GALASSINI SI ERA DISCATTATO
IL 17 NOVEMBRE 2015
Bocciato Palmizio e finita
la campagna elettorale "inizieremo pertanto da subito con un’opposizione
forte alla giunta De Pascale, coordinata con la coalizione che sosteneva e
sostiene Massimiliano Alberghini e proseguiremo con una capillare
organizzazione dei comitati del NO al referendum costituzionale e a quello
sull’Italicum"
Il Capogruppo di Forza
Italia in consiglio comunale a Ravenna, Alberto Ancarani, rieletto con 423
preferenze alle ultime elezioni, già coordinatore provinciale del Popolo della
libertà eletto dal congresso, consigliere nazionale ANCI e il responsabile
provinciale del partito azzurro, Bruno Fantinelli, punto di riferimento degli
eletti e dei dirigenti di Forza Italia di tutta la provincia, in accordo con
Fabrizio Dore coordinatore provinciale Forza Italia Giovani con eletti e
attivisti di Lugo, Cervia, Bagnacavallo, Casola Valsenio, Massa Lombarda,
Castel Bolognese, Russi, Alfonsine, Fusignano, Cotignola dichiarano guerra al
coordinatore regionale di Forza Italia Palmizio.
"Il coordinamento
regionale di Forza Italia è inadeguato e deve al più presto essere rinnovato in
quanto non sussiste più alcuna fiducia fra la persona del coordinatore e la
maggioranza dei militanti della regione. - In particolare la Romagna è stata
abbandonata a se stessa, senza un raccordo politico su temi fondamentali quali
Ausl Romagna (area vasta), “provincione” e temi fondamentali per il futuro
della Romagna stessa. Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, in attesa
che vengano assunte le decisioni conseguenti da parte del Presidente Berlusconi
- cui auguriamo una pronta e gagliarda guarigione e a cui non abbiamo alcuna
intenzione di forzare la mano - da questo momento la stragrande maggioranza dei
dirigenti, degli eletti e dei militanti di Forza Italia della provincia di
Ravenna dichiara di non riconoscere più l’autorità del Coordinatore Regionale
Massimo Palmizio né della sua vice-coordinatrice assistente parlamentare.
Significa che qualunque nomina, provvedimento o attività che verrà promossa o
intrapresa da tale duo, per quanto riguarda la Provincia di Ravenna sarà
considerata come carta straccia."
"Abbiamo più volte
chiesto a gran voce un moto di democrazia interna che desse a Forza Italia quel
respiro di innovazione che gli elettori, anche punendoci elettoralmente, da
tempo chiedono. - continuano
gli azzurri ravennati - La risposta del coordinatore regionale
è stata solo quella di dividere, mettere zizzania, punire i coordinatori
inizialmente nominati da lui ma troppo autonomi nominandone altri che gli
rispondessero come soldati, pena la loro defenestrazione. A questo punto
abbiamo deciso di dare una
notizia al coordinatore
regionale, una notizia che parte da Ravenna, e che arriva anche da altre
province, a partire da quella di Forlì-Cesena dove a Cesenatico è andato in
scena il suicidio di Forza Italia per mano dell’emanazione locale del duo
sopracitato, o come nel caso di Ferrara, dove nel comune di Cento, pur di non
far eleggere sindaco il forzista storico Fabrizio Toselli – che avrebbe potuto
fargli ombra in chiave nazionale - Palmizio ha deciso di appoggiare il
candidato della Lega senza impuntarsi con gli alleati sul nome che poi gli elettori
di Cento hanno scelto con un plebiscito al ballottaggio."
"Visto che Massimo
Palmizio ci ha impedito in questi anni qualunque forma di organizzazione e di
democrazia interna, a Ravenna la fase congressuale ce la siamo scelti da soli e
si è svolta nella forma più solenne possibile, quella che prende il nome di
“elezioni comunali” e viene convocata con una legge dello stato. - si legge ancora - Tale
“congresso” di Forza Italia ha sancito inequivocabilmente chi abbia titolo a
detenere la leadership del nostro movimento sul territorio della provincia di
Ravenna. Ci siamo visti costretti ad assumere la decisione di rendere pubblica
tale insanabile frattura in quanto è divenuto inaccettabile il clima da caccia
alle streghe e di “odio politico” posto in essere dal coordinatore nei
confronti del gruppo dirigente di Forza Italia Ravenna, considerato non
sufficientemente addomesticabile. Sappiamo anche che nei prossimi giorni il
coordinatore, com’è nel suo stile, potrebbe elargire incarichi a soggetti di
seconda, terza o quarta fascia, utilizzando il metodo che ha già posto in
essere in tante località della regione: dare un titolo a persone che in tal
modo non potranno che essergli grate e dunque anziché il bene del territorio
faranno quello ritenuto tale da un coordinatore regionale che non ha alcuna
dimestichezza con il consenso, non avendo mai dovuto chiedere voti di
preferenza se non alle elezioni europee del 1995 nelle quali peraltro non venne
eletto."
"Per noi, il
coordinatore provinciale o quello che noi riteniamo tale resta e resterà Bruno
Fantinelli, che ha rappresentato in questi due anni difficili la giusta sintesi
della rete provinciale del movimento azzurro. - insiste la nota dei forzisti ravennati -
Abbiamo dovuto sopportare l’invadenza di una segretaria del coordinatore che
proprio quest’ultimo due mesi fa ha addirittura promosso, da assistente
parlamentare a vicecoordinatrice regionale con un gesto di autoritarismo fine a
se stesso. Il clima di questi mesi preparatori alla campagna elettorale, nel
quale l’obiettivo del coordinatore regionale era principalmente quello di non
fare rieleggere Alberto Ancarani utilizzando ogni mezzo – a partire da strani
incontri e tentativi di alleanza non condivisi dagli azzurri di Ravenna - ci ha
costretti a un impegno volto più a difenderci dagli attacchi interni, che a
combattere gli avversari politici come invece i nostri elettori giustamente
chiedevano. Abbiamo pertanto deciso, ora che la campagna elettorale è
terminata, di riprenderci lo spazio politico necessario all’attività
quotidiana. Inizieremo pertanto da subito con un’opposizione forte alla giunta
De Pascale, coordinata con la coalizione che sosteneva e sostiene Massimiliano
Alberghini e proseguiremo con una capillare organizzazione dei comitati del NO
al referendum costituzionale e a quello sull’Italicum."
"Allo stesso modo
organizzeremo una squadra di coordinamento che tenga vivo il partito sul
territorio senza bisogno di timbri o lasciapassare del coordinamento regionale
che per quanto ci riguarda non esiste. Non abbiamo dunque alcuna intenzione di
partecipare ad intrighi di palazzo interni al movimento politico a cui
apparteniamo, ma solo di rispondere agli elettori, compresi quelli che per
ragioni varie hanno deciso di abbandonarci negli ultimi anni. L’azione di Forza
Italia locale e nazionale non può che ripartire da alcune scelte forti la cui
più plastica espressione è il taglio di rami secchi. Dai parlamentari privi di
consenso e contatto con il territorio fino ai candidati sindaci tesserati Forza
Italia sconfitti malamente alle comunali. L’inconsistenza della leadership
regionale di Forza Italia è ancora più evidente se si confrontano i risultati
elettorali dell’Emilia Romagna con quelli di una regione con caratteristiche
simili quale la Toscana. Presenti e concordi sono anche Marco Casali,
capogruppo consiliare a Cesena e appena defenestrato come responsabile
provinciale di Cesena dallo stesso Palmizio e Lina Amormino assessore al
bilancio della giunta Buda di Cesenatico e campionessa di preferenze nella lista
civica che sosteneva la riconferma di Buda".
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