La guerra dentro Forza Italia. Carfagna e
Gelmini a capo degli azzurri
Un asse delle donne per
salvare Forza Italia. O almeno quel che resta di un partito che sta lentamente
cambiando pelle, lasciandosi alle spalle la gestione del cerchio magico virando
sempre più verso una politica che ha come obiettivo quello di mettere al sicuro
le aziende di famiglia. Chi ha visto Silvio Berlusconi uscire ieri
dall’ospedale San Raffaele a Milano ha capito che difficilmente potrà
riprendere a guidare FI come ha fatto fino a pochi mesi fa. E del resto il
«passaggio di consegne», soft e senza troppi clamori, è già di fatto avvenuto
con la figlia Marina che ha preso in mano le redini del partito, decidendo chi
promuovere (Valentino Valentini) e chi bocciare (Maria Rosaria Rossi, Deborah
Bergamini e tutto l’ex cerchio magico), facendosi affiancare da Enrico Letta e
Fedele Confalonieri. Ma c’è anche da «gestire» il partito sul territorio.
Per questo proprio Marina,
secondo alcuni rumors, potrebbe affidarsi a due donne che sono rimaste fuori
dalle polemiche più dure contro il premier e allo stesso tempo hanno dimostrato
alle ultime elezioni amministrative di poter contare su un ottimo appeal
elettorale. Inoltre – cosa che non guasta –
non hanno mai riscosso
particolari simpatie da parte del «cerchio magico». Una è Maria Stella Gelmini
che è diventata il punto di riferimento di Forza Italia a Milano, dopo il pieno
di voti per le comunali, l’altra è Mara Carfagna, che ha avuto analogo successo
a Napoli. Rappresenterebbero l’«asse» delle donne, una al Nord e l’altra al
Sud, sulle quali punterebbe Marina per portare Forza Italia ad avere posizioni
più morbide nei confronti di Matteo Renzi. E magari per accettare quello
scambio tra il sì alla modifica della legge elettorale e una sostanziale tregua
sul fronte del referendum costituzionale. Resta però da convincere il «resto»
del partito che è assolutamente contrario a cedere a un nuovo accordo con
Renzi.
E che in questo momento di
passaggio cerca di conquistare spazi di potere. Ne fanno parte, in prima linea,
Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia, il governatore della
Liguria Giovanni Toti (che comunque è anche abbastanza vicino alla famiglia
Berlusconi), Daniela Santanché (che ha pubblicamente espresso la sua
contrarietà all’idea di Fedele Confalonieri di costruire un Nazareno-bis). Ma
il progetto di Marina Berlusconi deve anche fare i conti con le strategie per
le prossime elezioni politiche. Se infatti il centrodestra vuole ripresentarsi unito,
facendo un listone unico con Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, la strada
del Nazareno-bis non è assolutamente percorribile. Perché sia Matteo Salvini
sia Giorgia Meloni hanno detto che non accetteranno mai un’alleanza con chi fa
accordi con il premier. E per uscire da questa situazione di stallo servirà
probabilmente tutta la diplomazia di Gianni Letta.. Paolo Zappitelli
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