ORA MATTEO RENZI E’ NUDO: O LE RIFORME O A CASA
Che i politici le sparino
grosse è noto, per questo la gente è abituata a fare la tara alle loro parole.
Ciò nonostante se il presidente del Consiglio evitasse di auto smentirsi a
distanza di pochi giorni, o di farsi smentire da qualche suo ministro, sarebbe
meglio per tutti. Soprattutto per la credibilità del governo che, come informa
un recente sondaggio realizzato da Lorien Consulting e pubblicato da ItaliaOggi
nell’edizione di ieri, dopo sei mesi sta agli stessi livelli dell’esecutivo
guidato a suo tempo da Enrico Letta e cioè poco sopra il cinquanta per cento.
Che, dopo metà anno e nonostante gli 80 euro al mese regalati a undici milioni
di italiani, Matteo Renzi e i suoi collaboratori riscuotano lo stesso consenso
dell’esangue Letta non è un bel segnale, in quanto superati i sei mesi la
fiducia nel nipotissimo e nella sua squadra si dileguò in un attimo, segno
evidente che la fiducia è una cosa seria e come tale la si dà e la si toglie
sulla base dei risultati portati a casa. E a proposito di cose serie: vi pare possibile
che un premier dichiari una settimana fa, in una intervista al Tg5, che gli
statali possono stare tranquilli, perché non ci sarà il blocco degli stipendi e
poi, arrivato il tre settembre, lasci dire al ministro della Funzione pubblica
Marianna Madia che il blocco sarà in vigore per tutto il 2015? Renzi e la
ministra che vigila sui dipendenti pubblici non fanno parte dello stesso
governo? Oppure ne fanno parte ma quest’estate non si sono mai incontrati?
Diversamente verrebbe da pensare che la seconda non dica al primo come stanno
le cose e che dunque decida su una faccenda tanto delicata e che riguarda
milioni di italiani all’insaputa del presidente del Consiglio. In alternativa
viene il sospetto che Matteo Renzi butti lì ogni tanto qualche frottola, perché
una bugia al giorno toglie la crisi di torno e consente di non affrontare i
problemi, per lo meno fino a quando non esplodono.
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