In politica a volte è necessario
mediare, quando la posta in gioco è il bene dei cittadini, ovvero la
salvaguardia dell'interesse più importante per la collettività. Chi fa politica
non perché a caccia di uno stipendio, ma per servizio, è disposto a sostenere
le riforme proposte dagli avversari laddove, appunto, portino un vantaggio per
i cittadini. Quando al Governo c'era Berlusconi, fra le difficoltà principali
nel portare a casa i risultati c'erano i quotidiani attacchi - spesso
diffamatori - dei comunisti contro Silvio Berlusconi. Lo additavano come il
male supremo del Paese e facevano di tutto per porre ostacoli alla
realizzazione delle politiche proposte. In ogni dibattito e a qualsiasi
livello, per tanti anni i comunisti non facevano proposte politiche,
limitandosi solo ad inveire aggressivamente contro Silvio Berlusconi e Forza
Italia.
Oggi assistiamo a uno scenario
per certi aspetti surreale. Su diversi temi Renzi porta avanti proposte
analoghe a quelle che per anni Berlusconi ha tentato di realizzare (lavoro,
impresa, scuola, sindacati...).
E i comunisti del PD cosa fanno?
Silenzio totale. A parte la farsa della possibile spaccatura interna, poi
rientrata immediatamente (oggettivamente Civati, fuori dal PD che consenso
avrebbe?), i comunisti sostengono senza batter ciglio i cambiamenti proposti
per anni da Berlusconi.
Sebbene sul Jobs Act Forza Italia
abbia preferito non dare l'appoggio (la riforma, strada facendo è stata
notevolmente modificata), non ha mai avuto problemi a sostenere le proposte del
Governo Renzi quando erano e quando sono finalizzate a realizzare l'interesse
dei cittadini e lo sviluppo del Paese.
Questo è progresso politico. Un
progresso ostacolato per troppi anni dai comunisti che oggi, cospargendosi il
capo di cenere, accettano silenziosamente tutto. Fabio Filippi, Consigliere
Regionale Forza Italia
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