domenica 17 aprile 2016

UN’ APPLAUSO ALL’AUSTRIA PER IL MURO AL BRENNERO, UNICO BALUARDO CONTRO IPOCRISIA E BUONISMO UE.


Cosa ci aspettiamo da un Paese che sperava di fregare i mercati, garantendo la stabilità del sistema bancario attraverso l’acquisto di inoptati e sofferenze da parte dell’Opera Don Gnocchi e dalla Cassa previdenziale dei Ragionieri? Non sto delirando, ci sono anche questi “soggetti privati” dentro il Fondo Atlante, l’ultima buffonata partorita dal governo Renzi per cercare di rimandare a dopo il voto referendario d’autunno il redde rationem con i prossimi, inevitabili bail-in bancari.
 Ipocrisia, madre di tutti i mali. E vale anche in ambito europeo, perché la nuova vergogna per cui strapparsi le vesti in favore di telecamera è il muro che l’Austria sta giustamente cominciando a costruire al confine con l’Italia, quel Brennero dove ora le porte sono aperte ma che da giugno potrebbe trasformarsi in un tappo per la massa di migranti che si riverserà nel nostro Paese dopo la chiusura della rotta balcanica e con la guerra in Libia alle porte. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, ha bocciato l’ipotesi, definendola “un grave errore che viola le regole europee”. Sarà ma penso che non ci sia un singolo cittadino austriaco contrario alla scelta del suo governo, il quale giova ricordare che aveva avvertito l’Italia non più tardi dell’8 aprile scorso, quando la ministra degli Interni austriaca, Johanna Mikl-Leitner, in visita a Roma aveva sì assicurato che il suo Paese avrebbe “fatto il possibile per evitare la chiusura del Brennero”, ipotesi ritenuta inevitabile però se l’Italia non avesse assicurato una rigida procedura di controllo dei migranti. Detto fatto, dopo aver preso atto del nostro grado di rigidità, Vienna ha deciso di seguire l’esempio ungherese. Il quale, come ci mostrano questi grafici



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