Il silenzio di Giorgio Napolitano nel discorso di fine anno su Silvio Berlusconi "è stato orribile". "In questo 2013 il leader del centrodestra, il leader dei moderati, il leader di 10 milioni di italiani - attacca Renato Brunetta, deputato di Forze Italia -, che ha governato per almeno 9 degli ultimi 20 anni, è stato estromesso dalla vita politica e dal Parlamento dapprima da un’ingiusta condanna penale e in seconda battuta dall’applicazione di una legge incostituzionale, usata retrottivamente con il solo obiettivo di cacciare dal Senato Silvio Berlusconi". Motivo per il quale, sostiene l'ex ministro, il fatto che l'inquilino del Quirinale non ne abbia fatto menzione rappresenta "la più grave omissione" nel suo discorso a reti unificate. Dopo il boicottaggio - Proprio Brunetta aveva invitato il popolo azzurro a boicottare catodicamente il saluto del presidente della Repubblica. Ma lui dimostra di averlo ascoltato bene: "Quello di Napolitano è stato il discorso di un uomo solo. Toni mesti, contenuti retorici - afferma intervistato da Il Tempo -. Il discorso di un uomo ormai incapace di vedere e progettare il futuro del Paese dall’alto della sua Istituzione. Il discorso di un uomo incapace di fare un’autocritica rispetto a quello che è successo tra la fine del 2011 e le ultime settimane di questo 2013". Quel mese di novembre - Tra le lacune che il capogruppo di forzista rinfaccia a re Giorgio c'è quella sul novembre 2011, quando il Cavaliere rassegnò le dimissioni a favore del governo tecnico di Mario Monti: "Con la caduta del governo Berlusconi e l'incoronazione di Monti e del suo governo tecnico, con la chiara sponsorizzazione del Capo dello Stato, in Italia c'è stata una vera e propria sospensione della democrazia. In seguito a un attacco speculativo al nostro debito pubblico venne fatto fuori un esecutivo legittimato dal voto popolare - accusa - per far posto a dei burocrati che in 14 mesi hanno distrutto il Paese con provvedimenti insostenibili e inaccettabili. Il tutto in nome di quel grande imbroglio dello
spread e dei diktat dell’Europa tedesca. Su questa parentesi, condotta sotto la sua regia, Napolitano avrebbe potuto e dovuto spendere qualche parola chiarificatrice". Legge elettorale - Brunetta non si spiega neanche il perché Napolitano non abbia parlato di legge elettorale: "Avrebbe potuto e dovuto trattare l’argomento della sentenza della Corte costituzionale sul Porcellum - accusa -, la legge elettorale con la quale è stato eletto l’attuale Parlamento. Un Parlamento incostituzionale, quanto a premio di maggioranza e liste bloccate, e dunque delegittimato, al quale Napolitano continua a chiedere le riforme. Le pur necessarie riforme costituzionali - conclude - che andrebbero fatte solo dopo nuove elezioni - da indire dopo l'approvazione di una nuova legge elettorale - con le Camere nel pieno dei propri poteri e magari con un governo forte e in grado di affrontare queste complesse sfide
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