Berlusconi interviene solo telefonicamente nel catino della fiera di
Arezzo gremita (circa 800 supporter, ndr) per una giornata all'insegna
dell'orgoglio azzurro. Giornata organizzata da Deborah Bergamini, definita
«forza della natura» dal Cavaliere, che ha visto sfilare molti big del partito.
Due i messaggi forti lanciati da Berlusconi: la volontà di riscossa contro
Renzi, da far partire proprio dalla Toscana, «cuore rosso del centro di potere
renziano che proprio qui rivela gli aspetti più deteriori»; e, secondo, la
rivendicazione di essere moderati e non lepenisti e demagoghi. Non cita mai
Salvini, Berlusconi, ma il messaggio è rivolto principalmente a
lui.Nell'esordio del suo discorso il Cavaliere parla di banche: «Il decreto
salva banche ha mandato sul lastrico migliaia di famiglie. Banca Etruria è solo
un aspetto ma non è l'unico del sistema di potere del Pd. Già abbiamo vinto ad
Arezzo e a Pietrasanta e sono sicuro che vinceremo anche a
Grosseto».Lontanissimo il clima del Nazareno, sbeffeggiato pure da uno
striscione in bella vista: «Firenze azzurra, no verdina». E infatti Berlusconi
va a testa bassa contro il premier: «Hanno scelto di votare il 5 giugno perché
hanno paura di perdere. E vogliono votare a ridosso delle vacanze sperando che
il popolo dei moderati diserti le urne».E ancora: «Il governo è debole,
inconsistente e inutile nei comportamenti. È ridotto a festeggiare una crescita
dello 0,6% mentre il Jobs act, sorta di droga, ha già fatto finire i suoi
effetti benefici. Renzi ha paura del voto perché è fallito».Quindi sciorina il
suo programma fatto «riforma della magistratura, meno Stato, meno tasse,
chiusura di Equitalia, pensioni alle mamme, norma anti-ribaltone, niente Imu su
prima casa, niente imposte di successione».Giura il Cavaliere: «Ho presentato
il programma a cento persone e 78 mi hanno detto che lo voterebbero». Ma prima
delle politiche ci sono le amministrative e poi il decisivo referendum sulle
riforme costituzionali.Berlusconi non parla di casi specifici né, tanto meno,
del caso Roma dove il centrodestra è ancora sfilacciato. Ma il messaggio è
chiaro: noi siamo i moderati. Certo, l'alleanza con la destra è necessaria e ci
permetterà di vincere ma noi siamo un'altra cosa. «Dobbiamo ripetere quanto
fatto nel '94». E all'epoca si fece addirittura un patto di desistenza con Lega
e Msi.Un concetto ribadito dalla Bergamini: «Agli amici di Lega e Fratelli
d'Italia dico: salvaguardiamo la coalizione nel rispetto delle nostre
diversità».Più esplicito Matteoli: «Ogni tanto Fi ha dato impressione di
rincorrere il pensiero di Salvini e Meloni... E se lo dico io che vengo da
destra...». Idem Lara Comi: «Chi non ha mai lavorato non capisce cosa vuol dire
rispettare la parola data. Chi ha fatto l'imprenditore lo sa...».Ma in fondo
tutti gli interventi, da Brunetta a Santanchè passando per Marin, Ceroni,
Baldelli, Centemero e Gibiino sono all'insegna dell'orgoglio azzurro.Che non
viene scalfito dagli ultimi sondaggi pubblicati dal Corsera secondo cui
Bertolaso sarebbe al 12% mentre Meloni al 20% e, soprattutto, se la giocherebbe
in un eventuale ballottaggio. Ma la risposta dalle parti di Arcore, se non in
chiaro, è la seguente: «Adesso i sondaggi non hanno senso. Bertolaso, di fatto,
non ha ancora iniziato la sua campagna elettorale». Sottotraccia resta,
tuttavia, un pressing interno affinché sia mister Emergenze a mettersi ai box
di sua sponte.
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