venerdì 17 marzo 2017

VINCONO I LIBERALI DI RUTTE. WILDERS NON SFONDA


Il nazionalista Geert Wilders non sfonda nelle elezioni olandesi, e l'Europa può (per ora) tirare un sospiro di sollievo. Se questo terremoto populista è stato arginato, restano infatti aperti i capitoli delle altre elezioni previste quest'anno nell'Unione europea, in Francia e Germania. A scrutini quasi finiti la vittoria è del premier liberale Mark Rutte e del suo partito Vvd, che ha sinora guidato una coalizione con i laburisti del Pvda. Segue il Partito per la libertà (Pvv) del leader anti-islam e anti-Ue Wilders, con 19 seggi, in aumento di quattro rispetto alle elezioni precedenti.
Alla pari con Wilders altri due partiti, i cristiano democratici del partito Cda e i Democratici 66 (D66), che crescono rispettivamente di sei e sette seggi. Ma ci sono altre sorprese. I laburisti del Pvda incassano un forte calo, passando a nove seggi rispetto ai 38 precedenti. Al contrario, balzo in avanti dei verdi del partito GroenLinks (Gl), che quadruplicano la loro rappresentanza: 16 seggi, in aumento di 12 rispetto ai quattro del 2012. E il partito antirazzista Denk entrerebbe, se i dati fossero confermati, per la prima volta in Parlamento, con 3 deputati. Altro dato significativo: l'affluenza altissima dell'82%, interpretabile come un segnale della volontà di frenare i movimenti populisti. Nel 2012, l'affluenza alle urne era stata del 74,6%.
I leader dei partiti politici seguiranno nella notte lo spoglio assieme ai loro sostenitori, con i risultati attesi nelle prime ore di giovedì. Solo Wilders, secondo i media, resta chiuso nel suo ufficio in Parlamento, senza aver programmato di parlare pubblicamente prima di domattina. Tuttavia, dopo che il secondo exit poll è stato diffuso, ha scritto un commento su Twitter: "Grazie elettori del Pvv! Abbiamo guadagnato altri seggi, primo obiettivo raggiunto! Rutte non si è liberato di me!". Il leader laburista, Lodewijk Asscher, nel frattempo ha tenuto un discorso in cui ha ammesso la sconfitta e tra le lacrime ha promesso che continuerà a guidare il movimento, lottando per "un'economia giusta e una società degna".
Per ora nessun commento da Rutte, che quando ieri in mattinata era andato alle urne aveva chiesto agli olandesi di mobilitarsi per arginare il populismo in Europa. "Dobbiamo evitare l'effetto domino", "il mondo ci guarda e dobbiamo creare un precedente" perché queste elezioni si svolgono "sotto la pressione della vittoria di Trump negli Usa e della Brexit". Dall'altra parte, Wilders aveva affermato che "succeda quel che succeda nel voto", nulla frenerà l'avanzata del populismo, come dimostreranno anche tedeschi e francesi quando quest'anno toccherà a loro recarsi alle urne.
Intanto, i primi commenti sono arrivati dai leader europei. "Geert Wilders non poteva vincere le elezioni in Olanda. Sono sollevato. Ma dobbiamo continuare a combattere per un'Europa aperta e libera", ha scritto su Twitter Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo e candidato alla cancelleria tedesca per il partito socialdemocratico (Spd), come sfidante della cancelliera Angela Merkel che il 24 settembre prossimo cercherà il rinnovo dopo 12 anni in carica. Gli ha fatto eco il capo di gabinetto della cancelleria, Peter Altmeier, fedele di Merkel, che ha scritto sul social network: "Olanda, oOanda, sei un campione!", "congratulazioni per questo fantastico risultato". E il primo ministro Paolo Gentiloni ha dichiarato, sempre su Twitter: "No #Nexit. La destra anti Ue ha perso le elezioni in olanda. Impegno comune per cambiare e rilanciare l’Unione

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