L’aliquota sui rendimenti dovrebbe passare dall’11,5%
ad almeno il 20%. Il che determinerà un effetto meccanico e matematico: la
riduzione corrispondente del montante contributivo individuale su cui saranno
calcolate, su base attuariale, le pensioni
complementari di domani. In sostanza, il Governo ha deciso di tagliare dell’8,4% la futura pensione privata di 6,2
milioni di italiani aderenti ad una forma di previdenza a capitalizzazione.
Diverso, ma egualmente abominevole, il caso delle Casse privatizzate dei liberi
professionisti, per le quali l’incremento della tassazione dei rendimenti
dei patrimoni mobiliari corrisponde ad un proporzionale abbattimento delle risorse
accantonate a garanzia del pagamento delle pensioni.
Insomma, ai tecnici del premier è
proprio difficile far comprendere il
ruolo del risparmio previdenziale dal
momento che hanno deciso di abbatterlo come se fosse un cavallo azzoppato
in una storia raccontata da un fumetto di Tex Willer.
Infine, arriva il bonus bebè che
dovrebbe essere erogato alle madri titolari di un reddito fino a 90mila euro l’anno.
Troppa grazia. Meglio meno, ma meglio. Magari un tetto
più basso, ma interventi più organici per quanto riguarda la conciliazione e il welfare aziendale ad
essa finalizzato.
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