APPRODA IN TRIBUNALE LA CAUSA PROMOSSA
DAI LETTORI DEL GIORNALE CONTRO L’EX MAGISTRATO INGROIA SULLA NASCITA DI FORZA
ITALIA. CAUSA PATROCINATA DALL’AVV. LIBORIO CATALIOTTI. HANNO ADERITO IN TANTI
ANCHE RIDOLFI, GALASSINI, BAZZONI…
Causa 2134, iscritta
presso il Tribunale di Roma con udienza prevista ai primi di gennaio.
L'avvocato reggiano Liborio Cataliotti ha dovuto faticare non poco per
iscrivere a ruolo la causa: «Dal Guatemala a Palermo passando per la Val
d'Aosta – racconta l'avvocato al Giornale – Ingroia in questo anno è stato dappertutto. Non è stato
facile perché la giurisprudenza ha delle disposizioni precise per le cause
contro i magistrati». Ma adesso, dopo la fallimentare esperienza politica e il
flop elettorale, Ingroia non è più magistrato. «Così abbiamo potuto iscrivere
la causa a Roma che è il luogo dove l'accusa di Ingroia ha avuto la maggior
enfasi e dunque il maggior danno». Qual è l'oggetto del contendere? Il 29
novembre 2012 in un articolo sul Fatto quotidiano l'allora pm presentava, in un
articolo, un capitolo del suo libro «Io so» una tesi choc, ma ampiamente
smentita dalle indagini: «Forza Italia è nata da interessi di Cosa nostra con
dell'Utri». Un'accusa infamante, che fece sobbalzare in pochi giorni migliaia
di simpatizzanti azzurri, di ex dirigenti, di parlamentari eletti nelle fila
del movimento politico che rivoluzionò la politica nel '94 con la discesa in
campo di Silvio Berlusconi. Ma c'è di più: Ingroia aveva anche sostenuto che
tutta la produzione legislativa successiva di Forza Italia nasceva con questo
scopo. «Preconcetti assurdi e infamanti nei confronti degli oltre 8.500
simpatizzanti che hanno spontaneamente protestato e aderito ala causa civile
diventando de facto i primi supporter della nuova Forza Italia di imminente
rinascita», insiste Cataliotti che spiega come Ingroia abbia ammesso egli
stesso come quella tesi non fosse sostenuta da nulla. «Sconfessata da indagini
e inchieste: la magistratura non ha mai trovato nulla di nulla a favore di
questa accusa, Ingroia ne era consapevole in quell'articolo, ma era fermo nel
ribadire che si trattava comunque di una verità storica anche se sconfessata
dalle indagini». Ingroia dovrà così comparire davanti al giudice e produrre le
prove di quelle affermazioni mentre il giudice fisserà i termini per le
richieste istruttorie delle parti. Nel procedimento resterà sub judice soltanto
il primo aspetto, cioè l'accusa della nascita favorita da un patto con Cosa
nostra perché il procedimento a carico di dell'Utri dalla Cassazione alla Corte
d'Appello è ancora in atto. La seconda accusa, quella della produzione
legislativa influenzata dai pizzini di picciotti e boss invece andrà avanti più
spedita. In caso di condanna Cataliotti ha detto di aver lasciato una richiesta
indeterminata di risarcimento: «Che comunque andrà devoluta in beneficenza».
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