Confindustria ha spento
l'ultimo neon, e taglia la luce a Renzi. Così volge alla fine la parabola del
Fenomeno. I suoi fallimenti sono stati da premier e da segretario del Pd. Resta
da spiegare il colpo di Palazzo con cui Napolitano lo ha collocato al vertice
del Paese silurando il fido Letta. Cos'è accaduto davvero? Trasparenza, please.
La stessa che Forza Italia pratica con la sua opposizione, e con la proposta
senza inciuci di un tavolo di coesione nazionale sulla sicurezza e di un
dialogo per regole istituzionali con condizioni di ferro. Renzi sta rottamando se stesso e il
suo partito. Non gli permetteremo di rottamare l'Italia.
Il Rottamatore è un uomo solo e
senza comando. Ha rottamato con una progressione rapida e geometrica
qualsiasi credibilità che si era conquistata, anche presso Forza Italia,
aprendo il tavolo del Nazareno. Ma abbiamo scoperto presto che era un , azzardo
morale una finzione parolaia, e i suoi desideri erano altri: affermare una
sua ventennale , secondo democratura la definizione di Eugenio Scalfari.
Una simulazione di democrazia cavalcata alla fiorentina. La ha avuto il suo
sigillo mortifero ieri, quando anche Confindustria ha staccato la spina al
governo. Si sa che
storicamente, in un Paese manifatturiero come il nostro, non può durare un esecutivo
che abbia all'opposizione il sindacato degli imprenditori. Oggi l'unica grande
impresa (a parte, per ovvie ragioni, di azionariato, Finmeccanica ed Eni) i cui
vertici sono una cosa sola con Renzi, è la Fiat, anzi la , di Fca, che
ha Marchionne però la testa e i piedi altrove, e che non lega certo più
il suo destino a quello del sistema Italia, dalla cui mammella di Stato aveva
succhiato fino a scoppiare, arricchendo i suoi padroni senza confrontarsi
davvero con il mercato. Ieri il presidente Giorgio Squinzi ha avvisato Renzi,
con pesante sarcasmo, che costui non
riuscirà a rottamare
Confindustria. Mentre – è sottinteso – vale il contrario. Il premier è
rottamabile rottamabilissimo, scriverebbe Manzoni. Squinzi ha ragione. Matteo Renzi non
solo ha distrutto le relazioni industriali, non avendo alcuna interlocuzione
né con le imprese né con i sindacati né con i lavoratori, ma ha distrutto
anche qualsiasi dialogo di tipo democratico. I risultati si vedono. È solo
in Italia, è solo in Europa, è solo nel mondo. È solo in Italia perché oltre la pattuglia
dei suoi parlamentari, che, tra l’altro, si riduce sempre di più, non ha nessun
interlocutore nel tessuto economico, sociale e produttivo del Paese (non
solo Confindustria, ma anche Confartigianato, Confcommercio, ecc.), né ha
interlocutori nei corpi intermedi.Il che lo porta a politiche o banali o
insensate o meramente di potere, basti pensare a cosa sta facendo o vorrebbe
fare con Cassa depositi e o con : carne di porco. Prestiti Eni È solo in Europa nonostante la grande
occasione (mancata) del semestre italiano: nessuno se lo fila, non tocca
palla, e nelle quattro crisi che sconvolgono il vecchio Continente
(immigrazione, terrorismo, Ucraina e Grecia) non ha giocato alcun ruolo.
È solo, infine, a livello internazionale perché è
riuscito a essere inutilmente irritante tanto nei confronti di , Putin quanto
nei confronti di, Obama e anche il Fondo Monetario Internazionale, al
pari dell’Ocse, ne ha certificato il fallimento. . L’economia continua ad andar
male Il suo fiasco è su due piani. Quello
di è arcievidente. Sul premier piano internazionaleil campionissimo del
40 per cento, il ragazzo prodigio dell'Europa socialista, ha fatto la fine –
per chi ha memoria calcistica – di Nicolè, fenomenale Pelè della Juventus anni
‘60, spentosi come un cerino.
In Italia gli ha portato male essere giunto al potere non
contando sulla forza delle idee e di una base sociale, ma grazie a un inganno
(il Nazareno, presto svelatosi come un abito su misura della sua prepotenza
autoritaria), e a un colpo di Palazzo.
A questo proposito, una domanda resta inevasa, tra le tante a
cui Napolitano non vuole rispondere a proposito del complotto del 2011, a
proposito della ingenerosa cacciata di Letta da Palazzo Chigi. Ci ripugna
attingere alle intercettazioni pubblicate oggi dal “Fatto”. Di certo non si
capì allora, e pesanti sospetti emergono ora, sulla non proprio limpida e
costituzionale decisione di aprire una crisi finta per insediare Renzi al posto
di Letta, dopo che Napolitano lo aveva praticamente imposto nella primavera del
2013. Quali armi di convinzione Renzi e il suo entourage hanno adoperato per
esercitare una così efficace moral suasion sul Quirinale? Chi sa parli. Enrico
Letta, vittima sacrificale, tradito da Napolitano, dal segretario del suo
Partito, e dagli amicissimi del Nuovo centrodestra, non ha osservazioni da
fare? Trasparenza, please.
Per parte nostra, l'alternativa a questo governo è
trasparentissima. Siamo all'opposizione, oggi, e domani al governo. Stiamo
costruendo il cantiere con Lega e con chi ci sta su Europa, fisco,
sicurezza, immigrazione.
Siamo all'opposizione, ma siamo pronti a un dialogo
condizionato sulle regole. Le condizioni sono ineludibili, e si tengono
insieme, nel senso di favorire tutte il respiro democratico del Paese: riforma
, con competenze costituzionale con Senato direttamente elettivocommisurate
a questa novità; ; premio di coalizione alla Camera referendum in materie
europee(dove registriamo il consenso di Michele Ainis).
Siamo all'opposizione, ma abbiamo proposto e insistiamo
perché il governo istituisca con urgenza il tavolo della coesione e della
sicurezza nazionale, dove condividere informazioni, proposte e decisioni
nel contesto delle crisi incombenti. Renzi è un uomo solo senza comando. Renzi sta rottamando
se stesso e il suo partito. Non gli permetteremo di rottamare l'Italia.
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