IL COLLE
RIBALTA LA CONSUETUDINE E “REGALA” 4 SCRANNI A VITA. LA CARTA NE IMPONE 5 IN
TOTALE ORA SIAMO A QUOTA 6 CON CIAMPI E MONTI
Ribaltata
la consuetudine costituzionale -
Il Colle però con questa scelta ha un pò ribaltato la consuetudine
costituzionale. La Carta infatti prevede la nomina di 5 senatori a vita in
totale. La legge e la Costituzione in merito sono chiare. Il Senato a vita è
un'onorificenza interconnessa con la più alta carica dello Stato. Vi si accede
di diritto dopo essere presedenti della Repubblica, appena finito il mandato. Oppure si è nominati per
iniziativa del Capo dello Stato e anche qui si può rifiutare come fecero Indro
Montanelli e Francesco Cossiga. Il presidente
può scegliere 5 senatori a vita tra gli italiani con meriti scientifici,
sociali, artistici e culturali. E' incerto se 5
in totale, oppure 5 per ogni presidente,
ma negli ultimi tempi l'interpretazione è di cinque senatori
complessivi che siedono contemporaneamente a
palazzo Madama. In questo momento in carica sono due, Carlo Azeglio Ciampi e
Mario Monti. Ecco
cosa dice l'articolo 59 della Costituzione: "È senatore di diritto e a
vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente
della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno
illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico,
artistico e letterario". Figure, quelle scelte dal Colle, indubbiamente di
altissimo profilo umano e professionale. Altrettanto indubbiamente, nelle loro
dichiarazioni pubbliche hanno, chi più chi meno, espresso negli anni posizioni
più vicine alla sinistra che alla destra. "Basta
senatori a vita" - Ma la nomina
dei senatori scatena anche polemiche feroci contro il "sistema della casta". Da tempo gli
italiani chiedo l'abolizione della carica. Di fatto i senatori a
vita hanno diritto per nomina ad uno stipendio da parlamentare e a un vitalizio.
In un momento come questo cresce la rabbia per "i privilegiati". Così
su facebook il parere è unanime: "i senatori a vita non servono a nulla,
aboliamoli". Dello stesso parere è Enrico Mentana che sempre sul social network attacca il Quirinale:
"Giorgio Napolitano (88 anni) nomina senatori a vita Abbado (80), Rubbia (79) e Piano (76), ma anche Cattaneo (51) e
spiega che quest'ultima scelta è un tributo ai giovani (!). È lo stesso giorno
in cui la disoccupazione
giovanile arriva al 39.5% e tra gli occupati under 30
oltre metà sono precari.
Non c'è niente da fare: sono due mondi diversi,
incomunicabili, tendenzialmente antagonisti. La maggioranza assoluta dei
giovani laureati in architettura non solo non sarà mai un Renzo Piano, ma neanche
un architetto. Altro che Imu...". Insomma per "mitarglietta"
regalare uno scranno a 4 "nominati" di cui 3 over 75 è uno sgarbo al
mondo giovanile che arranca per trovare spazio. (I.S.)
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