mercoledì 29 agosto 2012

PROVINCIA UNICA DELLA ROMAGNA, RIMINI IN RIVOLTA CONTRO L’ASSE TRA FORLI E RAVENNA


SPUNTA L’IPOTESI REFERENDUM. ANCHE IL PDL RIMINISE LA PENSA DIVERSAMENTE
Rimini, 28 agosto 2012 - RAVENNA ‘capitale’ della Romagna? «Non rinunceremo alle nostre prerogative per ordini superiori, questo non è un risiko in cui si scimmiotta Yalta: è una partita che riguarda la vita delle persone, non la spartizione a capocchia di sedi e poltrone». Lo afferma il presidente provinciale riminese, Stefano Vitali, che critica il Pd mentre i quattro segretari del Partito democratico romagnolo marciano spediti verso il progetto della maxi Provincia. E mentre spunta l’inedita ipotesi referendum, Vitali si dice «molto preoccupato perché vedo che il Pd e qualche amministratore del Pd, con mosse incaute, stanno dando l’impressione di avvallare un disegno ristretto di gestione di un processo complesso» (con il via libera alla Spending review resta poco più di un mese per portare lo schema di riordino al Cal, Consiglio delle autonomie locali dell’Emilia Romagna). Vitali sembra condividere una preoccupazione di tanti. Ovvero, che quelli del Pd «abbiano già deciso in federazione ciò che i sindaci e i presidenti delle Provincie dovranno ‘proporre’ nel Cal e che l’assemblea regionale dovrà ‘deliberare’ sul tema delle Province», come sostiene Marco Lombardi. Si spiegano in questo quadro le recenti stilettate tra il capogruppo provinciale Pd Lino Gobbi e il segretario provinciale Emma Petitti. Col Pd litigante il rischio è che Rimini venga fatta a pezzi e spartita voracemente dalle consorelle di Romagna, col placet di Bologna. Il rischio è che il territorio venga svuotato di contenuti: ci si riferisce al destino di Prefettura, Questura, Comando dei carabinieri e della Finanza, Camera di Commercio con i suoi corposi investimenti patrimoniali in fiera, palacongressi, aeroporto ecc.


«Il Pd a Bologna, a Ravenna, a Forlì, a Cesena e anche a Rimini — avverte Vitali con toni ufficiosi ma inusualmente duri ed espliciti — deve fare molta, ma molta attenzione perché il tessuto sociale, economico e istituzionale riminese credo proprio che non rinuncerà con ogni mezzo a difendere i propri interessi territoriali, che sono frutto di sacrifici e primati veri e dunque non negoziabili. Se c’è chi pensa che, come purtroppo è accaduto molte volte nella storia, la sinistra balneare riminese festaiola e vacanziera rinuncerà a tutelare le proprie prerogative per ordini superiori, questa volta è completamente fuori strada». A una recente festa del Pd il sindaco ravennate Fabrizio Matteucci e il sindaco forlivese Roberto Balzani si sono detti d’accordo su Ravenna capoluogo della maxi Provincia, e che per la futura Ausl di Romagna si possa pensare alla cesenate Pievesestina. «Basta coi primattori — tuona il presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi —: inutili e inopportune queste esternazioni». Il Pdl, con Sergio Pizzolante, Marco Lombardi e Fabrizio Miserocchi, parla di «disattenzione del sindaco di Rimini, scavalcato dai colleghi di Forlì e Ravenna». E poi: «Tentativo del Pd regionale di condizionare la vicenda secondo equilibri interni, e quando prevalgono gli interessi del Pd, Rimini ci perde perché non conta nulla sula piano regionale». Il Pdl «denuncia con forza l’inerzia o peggio la sudditanza del Pd riminese, e la sua assurda pretesa di interpretare da solo il sentire comune. Questa discussione non può rimanere rinchiusa nelle sedi del Pd e deve essere allargata alla società civile». Il Pdl proporrà «a giorni un confronto pubblico sull’argomento»». Intanto annuncia il «coltello tra i denti» e si dice «pronto ad ogni iniziativa straordinaria... sulle infrastrutture materiali e immateriali di proprietà della Provincia di Rimini». «Non saremo mai disponibili a cedere a Bologna o peggio a Ravenna ciò che i cittadini del nostro territorio hanno saputo costruire con la propria iniziativa e con le proprie capacità».

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