martedì 26 luglio 2016

VOCI DIVENTATE REALTA’: PARISI ENTRA NEL GRUPPO DIRIGENTI VOLUTO DA BERLUSCONI

Anche se ufficialmente certe cose non si dicono, si fanno lo stesso, sott' acqua; e poiché l'acqua è trasparente tutto si vede, basta guardare con attenzione. Ciò che emerge nettamente è che Silvio Berlusconi, mentre cerca di riprendersi dalla malattia (auguri!), pensa di delegare qualcun altro a guidare il barcone, di Forza Italia, ex Pdl.  L' uomo adatto a stare al timone è Stefano Parisi, colui che ha conteso a Milano la poltrona di sindaco a Giuseppe Sala fino all' ultimo voto. Chi l' avrebbe detto che questo manager prestato alla politica sarebbe riuscito in un battibaleno a competere con il factotum di Expo, minacciando di batterlo al ballottaggio, per entrare a Palazzo Marino? Nessuno. La sua candidatura sembrava inconsistente e invece si è poi rivelata azzeccata. È mancato il successo pieno per una manciatella di voti, però si è capito che Parisi ha le carte in regola per diventare il nuovo numero uno del Centrodestra. E Berlusconi punta su di lui, giustamente, per tentare un rilancio del partito nato nel 1993 e vincitore alle elezioni del 1994. È la scelta più intelligente, direi obbligata, dato che non esistono altre persone in Fi in grado di assumere certe responsabilità.
Ce la farà Stefano a bissare le performance elettorali di Silvio? Non siamo specialisti in vaticini e non azzardiamo previsioni, dandoci arie da profeti. Però diciamo senza timore di sbagliare, che il solo personaggio accreditato quale trascinatore è proprio Parisi. Gli altri forzisti che ambirebbero a soffiargli il posto non ci sembrano idonei. Riconosciamo che alcuni di essi sono stimabili e di qualche spessore, ma non abbastanza per ambire a sostituire il Berlusconi dei tempi migliori, quello che sorprendentemente riuscì a sconfiggere Occhetto. Raschiando il barile di Forza Italia non viene fuori altro nome che non sia quello del mancato sindaco di Milano. Vale la pena di insistere su Stefano e di metterlo alla prova. Costui ha esperienza da vendere, è dotato di sensibilità politica, conosce la macchina della pubblica amministrazione, sa stare al mondo e gode della stima dei milanesi e dei romani. Rinunciare alle sue prestazioni sarebbe una follia in assenza, nel partito, di uomini e donne con un curriculum rassicurante.  Di sicuro, se Parisi fallirà, nessun altro compirà il miracolo di rimettere in moto Forza Italia. E allora dovremo rassegnarci al caos. Non sia mai.

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