“Noi viviamo certo in una democrazia parlamentare,
perciò la legge di bilancio è un diritto centrale del parlamento. Comunque troveremo
le strade nel quadro esistente della collaborazione parlamentare per far sì che
ciò nonostante essa sia conforme al mercato”. Questa frase, di una gravità
assoluta, è stata pronunciata a settembre del 2011 da Angela Merkel in
riferimento alla legge di bilancio tedesca.
In tre righe essa dimostra
il totale spregio per il
parlamento, la democrazia e la sovranità popolare, perché il succo del suo
discorso è il seguente: “ qualsiasi cosa il parlamento, espressione della
sovranità popolare, dovesse decidere, noi
faremo in modo che esso venga piegato alle esigenze del mercato”.
Il mercato per Angela
Merkel è la tutela del sistema
bancario tedesco, uno dei più inefficienti e strutturalmente
fragili del mondo, e delle poche multinazionali eredità della ex repubblica
federale. La maggior parte delle banche tedesche, difatti, è infarcita di titoli tossici di cui sono
state artefici nella creazione e nella distribuzione a livello mondiale. Proprio per salvare le banche tedesche, la
Grecia è stata letteralmente massacrata: l’uscita dall’euro o
il default totale avrebbe significato ingentissime perdite per il sistema
finanziario teutonico, per cui molto
meglio massacrare i cittadini greci, piuttosto che veder fallire qualche banca.
Riempirsi la bocca con
parole che possono aver presa sulla popolazione e comportarsi esattamente
all’opposto può reggere per un certo periodo, ma poi, come tutti i castelli di carta, è
destinato a crollare. Quindi non deve sorprendere che la Germania sia rimasta
vittima delle sue stesse politiche economiche, con il sistema paese entrato
tecnicamente in stagnazione.
Smantellare il sistema
sociale che ha garantito il benessere in tutta l’Europa occidentale per quasi
cinquant’anni ha presentato il conto, ed è un conto molto, molto salato, anche
per chi ha cercato di imporne la distruzione a tutti gli altri.
Buon senso vorrebbe che si
facesse tesoro degli errori compiuti, invece la Germania sta proseguendo lungo
la china, insistendo perché le politiche di austerità vengano rafforzate in
tutti i paesi della ue, e lasciando che il governatore della BCE, al di là dei
giochi delle parti, porti avanti il “lavoro sporco”, con la richiesta agli
stati membri di cedere ulteriore sovranità al carrozzone corrotto ed
inefficiente che risponde al nome di commissione europea. In fondo questo
rappresenta la cifra del Merkel-operato: la sovranità popolare deve essere
piegata agli interessi del mercato, il suo mercato, quello delle banche, poco
importa se questo significherà rovinare un’intera generazione.
In fondo i politici
tedeschi ci sono abituati.
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