Daniela
Santanchè, intuendo la grana che le sarebbe arrivata addosso, ha declinato la
nomina a responsabile nazione del fundraising (cioè di raccolta fondi) in Forza
Italia. Già, perchè come ha confidato ieri sera ad Arcore lo stesso Silvio
berlusconi incontrando i responsabili liguri del partito, quello dei finanziamenti
continua a restare un grosso problema in Forza Italia. Anche nella sua versione
2.0. Perchè va bene aprire nuovi club, mettere radici sul territorio. Ma senza
soldi, alla lunga (ma anche alla breve) non si va da nessuna parte. E il
Cavaliere da tempo, ormai, ha fatto capire di non essere più disposto a sganciare
per tutti. Così, ai dirigenti insolventi (la cifra da accreditare a un apposito
conto è per deptatti e senatori pari a 800 euro al mese) sono arrivate le prime
lettere di richiamo, una versione azzurra delle cartelle di Equitalia. E in
alcuni casi le somme arretrate arrivano fino a 50mila euro. "Ci sono tre
tipi di missive - sottolinea un deputato -, la prima evidenzia solo alcune
irregolarità commesse: "Caro amica/o - si legge nella lettera - dalla
verifica che abbiamo effettuato sulla base dei versamenti previsti per ogni
parlamentare (tenendo conto del contributo per l'ultima campagna elettorale,
del contributo mensile e dell’iscrizione a Forza Italia per l’anno 2014),
risulta che il credito nei Tuoi confronti da parte del nostro movimento ammonta
ad Euro... Come sai bene - prosegue la missiva inviata il 17 febbraio - la
nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti e il dovere morale che noi
tutti abbiamo di contribuire alle spese del nostro Movimento, impongono di
adempiere scrupolosamente a questi impegni, sia pur minimi, che abbiamo
assunto. Ti prego perciò di voler provvedere al più presto al saldo residuo dei
Tuoi versamenti". Altri parlamentari, però, hanno ricevuto una lettera in
cui si calca la mano leggermente di più, chiedendo gli arretrati della scorsa
legislatura. In altre missive infine si chiede anche di versare la quota dei
25mila euro che ogni parlamentare avrebbe dovuto versare all’atto della
candidatura.
"Gli
ammanchi vanno oltre il milione di euro", dice un senatore che denuncia
che anche berlusconiani della prima ora non hanno mai pagato un euro eppure
sono stati candidati. Ora si dovrebbe cambiare registro: niente più candidatura
se non si è in regola con i versamenti, e per gli inadempienti scatterebbe la
denuncia al collegio dei probiviri. La lettera è firmata da Sandro Bondi in
qualità di amministrazione nazionale e commissario straordinario.
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