Berlusconi
ancora centrale. Anche in Europa. A prescindere dalla sentenza della Corte di
Strasburgo. Questo il senso della sua presenza a Malta al prossimo congresso
del Ppe, in programma domani e dopo.
Il
Cavaliere dovrebbe atterrare a La Valletta giovedì mattina, per essere al
tavolo del pranzo con i capi di Stato e di governo popolari. Quindi anche con
quell'Angela Merkel già cancelliera quando nel 2011 Berlusconi fu costretto
alle dimissioni. Tra Merkel e Berlusconi gli attriti passati (tutti ricordano
le risatine tra la cancelliera e l'ex capo dello Stato francese Nicolas Sarkozy
del 23 ottobre 2011 ndr) sono da tempo superati. I due si rincontrarono il 22
ottobre a Madrid, proprio in occasione di un altro congresso del Ppe e si
strinsero la mano durante un faccia a faccia di una buona mezz'ora. Insomma, un
chiarimento a tutto tondo sulle passate incomprensioni.
La
visita di giovedì prossimo ha però un altro significato e peso politico. Con la
sua presenza, Berlusconi conferma di essere ancora in campo e di essere ancora
un interlocutore privilegiato nel consesso internazionale. E questo nonostante
l'ex premier sia ancora in attesa della sentenza degli eurogiudici di
Strasburgo che dovrebbero riabilitarlo definitivamente, rendendogli giustizia e
permettendogli così la candidatura alle prossime elezioni politiche. Nessun discorso
ufficiale per il leader di Forza Italia che preferisce aspettare proprio il
verdetto degli eurogiudici prima di intervenire su un palco. In ogni caso
Berlusconi dirà la sua in occasione del pranzo con gli altri big popolari, non nascondendo le sue critiche a
quest'Europa. Un'Europa che deve cambiare ma dalla quale non si deve e non
si può uscire. E Forza Italia resta ancorata a questa visione: «Siamo
stabilmente nella grande famiglia del Ppe - ripete l'ex premier - Siamo un
partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato alla destra. Siamo
critici di questa Europa contraddittoria, poco solidale, troppo burocratica e
alla mercé degli egoismi nazionali ma rimaniamo europeisti». Non a caso Forza
Italia ha espresso, con Antonio Tajani, la prestigiosa figura del presidente
del Parlamento europeo. Berlusconi sarà accompagnato da una folta delegazione
azzurra. Oltre agli eurodeputati, per l'occasione ci saranno anche, in veste di
delegati e ospiti, anche molti
parlamentari
nazionali come il capogruppo al Senato, Paolo Romani, i deputati Calabria,
Valentini, Bergamini, Santelli, Biancofiore, Giammanco; i senatori Malan,
Bernini, Rizzotti, Scoma e Gibiino. Insomma, riformare l'Europa da dentro; non
uscirne. A prescindere da quello che potrà dire Salvini che, per Berlusconi,
dovrà restare e resterà un alleato importante. Certo, con la Lega c'è un clima
di competizione all'interno dell'alleanza e nessuno lo nasconde. Il leader del
Carroccio da tempo ha fatto stampare dei cartelli con la scritta «Salvini
premier». Un logo comparso alla manifestazione di Firenze il 12 novembre del
2016 e riapparso in questi giorni in molti manifesti. Salvini non nasconde le
proprie ambizioni: «Stiamo costruendo un programma di governo, per l'Italia,
dal basso, e non abbiamo dubbi e paure di scrivere chi il movimento vuole come
candidato premier, senza primarie e gazebo», dice papale papale da via
Bellerio. E ancora: «Non vogliamo imporci ma siamo pronti a confrontarci con
chiunque e in qualunque sede: abbiamo una forza che nessun altro ha». Quindi
lancia il suo tour da Nord a Sud: «Cento tappe: da Genova a Catania per
illustrare il nostro progetto».
Lega
guida della coalizione? Berlusconi non ci crede. Pensa che Forza Italia avrà
ben più voti del Carroccio, soprattutto quando lui stesso sarà di nuovo in
campo nella pienezza delle sue funzioni. La riprova? Pare che abbia chiesto ai
suoi di stilare una lista di possibili prossimi candidati al Parlamento come se
il partito fosse al 23/25 per cento.
Insomma,
con Berlusconi in campo alla prossima campagna elettorale Forza Italia potrebbe
lievitare di almeno 10 punti percentuali.
".
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