Intervista a RENATO BRUNETTA su il Corriere della Sera . «Questo governo ha fondamenta fragilissime. Renzi ha bisogno di difendersi giorno per giorno dagli eterni gufi, dai 25o 29 senatori del suo Pd che lo aspettano al varco... Siamo alla quarantacinquesima fiducia, il clima è pesante: che tipo di riforme possono venir fuori da una situazione così?». Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ripete da tempo che «prima Matteo Renzi se ne va, meglio è».
Ed è anche sempre più convinto che, qualora si verificasse la circostanza, servirebbe un esecutivo di Grande coalizione? «Angela Merkel, nel settembre 2013, ha preso il 41,5 per cento dei consensi, e non ha ottenuto la maggioranza assoluta per 5 voti. Dopo 2 mesi e un documento di 185 pagine, ha costruito la Grosse Koalition con i socialdemocratici che tuttora governa in modo stabile e credibile la Germania». L`Italia ha meccanismi elettorali diversi. «Pochi mesi prima delle ultime elezioni tedesche, in Italia il centrosinistra ha vinto con uno scarto dello 0,37 per cento. Scattò il premio di maggioranza alla Camera e nessuno a sinistra ipotizzò una Grande coalizione. Poi sia centrodestra che centrosinistra si sono sfasciati e, da allora, è instabilità totale». Eppure c`è stato un periodo di larghe intese, con Enrico Letta a Palazzo Chigi. «Sì, ma è finito presto a causa della violenta decadenza di Berlusconi da senatore, della prima scissione di Forza Italia a cura degli alfaniani e dell`avvento di Renzi». Con il quale, però, avevate siglato il patto del Nazareno. «Il Nazareno era
pensato per portare a compimento le riforme, e io ho sempre detto che non era possibile partecipare al cambiamento istituzionale e contemporaneamente sedere all`opposizione. Infatti abbiamo visto come è andata a finire. Dalla fine del Patto nel governo è caccia continua ai soccorsi rossi, gialli, blu e verdini per provare ad avere i numeri al Senato: ma continuano a mancare. Altro che legislatura costituente, questa è la legislatura dei transfughi al quadrato e al cubo». Crede che l`addio di Renzi sia un`ipotesi realistica? «Se Renzi e il suo giglio magico cadranno, sarà, diciamo così, per la contraddizione di termini del loro sistema di potere violento e accelerato». Più concretamente? «Renzi può cadere sul fronte della magistratura, cosa che non gli auguro, oppure per l`ennesimo agguato della sua minoranza. Del resto, ha lanciato un`Opa ostile al Pd, lo ha snaturato, e questo provoca traumi psicopolitici spaventosi nel suo partito. Senza contare che l`attuale maggioranza assoluta è inficiata da 130 deputati dichiarati incostituzionali in quanto figli del premio di maggioranza che la Consulta ha bocciato».Ritiene che la minoranza del Partito democratico abbia il potere di far cadere il governo? «Insomma, la politica è una scienza esatta: tanto più Renzi si "verdinizza", tanto più gli si allarga la fronda a sinistra, e soprattutto nell`opinione pubblica di quell`area. I 25-29 senatori dissidenti vogliono cambiare la riforma del Senato e l`Italicum; e anche noi lo vogliamo. Come la mette e come la gira, a Renzi mancano 15-20 voti a Palazzo Madama». In caso di crisi, però, Renzi potrebbe chiedere elezioni. E voi non sembrate pronti ad affrontare la sfida. «In questo Paese è il presidente della Repubblica a decidere se sciogliere le Camere». Il ritorno alle urne è tema forte presso l`opinione pubblica, che probabilmente non gradirebbe un quarto presidente del Consiglio non scelto dall`elettorato. In Germania la Merkel è stata votata. «Sarebbe un`altra anomalia, una quarta ferita, sì. Ma ci troviamo in una situazione di precarietà avvelenata, di forzatura istituzionale e costituzionale. E credo che una Grosse Koalition, nata da un`approfondita trattativa e da un dettagliato programma, consentirebbe di varare serenamente le riforme necessarie al Paese tanto in campo costituzionale che in campo economico. E sarebbe la vera pacificazione». RENATO BRUNETTA
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