Il sito internet
dell’esecutivo doveva celebrare i trionfi del premier, ma c’è poco o nulla
«Sei tutto chiacchiere e
distintivo!»: urlava un eccezionale Robert De Niro in un celebre film, tanto
che la frase è diventata un tormentone, per indicare coloro che parlano
parlano... e non combinano niente.
Il sito internet del
governo (quello di Renzi, beninteso) «Millegiorni», doveva celebrare i trionfi
quotidiani di don Matteo e invece è diventato il simbolo di come il premier si
sia impantanato in un cammino che doveva essere di annunci di successi
quotidiani e si è trasformato invece in un repertorio di lunghi silenzi
intervallati da sporadiche notiziette tirate per i capelli. Basta provare a
collegarsi con http://passodopopasso.italia.it/ e leggere quello che c’è
scritto, per verificarlo. Tante belle immagini, tante «frasi ad effetto» e
niente di più. Interattività, manco a dirlo, zero.
Appena ci si collega con
il sito si viene accolti dall’immagine di un operaio (di spalle) con camicia a
quadretti, giubbotto catarifrangente e caschetto d’ordinanza (come non se ne
vedono mai nelle migliaia di cantieri che infestano l’Italia come la peste) con
la scritta: «ISTAT: gli occupati tornano a crescere». Finalmente una buona
notizia, per decifrare i dati serve una laurea alla Normale di Pisa, ma almeno
sono notizie recenti: scaricate il 2 dicembre 2014 alle 20,23. Non è un gran
ché, calcolando che internet lavora sui minuti, ma sempre meglio che «La prima
parte del piano del Governo contro il dissesto idrogeologico», la seconda slide
che accoglie il visitatore, datata 20 novembre 2014, ore 18,12.
La prima riflessione è: ma
che senso ha registrare l’ora di una notizia che non viene aggiornata da due
settimane? Poi, andando avanti, troviamo notizie «fresche fresche» di epoca
paleolitica. Nell’ordine: «I fondi europei per la coesione»: giovedì 13
novembre 2014 ore 21,21; «Fondo strutturale per le non autosufficienze»:
venerdì 7 novembre 2014, ore 18,45; «Bonus Bebè: come funziona e chi ne ha
diritto»: venerdì 31 ottobre 2014 ore (pomeridiane) 15,27.
Il sito nasce
ufficialmente il primo settembre 2014 (in fondo non tanto tempo fa) con un
annuncio sul dominio del governo: «Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha
presentato in conferenza stampa il sito dei "Millegiorni”. Hanno
partecipato il sottosegretario Graziano Delrio e il ministro Maria Elena
Boschi». Renzi quel primo settembre disse: «Questo per noi è il giorno della
partenza del count down» e mostrò l’immancabile slide sull’immancabile
maxischermo. Su quella slide (si può verificare su Youtube) appariva nel sito
appena varato una notizia ancora oggi presente: «Dimezzamento dei permessi
sindacali, un risparmio da 10 milioni». Va bene che il risparmio partirà dal
2015, ma possibile che nei tre mesi successivi alla data dell’inaugurazione non
sia accaduto nulla di più interessante per «rinfrescare» le notizie? La
realizzazione del sito è stata affidata, nei tempi non troppo lontani della
creazione, all’agenzia di comunicazione Proforma. Una società, questa, che da
tempo lavora a braccetto con i responsabili della comunicazione del premier.
Anche se, nell’elenco dei clienti dell’agenzia di comunicazione, non mancano,
oltre al Pd e a Matteo Renzi, Sel di Nichi Vendola, Rifondazione Comunista, i
cari, vecchi Ds, la Città di Bari, la Regione Puglia, La Feltrinelli e, magari
nel futuro, potrebbe esserci anche il formaggino Mio.
L’impressione è che il
sito nato per registrare i trionfi quotidiani del governo Renzi si sia trovato
a corto di avvenimenti, sembra quasi di avere a che fare con un campo incolto,
ma il problema non sono i pubblicitari o i comunicatori che se ne occupano,
quanto piuttosto la materia prima: le notizie.
Andando a cliccare sulle
news, subito dopo i dati Istat dell’altroieri, appare la notizia del discorso
di Renzi a Londra, datato, 20 ottobre che, per internet, vuol dire in epoca
preromana-tardo etrusca. Di certo non è possibile prendersela con la sollecita
agenzia di comunicazione, perché loro, certamente, se c’è qualcosa da mettere
nel sito ce la mettono. E andando a cliccare sull’immancabile link della
Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea si viene anche
istantaneamente dirottati sull’omonimo sito dove è possibile leggere un
interessante articolo sul pecorino crotonese. Ma, con buona pace dell’Istat, la
disoccupazione giovanile in Germania è contenuta al 4 per cento. In Italia è
meglio non pensarci. Antonio Angeli
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