“Gli sfollati non
passeranno l’autunno in tenda”, così ha promesso solennemente il presidente
della Regione
Emilia Romagna , Vasco Errani in occasione della visita del
Dalai Lama ai territori emiliani colpiti dal terremoto. Promesse da marinaio
dunque, se si considera quanto ha recentemente dichiarato il Sindaco di
Mirandola, Maino Benatti: “non riusciremo
a togliere gli sfollati dalle tende prima di novembre”. Una prospettiva che
seriamente preoccupa i tanti cittadini costretti a vivere nelle tende della
Protezione Civile: dopo avere sofferto il caldo soffocante dell’estate, gli
sfollati sarebbero costretti, se queste previsioni venissero confermate, a
patire il freddo dell’inverno. Tutto ciò alla faccia della pretesa efficienza
della “Giunta rossa” e del suo onnipresente presidente. Attualmente sono 3560
le persone ancora ospitate nelle aree di accoglienza per gli sfollati; a queste si aggiungono gli
sfollati ospitati in strutture al coperto, come palestre o scuole, che sono 179
e altri 1853 ospitati in alberghi a spese dello Stato. Altri sfollati hanno
trovato rifugio presso le abitazioni di amici e parenti, poste fuori dalle aree
colpite dal sisma e questo contribuisce ad aumentare sensibilmente il loro
numero. Il Commissario straordinario per le zone terremotate, Vasco Errani è il
principale responsabile di queste incertezze e di questi ritardi. Il Piano Casa
della Regione
Emilia Romagna è ancora in attesa delle ordinanze di Errani.
I moduli abitativi prefabbricati continuano ad essere un miraggio: la Regione
ha da poco avviato le procedure per le gare d’appalto, mentre i Comuni devono
ancora indicare le aree edificabili. Di questo passo i terremotati rischiano di
rimanere in tenda fino a Natale, se non oltre. Chi non può permettersi di
aspettare un tetto sono le imprese che, senza una sede, rischiano il crollo
economico. Intanto le macerie delle aziende e delle abitazioni continuano a
fare da sfondo alle riprese televisive, senza che nessuno abbia provveduto a
rimuoverle. Nei giorni scorsi, in
occasione della festa dell’Unità di Modena, Vasco Errai è stato contestato da
due imprenditori di Rovereto di Novi, i fratelli Iorio e Gino Grulli,
titolari dell’azienda Manifattura Modenese, che hanno accusato il
governatore di essere stati lasciati soli nell’emergenza. I due sarebbero stati
allontanati dal servizio d’ordine della festa. Ancora una volta l’intolleranza
verso le critiche e l’arroganza dei post-comunisti trovano conferma. Fabio
FILIPPI
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