Silvio Berlusconi si
muove, incontra persone, studia il rilancio e la rivincita. Non soltanto ieri è
volato col suo elicottero ad Appiano Gentile, Comune del Comasco famoso per la
Pinetina, ma si è confrontato coi "soliti" collaboratori e ha
stigmatizzato le «fughe» in avanti di chi, tra i forzisti, parla continuamente
«del futuro», come se lui non ci fosse più. «Non so cosa vogliano questi
signori, dove pensino di andare...», ha tagliato corto. Il Cavaliere non ha
intenzione di dare avvio al disgelo con Lega Nord e Fratelli d' Italia, ritiene
che non sia ancora il momento. Per questa ragione avrebbe criticato il «signor
Toti», cioè il governatore della Liguria Giovanni Toti, per
quell'annuncio affidato a Facebook: «Sabato sarò ad Arezzo al convegno di
Giorgia Meloni per dire No a una riforma costituzionale che cancella ogni
autonomia delle comunità locali, non riduce la spesa pubblica e non semplifica
il rapporto tra Stato e Regioni. Servono riforme vere ed efficaci». Il
"convegno", in realtà, è un incontro organizzato dalla leader di Fdi
con sindaci e amministratori locali di centrodestra, al quale hanno già
annunciato di voler partecipare anche i leghisti Matteo Salvini, Roberto Maroni
e il leader dei Conservatori riformisti Raffaele Fitto, già forzista e ministro
dei governi Berlusconi. Ci saranno tutti i leader della coalizione tranne lui. Forse
a infastidire il Cavaliere e il suo staff, il fatto che a lui non sia arrivato
alcun invito, che Fdi e Lega si siano "scelti" il loro interlocutore
dentro Fi. «Non ho autorizzato alcuna partecipazione per mio conto», chiarisce
il Cavaliere. L' ex premier è tutt' altro che disponibile ad aspettare che
«altri» decidano al posto suo. Al contrario, avrebbe sondato i due capigruppo Paolo
Romani e Renato Brunetta, ricevuti sabato a pranzo, sull'
eventualità di indicare Stefano Parisi come commissario di Forza Italia.
L' ex premier avrebbe scelto l' ex candidato sindaco di Milano, imprenditore,
come traghettatore della sua creatura verso il futuro. Intanto ieri ha salutato
con favore il "ritorno" all' opposizione di Renato Schifani e dei
"suoi" senatori Ncd, che gli era stato anticipato
giovedì. «Arriveranno altri», garantisce. P.E.R.
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