In uno dei suoi editoriali aveva lanciato il grido dall’allarme: ’the world economy, weaker than it looks’. L’economia mondiale é più debole di quanto non appaia. Nel nostro piccolo, avevamo cercato di richiamare l’attenzione del governo, nella proposta di risoluzione ad Def, redatta dal Gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. Inutile fatica. La politica italiana marcia ormai secondo una diversa direttiva: annunci che restano tali, promesse lanciate a piene mani, attenzione scarsa o nulla alla dinamica dei processi reali. In definitiva: un azzardo che trasforma il confronto politico nel panno verde di una roulette. Si punta sul rosso. Se esce si incassa la vincita. Altrimenti si perde la posta. E con essa l’intera credibilità del Paese. In questa mossa, Matteo Renzi non é stato fortunato. Mentre snocciolava le cifre del suo possibile intervento, nella speranza di rimettere in moto le sorti dell’economia italiana, le borse subivano un tonfo che ha scarsi precedenti, nel periodo più recente. E gli spread riprendevano la corsa al rialzo. Ancora una volta l’epicentro della crisi é stata la Grecia. Dubbi crescenti sulla tenuta di quel governo e la sua determinazione nel seguire la politica del rigore imposta dai burocrati di Bruxelles, con il sostegno della Troika. Ma, come sempre é accaduto, quel sasso lanciato nello stagno ha determinato un onda che ha lambito tutti i mercati. Milano maglia nera con una caduta del 4,4 per cento e crescita degli spread di quasi 20 punti base. Ed una ulteriore batosta oggi: caduta di altri 3 punti in borsa e ulteriore aumento di 30 punti degli spread. Un semplice rimbalzo negativo, dopo i positivi risultati dei mesi precedenti, come spera Pier Carlo Padoan? Speriamo che abbia ragione lui e torto l’Economist”.
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