È difficile fare il
sindaco di centrodestra in una realtà ancora in larga parte dominata dalla
sinistra?: Enzo
Ceccarelli, sindaco di Bellaria
Igea Marina rieletto, al primo turno nel maggio scorso, non come Alessandro Cattaneo sempre in televisione che non gliela fatta risponde:”Devo
dire che io mi sono sempre mosso nel rispetto delle istituzioni e degli altri
colleghi, anche se di diverso colore. Ho riconosciuto i ruoli istituzionali e
li ho rispettati, non mi sono considerato una repubblica indipendente. Lo
stesso rispetto e riconoscimento li ho chiesti per me e li ho ottenuti. Spesso
le mie proposte sono accolte, comunque chiedo di essere valutato e giudicato
sulla base dei progetti e delle idee e non della casacca di appartenenza.
Questo è stato più facile con la Provincia, con gli altri Comuni a volte ho
trovato il vecchio antagonismo politico”.
Adesso la Provincia,
almeno come la conoscevamo, non ci sarà più…: “Temo che sarà un
problema, il riferimento all’area vasta non sempre si traduce in termini
positivi. Si prenda il caso della sanità: si allontanano i centri decisionali,
i costi non diminuiscono e non si vedono i miglioramenti dei servizi. Se
parliamo di ambiente, adesso una realtà come la nostra non avrà più voce in capitolo.
Per scegliere il rappresentante del territorio nell’Atersir si sono seguite più
logiche politiche che l’esigenza di tutelare il nostro territorio. Mi auguro
che la nuova Provincia guidata da Gnassi si muova in un’ottica nuova…”
A proposito in altre
province fra centrodestra e centrosinistra sono stati raggiunti accordi unitari
per gestire il nuovo ente intermedio. Perché non si è fatto a Rimini?
“Qualcuno ci aveva pensato
ma poi non si sono create le condizioni politiche. Poteva essere una cosa sensata,
anche perché il sistema di voto consegna la Provincia nelle mani del Comune di
Rimini e penalizza le piccole realtà. Il centrodestra ha scelto di presentare
una sua lista per le elezioni ma non un candidato presidente da opporre a
Gnassi. Sono convinto che nel passaggio dalla vecchia alla nuova
Provincia debba esserci la
massima collaborazione fra tutte le forze politiche e fra tutti i Comuni,
ragione per cui mi dichiaro disponibile per assumere la vice-presidenza”.
Quindi questi sono gli
accordi?: “Nessun
accordo preventivo, è una proposta che faccio in questo momento”.
Torniamo a Bellaria Igea
Marina: cosa è cambiato di concreto in questo Comune da quando lei è sindaco?: “Ho chiesto alla politica
di fare un passo indietro e di favorire l’impegno e la partecipazione e il
protagonismo degli imprenditori, delle associazioni, del volontariato. La
politica deve avere un ruolo di garanzia e di incentivo a muoversi, a fare.
Faccio un esempio. Ho sostenuto, anche nei dibattiti che ci sono stati in
consiglio comunale, che l’ente locale in questa situazione di crisi deve
muoversi, investire così da sollecitare anche i privati a fare la loro parte.
Le opposizioni hanno invece sostenuto che era meglio stare fermi, perché nuove
iniziative avrebbero comportato nuove tasse”.
Avete cioè ribaltato i
ruoli: il centrodestra che difende la spesa pubblica e la sinistra che la
ostacola e si preoccupa di non aumentare le tasse?: “Abbiamo fatto ciò che
crediamo utile. E comunque senza tassare i cittadini. Siamo l’unico Comune
della provincia che non applica l’addizionale Irpef. E non abbiamo applicato la
tassa di soggiorno”.
Quella l’avrebbero pagata
i turisti. Non sarebbe stato meglio applicarla così da avere un gruzzoletto in
questi tempi di magra?: “Non vogliamo applicare la tassa di soggiorno
perché vogliamo dare un vantaggio competitivo a Bellaria Igea Marina. Non tanto
rispetto alle famiglie o i singoli turisti, ma rispetto soprattutto ai chi deve
decidere se organizzare un evento o una vacanza in un posto rispetto ad un
altro. Se garantisco al mio territorio questo vantaggio competitivo, riesco a
far lavorare tutti di più. Quindi niente tassa di soggiorno, ma ex Imu per le
imprese al massimo, perché con la politica che il Comune persegue tutte
ricevono indubbi vantaggi”.
Senza addizionale Irpef e
senza imposta di soggiorno riuscite a rispondere alle esigenze dei cittadini?: “In questi anni per le
grandi opere abbiamo sempre cercato finanziamenti che provenissero
dall’esterno: ci siamo rivolti all’Europa, allo Stato, alla Regione, alla
Provincia. La situazione non è facile: lo Stato diminuisce i trasferimenti e si
piglia il 45 per cento dell’ex Imu. L’edilizia con gli oneri di urbanizzazione
fornisce un decimo rispetto a un tempo. Poi ci sono i tagli a Regione e
Province che a cascata si ripercuotono sul Comune”.
Ma c’è qualcosa che
distingue la sua amministrazione dalle altre, da quelle di sinistra, per
intenderci?: “La
diversa imposizione fiscale è già un segno. Abbiamo tolto una miriade di
ostacoli burocratici. Se un albergo vuole ristrutturare, entro due mesi ha la
risposta. Qualsiasi certificato si può chiedere online, con un click. Abbiamo
omogeneizzato gli orari di apertura al pubblica di tutti gli uffici comunali.
Abbiamo investito sull’attività di prevenzione dalle infiltrazioni malavitose
nel territorio. Passaggi di licenza, acquisti, sono costantemente monitorati.
Da noi non c’è abusivismo commerciale”.
Cosa si sente di
consigliare al centrodestra che nel 2016 affronterà le elezioni a Rimini e
negli altri Comuni dove si vota?: “Una cosa sola: costruire una mentalità di
governo, altrimenti una volta al potere si continua a fare come faceva la
sinistra. Siamo in una situazione drammatica. Non ci sono classi dirigenti.
Quelle delle associazioni sono ridotte a zero, la vicenda di Aeradria ha
distrutto le ultime. Fra le forze politiche non si vedono nuove leve. A
Riccione si è vinto perché erano divisi gli altri, al primo turno il
centrodestra era minoritario, così come Gnassi a Rimini. La sfida non è vincere
le elezioni, ma costruire una classe dirigente. E questo non lo si può fare a
due mesi dal voto. Il cambiamento va costruito prima”.
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