Il 26 giugno 1980 Salvatore Buzzi uccise il
suo socio Giovanni Gargano
con 34 coltellate.
Non solo. Inizialmente tentò anche di incolpare dell’omicidio la sua fidanzata
dell’epoca, una prostituta brasiliana.
Il Buzzi viveva al di sopra delle sue possibilità,
infatti girava con un’auto da 12 milioni di lire e viveva in un discreto
appartamento con la fidanzata brasiliana di cui sopra. Rubava assegni dalla banca per permettersi
questo tenore di vita, il socio Gargano li incassava. Gargano
era un pregiudicato all’epoca ventenne. il Buzzi decise di eliminarlo in quanto
il Gargano aveva cominciato a ricattarlo. (wikipedia)
Fu abile nello sfruttare
le possibilità che lo stato italiano offre ai detenuti, si atteggiò a detenuto modello e nel 1983
fu il primo carcerato a
laurearsi in cella in Italia. La sinistra italiana fu tutta commossa e ammirata per
questo “vecchio compagno che ha smarrito la buona strada ma l’ha poi ritrovata alla grande”.
Condannato a 25 anni per
omicidio, rimase in carcere per 11 anni fino al 1992, quando il Presidente Oscar Luigi Scalfaro,
commosso dalla redenzione del “compagno
che sbaglia”, gli concesse la grazia e lo liberò.
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