Sia chiaro: Berlusconi, anche nell'ipotesi di una
condanna in terzo grado, resta il leader indiscusso del movimento che ha
fondato. L'unico con il carisma e la visione politica in grado di guidare in
Italia il grande popolo dei moderati e dei liberali, un popolo che anche alle
ultime elezioni - nonostante vent'anni di processi e di persecuzioni
giudiziarie - gli ha consegnato dieci milioni di consensi. Un terzo
dell'Italia. Una forza decisiva per il presente e per il futuro. Non sarà
dunque il verdetto della Cassazione a far cambiare idea sul proprio leader ai
moderati, che da sempre sono la maggioranza in Italia. Anzi, come stanno
rivelando i sondaggi, una condanna farebbe addirittura crescere i consensi
verso Berlusconi, che dopo le elezioni del febbraio scorso non ha sbagliato una
mossa, e con grande senso di responsabilità ha indicato per primo le soluzioni
politiche poi adottate per la riconferma di Giorgio Napolitano al Quirinale e
per la costituzione del governo Letta-Alfano, l'unico possibile per evitare
all'Italia gli assalti della speculazione finanziaria e mettere in campo le
misure idonee per la ripresa, e per una presenza meno genuflessa in Europa. Per
questo, comunque vada, saranno i
fatti recenti e le indicazioni sagge per il futuro a confermare la leadership
di Berlusconi davanti al popolo dei suoi sostenitori. Un ruolo che il
leader potrà svolgere in modo efficace anche senza sedere su uno scranno
parlamentare: per dare indicazioni di buon senso agli italiani che amano la
libertà basteranno la rete internet e i media.
Non è utopia, questa. Interrogati dai media,
numerosi deputati e senatori hanno dichiarato in questi giorni che sarebbero
orgogliosi di continuare il loro impegno politico sotto la guida di Berlusconi
anche in caso di condanna. Sanno che la capacità di Berlusconi di interpretare
i sogni ed i bisogni di milioni di italiani di tutte le tendenze, dai moderati
ai liberali ai riformatori, non ha eguali. E' il quid che fa di Berlusconi un
grande leader. Vale per le tasse:
in passato la sinistra è sempre stata il partito del "tassa e spendi";
Berlusconi ha sempre cercato il meno tasse per tutti. Vale per la casa: per
noi, come per milioni di famiglie, un bene sacro da non colpire con l'Imu
quando si tratti di prima casa.
Vale per
le imprese:
un antagonista per gli altri, mentre per noi è l'unica vera fonte per produrre
ricchezza e lavoro.
Vale per
le grandi opere infrastrutturali: per gli altri un attentato all'ambiente, per noi
uno strumento necessario per ammodernare l'Italia.
E vale
per le grandi riforme istituzionali: per noi la vera via
maestra per rendere l'Italia un paese governabile, e farla finita con l'eccesso
di burocrazia, con la giustizia politicizzata, con il fisco nemico, che
impoverisce le famiglie e uccide le imprese.
E' con messaggi concreti come questi che negli
anni Berlusconi ha trasmesso agli italiani il significato del suo impegno
politico, il suo amore per l'Italia, il suo spirito di servizio al Paese. Gli
italiani lo hanno apprezzato per vent'anni, e continueranno a farlo anche dopo
la sentenza della Cassazione. Comunque vada.
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