La Grecia, un paio di mesi orsono, circa, nel pieno
della buriana finanziaria che l'aveva stroncata, invece di abbassare la spesa
pubblica, assunse 70mila statali,
condannandosi a morte. Ecco, noi venerdì, grazie al governo Monti, abbiamo
fatto la stessa identica cosa. Tagliare? Risparmiare? Non se ne parla
neanche. Il Consiglio dei ministri, mescolando (per non dire
imbrogliando) le carte, è riuscito nell'impresa di porre le basi per caricare
sul groppone della pubblica amministrazione 50mila persone, cui sarà elargito
regolare stipendio finché saranno in vita. Bell'affare. Non proprio bello come
quello greco, ma poco ci manca. Ne abbiamo dato notizia ieri con grande stupore
nostro e, immaginiamo, del lettore che da anni sente predicare: purtroppo gli
organici statali sono pletorici e andrebbero ridimensionati. Ora, anche uno
sciocco sa che si può ridimensionare aggiungendo o togliendo. Dato che il
governo italiano è costituito da professori coltissimi e intelligentissimi, ha
pensato di annettere grasso al corpaccione già obeso della scuola e dell'università.
Anziché ridurre il numero esorbitante dei docenti (e dei dirigenti) che campano
di cattiva istruzione (tra le più scalcinate d'Europa), lo ha aumentato di
(ripetiamo) 50mila soggetti.Se vi pare una buona idea... Confessiamo: siamo
basiti e anche leggermente disgustati. È assurdo pensare che l'Italia sia in
grado di salvarsi imitando (nel peggio) la Grecia. Ma tant'è. Ci tocca anche
questa. Le statistiche dimostrano, comparando i nostri organici con quelli di
altri Paesi più efficienti, che abbiamo più insegnanti rispetto agli altri
europei e allora, non volendo rinunciare a questo deprimente primato, non ci
lasciamo sfuggire l'occasione per reclutare nuovi maestri e nuovi professori, visto
che qui, nella Penisola, nascono più docenti che discenti.
Da notare che scuola e università da noi costano più
che altrove anche per altri motivi: nei vari istituti nazionali vi è un numero
pazzesco di bidelli (superiore a quello dei carabinieri), i quali però da tempo
non fanno i bidelli come una volta, cioè pulendo le aule, perché ciò non è
dignitoso. Quindi che fanno? Guardano, sorvegliano, osservano che tutto sia in
ordine. Alle pulizie provvedono aziende esterne ovviamente non gratis. Capito
l'antifona? I tecnici della spending review, quelli che abbiamo messo lì
affinché i conti pubblici venissero risanati, rilanciassero l'economia e
favorissero la crescita, non trovano nulla di più intelligente che immettere
personale in un settore dove ce n'è già troppo.E chi paga? Inutile dirlo: noi,
attraverso il versamento delle tasse più alte del mondo, altro record di cui
non c'è mica tanto da menar vanto. Ci si domanda: perché? E la risposta è una
sola: è cominciata la campagna elettorale (che si basa sull'intramontabile
principio del do ut des) e, probabilmente, i signori bocconiani e affini
sperano che i neoassunti, per gratitudine, ricambieranno la cortesia di aver
ricevuto un posto votando coloro che glielo hanno dato. Serve del pelo; il
vizio non si è mai perso.
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