Nei giorni scorsi è balzata alle cronache la notizia di un giro di prostituzione nel centro-nord Italia che aveva come punto di “smistamento” Reggio Emilia, dov'era costantemente in funzione un centralino che rispondeva ai clienti attirati dagli annunci erotici -celati sotto forma di massaggi- pubblicati sui giornali e sul web. Vorrei evidenziare due aspetti. Il primo riguarda la catto-ipocrisia di chi da un lato urla contro la legalizzazione della prostituzione e dall'altro, mentre compra i giornali dove vengono pubblicate paginate con annunci di massaggi “sessuali” a pagamento non dice nulla.
Il secondo aspetto riguarda la necessità di regolamentare il mestiere più vecchio del mondo attraverso una parziale abrogazione della legge Merlin che nel 1958 decretò la chiusura delle case di tolleranza in Italia. Oggi l'attività di meretricio esiste ed è sotto gli occhi di tutti, creando problemi di carattere economico, sociale, sanitario e di sicurezza, oltre che sfruttamento delle donne da parte di uomini senza scrupoli. Togliere dalla strada le “passeggiatrici” riconoscendo la prostituzione come attività professionale -con tanto di pagamento delle tasse, al pari di qualsiasi altra attività economica- sarebbe un segno di civiltà e un passo avanti come oltretutto chiedono da anni le dirette interessate. Fabio Filippi, Consigliere Regionale Forza Italia
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