Si era capito da tempo che
Vladimir Putin
non e’ una mezza calzetta e che al contrario dei politici nostrani e’ un
eccellente stratega
che azzecca sempre ogni mossa e gli permette di rimanere a galla nonostante
tutti gli attacchi orchestrati dai poteri
forti globalisti. E così, mentre i ministri del governo Renzi insistono
nella loro fallimentare
politica antirussa il leader
russo sta mettendo a punto un piano per creare una linea
ferroviaria ad alta velocita’
tra Atene e Mosca. Il motivo di tale decisione sta nel fatto che dal 2014 la Cosco Cina, una delle
maggiori società di containers del mondo, ha ottenuto in concessione
trentennale la maggior parte dei moli commerciali del porto greco del Pireo, il
primo del Mediterraneo. In questo modo le navi portacontainers cinesi non
saranno più costrette a scaricare in Olanda, nel porto di Rotterdam, ma
potranno fare rotta sul Pireo risparmiando
una settimana di viaggio e da qui nasce l’idea di realizzare un
progetto di alta velocità Mosca-Atene anche al fine di bypassare il Bosforo. Putin da tempo aveva in
mente di realizzare un collegamento ferroviario in grande stile che da Atene
salisse a nord in Macedonia a Salonicco per giungere la Russia ma l’asse che
aveva saldato con l’ex premier conservatore greco Kostas Karamanlis non era
stato sufficiente, anzi era stato bruscamente interrotto. Quest’ultimo infatti
era stato al centro di un tentativo di omicidio si dice proprio per l’eccessiva
vicinanza a Mosca e a Gazprom. Poi nel 2009 fu fatto dimettere per andare a
elezioni anticipate, in seguito vinte dal socialista Giorgios Papandreou, alla
vigilia del quasi default ellenico.
Oggi Putin vorrebbe
riprovarci e, complice la crisi greca con relativa riforma di appalti, lavori
pubblici e privatizzazioni, potrebbe essere proprio la Russian Railways, la più
grande azienda ferroviaria del mondo, a realizzare l’opera.
Propedeutica a tutto ciò,
però, è la partecipazione delle ferrovie russe ai processi di privatizzazione
dei porti greci (Salonicco) e soprattutto della Trainose, l’operatore
ferroviario greco, che ha in pancia un debito da 800 milioni di euro.
La prima apertura
ufficiale da sponda russa risale al settembre scorso, quando il numero uno
della Russian Railways, Vladimir
Yakunin, virò sul porto di Salonicco con conseguente interessamento
anche della Bulgaria nel contesto del nuovo corridoio trans-eurasiatico. Più
volte Yakunin non ha nascosto l’intenzione di realizzare un mega polo integrato di trasporti e
logistica, per cui l’attivismo in Grecia si inserisce proprio
in questa strategia, così come ha sottolineato pochi giorni fa in occasione di
un meeting organizzato dall’ Economist sulle prospettive dell’economia greca.
Se il progetto – come
probabile – andrà in porto ecco che la società russa avrebbe accesso al
trasporto combinato treno-nave nell’intera macroregione del Mediterraneo, senza
dover dipendere dal passaggio attraverso il Bosforo, con una mutazione
oggettiva dello status commerciale e con una serie di prospettive diverse che si
aprirebbero, anche per il mercato stesso del vecchio continente che avrebbe
altre frecce al proprio arco.
Yakunin tra l’altro ha
preso parte lo corso 27 giugno all’Eurispes a Roma al «meeting Razvitie», un
progetto integrato di sviluppo con investimenti stimati in 1,5 trilioni di
dollari e la creazione di 12 milioni di nuovi posti di lavoro per un corridoio
euro-asiatico e proprio il versante asiatico ha subìto un mese fa una vera
rivoluzione copernicana grazie all’accordo per una fornitura trentennale di Mosca
a Pechino da 38 miliardi di metri cubi di gas l’anno, un contratto che e’ il
piu significativo tra quelli siglati da Gazprom.
Ovviamente non e’ una
coincidenza che tale piano viene rivelato a pochi giorni dall’accordo tra
Russia ed Egitto che prevede, tra le altre cose, il raddoppio del canale di
Suez e la creazione di un’area di libero scambio tra Egitto, Russia,
Bielorussia e Kazakhstan e non ci vuole molto a capire che queste decisioni
cambieranno per sempre il quadro geopolitico rafforzando ancora di piu’ la
Russia e accellerando sempre
di piu’ il declino della UE con buona pace dei parassiti di Bruxelles
e di coloro che sostengono che il futuro dell’Italia e’ nell’ Unione Europea .
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