sabato 31 agosto 2013

IL COLLE RIBALTA LA CONSUETUDINE E “REGALA” 4 SCRANNI A VITA. LA CARTA NE IMPONE 5 IN TOTALE ORA SIAMO A QUOTA 6 CON CIAMPI E MONTI


Ribaltata la consuetudine costituzionale -  Il Colle però con questa scelta ha un pò ribaltato la consuetudine costituzionale. La Carta infatti prevede la nomina di 5 senatori a vita in totale. La legge e la Costituzione in merito sono chiare. Il Senato a vita è un'onorificenza interconnessa con la più alta carica dello Stato. Vi si accede di diritto dopo essere presedenti della Repubblica, appena finito il mandato. Oppure si è nominati per iniziativa del Capo dello Stato e anche qui si può rifiutare come fecero Indro Montanelli e Francesco Cossiga. Il presidente può scegliere 5 senatori a vita tra gli italiani con meriti scientifici, sociali, artistici e culturali. E' incerto se 5 in totale, oppure 5 per ogni presidente, ma negli ultimi tempi l'interpretazione è di cinque senatori complessivi che siedono contemporaneamente a palazzo Madama. In questo momento in carica sono due, Carlo Azeglio Ciampi e Mario Monti. Ecco cosa dice l'articolo 59 della Costituzione: "È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario". Figure, quelle scelte dal Colle, indubbiamente di altissimo profilo umano e professionale. Altrettanto indubbiamente, nelle loro dichiarazioni pubbliche hanno, chi più chi meno, espresso negli anni posizioni più vicine alla sinistra che alla destra. "Basta senatori a vita" - Ma la nomina dei senatori scatena anche polemiche feroci contro il "sistema della casta". Da tempo gli italiani chiedo l'abolizione della carica. Di fatto i senatori a vita hanno diritto per nomina ad uno stipendio da parlamentare e a un vitalizio. In un momento come questo cresce la rabbia per "i privilegiati". Così su facebook il parere è unanime: "i senatori a vita non servono a nulla, aboliamoli". Dello stesso parere è Enrico Mentana che sempre sul social network attacca il Quirinale: "Giorgio Napolitano (88 anni) nomina senatori a vita Abbado (80), Rubbia (79) e Piano (76), ma anche Cattaneo (51) e spiega che quest'ultima scelta è un tributo ai giovani (!). È lo stesso giorno in cui la disoccupazione giovanile arriva al 39.5% e tra gli occupati under 30 oltre metà sono precari. Non c'è niente da fare: sono due mondi diversi, incomunicabili, tendenzialmente antagonisti. La maggioranza assoluta dei giovani laureati in architettura non solo non sarà mai un Renzo Piano, ma neanche un architetto. Altro che Imu...". Insomma per "mitarglietta" regalare uno scranno a 4 "nominati" di cui 3 over 75 è uno sgarbo al mondo giovanile che arranca per trovare spazio. (I.S.)

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