È ufficiale: Carlo De
Benedetti è passato all’opposizione del governo Renzi. Il magnate con la
tessera numero uno del Pd non si è ancora iscritto a Forza Italia, ma secondo i
ben informati si tratterebbe di questione di giorni. Del resto non si
spiegherebbe diversamente la clamorosa inversione ad U dei giornali posseduti
dall’imprenditore. Dopo essersi invaghiti per mesi del presidente del
Consiglio, tanto da rischiare l’adulazione, nei giorni scorsi gli organi del
gruppo Espresso hanno compiuto una clamorosa virata. Ha cominciato il
settimanale che dà il nome alla casa editrice, pubblicando come abbiamo
riferito ieri una copertina dal titolo inequivocabile: «Cinque miliardi di
tasse in più». Un’accusa senza sconti al governo di aver fatto il contrario di
quanto promesso. Poteva sembrare una stecca nel coro da parte del periodico, ma
invece ecco che ieri il quotidiano gemello ha rincarato la dose. Prima pagina
di Repubblica, taglio basso: «Gli 80 euro rimangono nel portafoglio, dal bonus
impatto zero sui consumi». Una notizia introvabile sugli altri giornali, ma che
in pratica decreta il fallimento dell’operazione simpatia dell’ex Rottamatore.
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