Da almeno 4 anni l’attività di
collaborazione con l’Ufficio Abitazione del Comune e la polizia municipale ha
consentito di accertare, per oltre 500 verifiche ogni anno, diverse situazioni
di irregolarità con particolare riferimento agli alloggi Erp. Attività che ha
avuto una significativa implementazione con l’entrata in vigore del nuovo
regolamento per la assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia
popolare, avvenuto lo scorso anno. Quindi un “tandem” che funziona, una
sinergia tra diversi servizi del Comune che consente di individuare situazioni
di mancato rispetto dei contratti, di subaffitti irregolari che prontamente
vengono evidenziati dall’Ufficio cui segue una puntuale verifica in loco della
municipale. In questo caso la situazione trovata dai vigili è stata un po’ più
complicata ed ha impegnato gli agenti dei servizi territoriali anche attraverso
verifiche anche presso gli uffici dell’Inps. Le prime verifiche presso la
residenza, le informazioni che sono state raccolte presso alcuni residenti
dello stabile, dimostravano che il titolare occupante dell’alloggio popolare,
il cui nucleo familiare era composto dallo stesso, la moglie, quattro figli e
il padre anziano da alcuni mesi non vivevano a Piacenza. Il controllo effettuato dalla Polizia Municipale
è stato innanzitutto quello di verificare la situazione scolastica dei minori
dal quale è risultato che i bimbi erano stati ritirati dalla scuola e
nell’appartamento soggiornavano stabilmente altre persone estranee, non
parenti. Dopo il deposito di un invito a contattare urgentemente la Polizia
Municipale, il cinquantenne marocchino titolare dell’alloggio,
si è presentato presso gli uffici della Municipale
per dichiarare che avendo perso il lavoro in Italia era stato costretto
ad andare in Francia per appoggiarsi ad alcuni parenti della moglie,
ma non avendo trovato un lavoro stabile, stava progettando di rientrare
in Italia con la sua famiglia.
Inoltre dichiarava che a causa
della crisi il padre anziano era tornato
in Marocco e che nell’appartamento ospitava occasionalmente un
amico che per motivi di lavoro si
trovava in città. Le dichiarazioni del cittadino straniero non hanno convinto
gli agenti ed a quel punto le informazioni da verificare erano tante.
Grazie alla curiosità, alla
capacità investigativa della pattuglia territoriale cui era stato assegnato il
compito, e alla collaborazione con il personale dell’ufficio abitazioni e’
risultato in realtà che: la famiglia titolare dell’alloggio ritornava dal Marocco per utilizzare l’appartamento
dell’Erp a Piacenza solo durante il periodo estivo coincidente
con le vacanze scolastiche.
La persona che nell’ultimo anno
occupava l’appartamento era un
cinquantenne di nazionalità marocchina residente regolarmente a
Bergamo. Le verifiche svolte all’INPS
di Piacenza confermavano che Il padre del titolare dell’alloggio, un cittadino
di nazionalità marocchina di circa 73 anni risultava
beneficiario di una pensione sociale pari a 616.00 euro mensili, che veniva
accreditata su un conto corrente postale
per cui era stato richiesto un bancomat
valido per ritirare all’estero, beneficio cui lo stesso non
aveva diritto dato che uno dei requisiti essenziali per godere della pensione sociale è la dimora sul
territorio italiano.
Inoltre dal sopralluogo
effettuato insieme al titolare dell’alloggio
popolare nei locali dell’appartamento formato da sala, cucina,
un bagno e due camere da letto non risultavano oggetti riconducibili alla
presenza dei bambini, ma erano riposte alcune coperte e vi erano diverse
giacche da uomo. L’esito degli accertamenti e delle verifiche capillari svolte
dalla pattuglia territoriale della poliziaMunicipale ha determinato, in tandem
con l’Ufficio Abitazioni del Comune di giungere a questi positivi risultati:
l’avvio del procedimento per privare del
diritto dell’alloggio il marocchino per consentire di
assegnarlo ad altre persone che ne hanno diritto.
L’Inps ha provveduto a sospendere la pensione sociale al
cittadino marocchino e sono in corso le attività necessaria per il recupero
delle somme già erogate. La collaborazione dei cittadini in questo caso, come
in molti altri, è risultata importante, al fine di raccogliere elementi di
conoscenza necessari per avviare poi le verifiche che consentono di far
emergere comportamenti effettuati per ottenere vantaggi dagli enti pubblici con
artifici e furbizie che però in questo caso sono stati scoperti.
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