sarebbe prendere ancora una volta atto della sua inaffidabilità».
A chi pensate allora? «Spetta al Pd individuare
una figura di transizione. Hanno loro la maggioranza, seppure grazie ai
transfughi del centrodestra. L'importante è fare presto, il Paese è rimasto
bloccato per dieci mesi e non può permettersi di restare appeso alle faide
interne al Pd. Ci sono emergenze da affrontare subito».
Il centrodestra si presenterà unito alle elezioni?
«Dobbiamo
assolutamente farlo. Il potenziale è del 30-35%. Il centrodestra ha un
patrimonio di credibilità che deriva dall'esperienza di governo con
provvedimenti come Legge Biagi, riforma delle pensioni, aumento delle minime,
taglio di 13 miliardi delle tasse nel 2005, abolizione della tassa di
successione».
Se si andasse a votare chi sarebbe il candidato? «Dipenderà anche dai tempi
della Corte di Strasburgo. Confido nella capacità di Berlusconi di trovare una
personalità che unisca le varie anime della coalizione o un accordo sulle
modalità di individuazione del candidato.».
Mara
Carfagna ci sarà alle eventuali primarie? «Le
primarie al momento non ci sono».
É ipotizzabile un asse del «No» con i grillini? «No. Intercettano il
malessere diffuso, ma non hanno cultura di governo. L'ipotesi non è
percorribile».
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