lunedì 29 settembre 2014

CONDANNATO DE MAGISTRIS. QUANDO DICEVA: “BERLUSCONI INDAGATO? SI DIMETTA


«La mia vita è sconvolta, ho subito la peggiore delle ingiustizie. Sono profondamente addolorato per aver ricevuto una condanna per fatti insussistenti. Ma rifarei tutto, e non cederò alla tentazione di perdere completamente la fiducia nello Stato». Luigi de Magistris ha affidato a Facebook il suo sfogo per la condanna a un anno e tre mesi di reclusione inflittagli dai giudici della X sezione penale del Tribunale di Roma nel processo relativo ad alcuni abusi nell’inchiesta “Why Not”, all’epoca in cui era pm di Catanzaro. l sindaco di Napoli doveva rispondere di abuso d’ufficio per aver acquisito in quell’inchiesta, tra il 2006 e il 2007, senza le necessarie autorizzazioni delle Camere di appartenenza, i tabulati delle utenze di 5 parlamentari: Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella, Marco Minniti e Antonio Gentile. Secondo la procura, de Magistris ebbe il torto di concedere nel 2007 carta bianca a Genchi, il cui incarico era finalizzato a portare alla luce il giro di relazioni e rapporti desumibili dalla rubrica telefonica (che conteneva migliaia di numeri) riconducibile all’imprenditore Antonio Saladino, al centro dell’inchiesta “Why Not”. Nella requisitoria il pm Felici aveva detto che de Magistris si era «di fatto consegnato allo stesso Genchi al punto che il consulente tecnico è andato oltre il suo ruolo e si è trasformato in investigatore (essendo pure un funzionario della polizia di Stato), disponendo i decreti di acquisizione di atti che il pm firmava con non troppa attenzione. E Genchi, che da 15 anni faceva questo lavoro, non poteva non sapere che occorresse un via libera del Parlamento per


indagare sulle utenze di politici, come Prodi, Mastella, Rutelli, Minniti, Gentile, Gozzi e Pittelli». Inoltre «Genchi, negli anni, si era costruito un database pieno di informazioni, creando un bagaglio di conoscenze enorme, sapeva vita, morte e miracoli dei politici, le loro abitudini. Ma al di là di quell’agenda telefonica di Saladino non c’era alcun altro indizio che giustificasse il coinvolgimento di parlamentari».
A dimettersi, ovviamente, de Magistris non ci pensa nemmeno. E in qualche modo è giusto così, perché la presunzione d’innocenza vale per tutti indistintamente dal colore politico, dalle idee e dal ruolo istituzionale svolto. Eppure un gesto del genere sarebbe coerente con la storia e la cultura “manettara” del sindaco di Napoli. Nel gennaio del 2011, quando Berlusconi venne indagato per prostituzione minorile e concussione nell’ambito del caso Ruby, de Magistris, allora eurodeputato dell’Idv, non ci pensò due secondi a unirsi al coro dei giustizialisti antiberlusconiani.
«L’unico fango che si può osservare è quello che Berlusconi getta sul paese, anche nel contesto internazionale, rappresentando gli italiani in modo indegno», disse. «In qualsiasi stato dell’Europa e in qualunque democrazia normale, un presidente del Consiglio indagato per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile sarebbe stato obbligato a dimettersi, tra il coro di ‘bye bye’ generale dei cittadini. E’ inadatto a governare, oltre ad esser ricattabile a causa del suo stile di vita e, perciò, pericoloso per la sicurezza nazionale. Il suo comportamento in altri Stati democratici determinerebbe l’impeachment. Di cosa altro deve macchiarsi oppure essere sospettato per poter compiere un decoroso passo indietro in segno di rispetto delle istituzioni e degli italiani? Quale altra bassezza etica e quale altra accusa giudiziaria devono piovergli addosso per liberarci della sua presenza?».
Parole pesanti, che oggi suonano quasi come una beffa. Mai fu più profetica, infatti, la legge del contrappasso dantesca. Se non altro perché oggi Berlusconi per quelle accuse è stato assolto, mentre de Magistris si ritrova con una condanna pesante che incide sulla sua già scarsa credibilità. Dovrebbe dimettersi. E non certo per la condanna, piuttosto per la sua doppia morale. La solita doppia morale della sinistra italiana. Riproduzione riservata - ©2014 Qelsi Quotidiano

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