Rodolfo Ridolfi*
Leggo su “Il Giornale” Da
Renzi regalo milionario alla coop indagata: maxi appalto in Angola. La Sace
affida la costruzione di un'autostrada in Africa alla Cmc di Ravenna, la coop
per cui lavorava il compagno "G”. Scrive molto opportunamente Fosca
Bincher su “Libero” Una coop, dunque. In perfetta scia con la tradizione comunista,
Renzi "regala" alla cooperativa guidata da Massimo Matteucci un
appalto da 250 milioni di euro per la costruzione dei 44,8 chilometri del
raccordo autostradale che collegherà Luanda alla città di Soyo.
"L'operazione - spiega la Sace, la società assicurativa di Stato che ha
garantito con un finanziamento da 164 milioni di euro - conferma il lungo
impegno di Cmc in Angola, forte di una esperienza decennale maturata nei grandi
progetti infrastrutturali in Africa subsahariana, in particolare in Mozambico.
Non mi stupisco affatto: Le “coop rosse” a Ravenna, sono nate e si sono
sviluppate in forza dei legami con il Pci.-Pds-Ds-Pd, sostenere che questi
rapporti non esistano più è una ipocrisia gigantesca Le cooperative “rosse”
sono l’arma più militante nel settore economico imprenditoriale e commerciale
facendo del Pci, e poi del Pds, dei Ds e del Pd, il primo partito della Regione
dal 1947 ad oggi. Infatti dal 1945/47 ad oggi, è stata ed è fortissima l’osmosi
fra le cooperative rosse e le cellule del Pci pds-ds-pd ; è sufficiente avere
un modestissimo titolo di studio, e naturalmente la tessera del partito, per
entrare come lavoratore e/o impiegato in una cooperativa di consumo, di lavoro,
di trasporti, di servizi sociali oppure negli enti locali in Hera etc.etc. A
Ravenna la nascita della Cmc (cooperativa muratori e cementisti), è emblematica
perché fu un misto di “camera del lavoro” e “ufficio di collocamento”
soprattutto per dare occupazione ai manovali, agli sterratori ed a tutti coloro
che erano comunisti senza lavoro. Nel giro di poco tempo, la Cmc cominciò a
socializzare gli oneri, sottopagando o non pagando ad esempio gli straordinari
e dandone la colpa alle imprese appaltatrici; cooperativizzò spesso il capitale
dei piccoli impresari, cui non restava altra scelta se non quella di cedere
l’impresa alla cooperativa, che si attribuiva così, agli occhi dei lavoratori,
anche il merito di salvatrice dei posti di
lavoro. Nel corso della storia più recente il Ministero del lavoro che
aveva la vigilanza sulla cooperative pur in presenza del mancato rispetto
delle più elementari
norme sociali, che danneggiavano i lavoratori e gli imprenditori privati non ha
mai potuto o voluto fare nulla, bloccato dalla strumentale invocazione della
“socialità”. Ricordo, a chi lo avesse dimenticato, che anche Zaccagnini fu
ministro del lavoro e che nell’immediato dopoguerra il Pci di Ravenna aveva
come segretario provinciale l’on. Giuseppe D’Alema, padre di Massimo, che è
stato per diverse legislature vicepresidente della Commissione Finanze della
Camera dei Deputati. L’on. Giuseppe D’Alema fu uno dei promotori della Cmc
della quale poi un altro deputato comunista, l’on.Gianni Giadresco, diventerà
una specie di “ministro degli esteri” per gli appalti di opere pubbliche che la
Cmc riuscì ad ottenere dagli anni ‘70 specialmente in Angola e in Mozambico
dove c’erano come “liberatori” i militari sovietici e cubani. Questi richiami
storici ci servono per capire come il PCI-PDS-DS-PD abbia avuto un ruolo nel
mantenere quei trattamenti fiscali privilegiati con cui le imprese cooperative
(ormai in gran parte più capitalistiche assistite e favorite che mutualistiche)
fanno concorrenza alle imprese private agricole, di costruzione, della
distribuzione e dei servizi non solo in Italia. E quando, dopo le imprese di
costruzioni, di trasporto e di distribuzione commerciale, le “coop rosse”
romagnole hanno messo le loro azioni nel campo assicurativo con l’Unipol
passando alla finanza, Fassino e D’Alema hanno favorito e difeso ovviamente
questo nuovo disegno. Ci sono vicende molto ovvie e semplici che dimostrano
come a Ravenna ed in Romagna l’identità case del popolo, Hera, coop rosse ed
istituzioni sia un tutt’uno con “Il partito”. Pensiamo a Giuliano ministro del
Lavoro del Governo Renzi: Poletti Presidente Nazionale Lega Coop da Mordano,
scrive un suo amico: “Giuliano Poletti lo conosco da una vita. Lui faceva lo
speaker del gioco del tappo e io quello del gioco dell'uccellino alla festa de
l'Unità del mercato ortofrutticolo. Stiamo parlando degli anni 1975/1976. Poi
qualche anno dopo, quando ero segretario della FGCI di Imola, sostituì alla
guida del partito Romano Bacchilega e restò ancora segretario quando tornai ad
Imola nell'88.
Per questo motivo, storia
e documenti alla mano, possiamo affermare che il democristiano Matteo Renzi è
un sostenitore dello straordinario conflitto d’interesse rappresentato dalle
coop rosse.
*Coordinatore di Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi
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