lunedì 10 agosto 2015

SE 176 SEMBRAN POCHI…….


Nel novembre 2011 per molto meno, senza alcuna bocciatura, ed anzi dopo un voto favorevole della Camera, il Presidente Napolitano convocò Silvio Berlusconi e gli impose le dimissioni.
Ora, con scarsissima sensibilità istituzionale e personale, il Presidente emerito Napolitano cerca di precostituire una strada per il suo successore, chiedendo con il suo silenzio di avallare una sorta di moral suasion di un Quirinale ombra. Inutile che il premier faccia riferimento alle 46 fiducie fin qui ottenute. Proprio il numero esagerato dice che Renzi ha dovuto piegare costantemente con la logica della prova di forza la propria maggioranza. Ha dovuto farlo su questioni secondarie e dopo aver in ogni modo impastato compromessi non da governo serio, ma da non-governo.
UN NON-GOVERNO CONCLAMATO CHE VUOLE IMPORCI UN'AUTOCRAZIA. VEDI ALLA VOCE EUGENIO SCALFARI. Quello di Renzi è oggi un non-governo conclamato, tirarne in lungo la sua esistenza significa lasciar sprofondare l'Italia nel disastro, nel non-essere. La realtà che ci assedia da ogni parte impone una decisione che non può farsi imporre la tregua dal generale agosto. Come dimostrano i tentativi dalla parte della non-maggioranza (vedi Zanda e Martina), il tentativo è di nascondere nella carta colorata della disponibilità al cambiamento un vero e proprio imbroglio.
L'editoriale odierno di Eugenio Scalfari è incontrovertibile sulla questione del disastro per la nostra democrazia contenuto nel combinato disposto di Senato non elettivo, ridotto a dopolavoro senza peso e senza dignità, e una legge elettorale che porterebbe il Paese fuori dal novero dei Paesi occidentali, nel territorio oscuro della autocrazia.

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