Il nazionalista Geert Wilders non sfonda nelle
elezioni olandesi, e l'Europa può (per ora) tirare un sospiro di sollievo. Se
questo terremoto populista è stato arginato, restano infatti aperti i capitoli
delle altre elezioni previste quest'anno nell'Unione europea, in Francia e
Germania. A scrutini quasi finiti la vittoria è del premier liberale
Mark Rutte e del suo partito Vvd, che ha sinora guidato una coalizione con i
laburisti del Pvda. Segue il Partito per la libertà (Pvv) del leader anti-islam
e anti-Ue Wilders, con 19 seggi, in aumento di quattro rispetto alle elezioni
precedenti.
Alla pari con Wilders altri due partiti, i
cristiano democratici del partito Cda e i Democratici 66 (D66), che crescono
rispettivamente di sei e sette seggi. Ma ci sono altre sorprese. I laburisti
del Pvda incassano un forte calo, passando a nove seggi rispetto ai 38
precedenti. Al contrario, balzo in avanti dei verdi del partito GroenLinks
(Gl), che quadruplicano la loro rappresentanza: 16 seggi, in aumento di 12
rispetto ai quattro del 2012. E il partito antirazzista Denk entrerebbe, se i
dati fossero confermati, per la prima volta in Parlamento, con 3 deputati.
Altro dato significativo: l'affluenza altissima dell'82%, interpretabile come
un segnale della volontà di frenare i movimenti populisti. Nel 2012,
l'affluenza alle urne era stata del 74,6%.
I leader dei partiti politici seguiranno nella
notte lo spoglio assieme ai loro sostenitori, con i risultati attesi nelle prime
ore di giovedì. Solo Wilders, secondo i media, resta chiuso nel suo ufficio in
Parlamento, senza aver programmato di parlare pubblicamente prima di domattina.
Tuttavia, dopo che il secondo exit poll è stato diffuso, ha scritto un commento
su Twitter: "Grazie elettori del Pvv! Abbiamo guadagnato altri seggi,
primo obiettivo raggiunto! Rutte non si è liberato di me!". Il leader
laburista, Lodewijk Asscher, nel frattempo ha tenuto un discorso in cui ha
ammesso la sconfitta e tra le lacrime ha promesso che continuerà a guidare il
movimento, lottando per "un'economia giusta e una società degna".
Per ora nessun commento da Rutte, che quando ieri
in mattinata era andato alle urne aveva chiesto agli olandesi di mobilitarsi
per arginare il populismo in Europa. "Dobbiamo evitare l'effetto
domino", "il mondo ci guarda e dobbiamo creare un precedente"
perché queste elezioni si svolgono "sotto la pressione della vittoria di
Trump negli Usa e della Brexit". Dall'altra parte, Wilders aveva affermato
che "succeda quel che succeda nel voto", nulla frenerà l'avanzata del
populismo, come dimostreranno anche tedeschi e francesi quando quest'anno
toccherà a loro recarsi alle urne.
Intanto, i primi commenti sono arrivati dai leader
europei. "Geert Wilders non poteva vincere le elezioni in Olanda. Sono
sollevato. Ma dobbiamo continuare a combattere per un'Europa aperta e
libera", ha scritto su Twitter Martin Schulz, ex presidente del Parlamento
europeo e candidato alla cancelleria tedesca per il partito socialdemocratico
(Spd), come sfidante della cancelliera Angela Merkel che il 24 settembre
prossimo cercherà il rinnovo dopo 12 anni in carica. Gli ha fatto eco il capo
di gabinetto della cancelleria, Peter Altmeier, fedele di Merkel, che ha
scritto sul social network: "Olanda, oOanda, sei un campione!",
"congratulazioni per questo fantastico risultato". E il primo
ministro Paolo Gentiloni ha dichiarato, sempre su Twitter: "No #Nexit. La
destra anti Ue ha perso le elezioni in olanda. Impegno comune per cambiare e
rilanciare l’Unione
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