venerdì 29 marzo 2013
QUANTA NOSTALGIA DI BERLUSCONI AL FATTO: OGGI LE PRIME TRE PAGINE SONO TUTTE PER LUI
scritto da daw
In molti odiano il Natale perchè con il
Natale arriva anche l’ennesimo libro di Bruno Vespa. Il problema non è tanto il
libro, ma le presentazioni di quell’autorevole opera. Vespa è ovunque, e tra i
politici c’è la gara ad andare a fare la comparsata. Ci vanno tutti, di ogni
colore, compresi i big. Anzi, soprattutto i big, che ovviamente non leggeranno
mai una riga di quei libri. Ma vabbè. Ieri è stato il turno di Silvio
Berlusconi. Niente di eclatante, qualche battuta, le solite, ma ha vinto la noia.
Eppure… i nostalgici del Cavaliere si sono quasi eccitati. Eh sì, ad esempio
Repubblica dedica un grande articolo all’interno del quotidiano. Onestamente
niente di spettacolare, forse anche a Repubblica stanno guarendo
dall’ossessione per Berlusconi. Chi lo sa. Di sicuro la malattia è ancora ben
presente al Fatto, dove è bastato questo mini-ritorno del Cavaliere per
scaldare gli animi della redazione. E così via, subito la prima pagina dedicata
al noiosissimo intervento di Berlusconi. E poi anche la pagina due. Basta? Ma
no, anche pagina 3. Le prime tre pagine, quindi, dedicate a Berlusconi. Ancora.
E il bello che, come al solito, ilFatto parla di un”flop” del Cavaliere. Che
poi il libro è di Vespa, ma sono dettagli. Comunque, è stato talmente un flop
che ilFatto ha deciso di dedicare la prima pagina, la seconda e la terza a
questo “evento”.
Ah,
le ossessioni. Che ci volete fare. Tratto da daw
MENO MALE CHE SILVIO C’ERA
AH, COM’ERA BELLO IL TEMPO IN CUI REGNAVA BERLUSCONI. QUANDO UNA
COSA ANDAVA STORTA SAPEVI CHE ERA SEMPRE COLPA SUA.
Marcello
Veneziani - Ah, com'era bello il tempo in cui regnava
Berlusconi. Quando una cosa andava storta sapevi che era sempre colpa sua. Il
Paese si sentiva la coscienza a posto, la classe dirigente era esonerata da
ogni addebito. Ora succedono tante cose inspiegabili. Due ministri litigano in
Parlamento e uno si dimette proprio lì, come non era mai successo. Ed erano due
sobri tecnici. Un assessore regionale, cantante di talento, identifica il
Parlamento con la città di Troia e non in senso omerico. Due alti magistrati, Grasso e Caselli,
litigano sull'antimafia in pubblico. Due giornalisti di punta della stessa
rete, Travaglio e Formigli, se le suonano di santa ragione. Un magistrato
attacca con un'asprezza mai sentita i magistrati che avevano assolto Amanda e
Raffaele e altri magistrati gli danno ragione. Dopo Berlusca il populismo si fa
più truce e Grillo smerdeggia la sinistra come mai aveva fatto lui. La
sinistra, a sua volta, si sfascia tra bersaniani a oltranza e renziani
sottotraccia. Montiani, dipietrini, casiniani e finiani farebbero la pelle ai
loro capi. Il presidente della Confindustria dice che siamo alla fine.
Napolitano cazzia ministri e premier. La corruzione va a gonfie vele, il Paese
affonda. Com'era bello quando c'era lui, il reo Silvio. P.S. Non ci crederete, ma ho conosciuto un
magistrato iraniano di 90 anni che è andato sabato in piazza per Berlusconi con
sua figlia Daria, che aveva una boutique in via del Tritone, ed ha pure saltato
al grido di «chi non salta comunista è». Esportiamo la follia fuori dalla Ue.
giovedì 28 marzo 2013
DISINTEGRAZIONE DI UNA LEADERSHIP
BERSANI
AFFRONTA NEL MODO PEGGIORE IL BLOCCO DI SISTEMA E LA CRISI
Il pragmatismo della Padania rossa è perfetto per
le lenzuolate, per le parafarmacie, per gli asili nido, tutte cose importanti,
ma non funziona quando le domande di senso riguardano la politica, i rapporti
di forza, la definizione di un’identità programmatica se non, addirittura, di
una visione. Lo si vede dal comportamento astruso e ostinato di Bersani, che
sta disintegrando il fatto e il significato della sua leadership, e in pochi
giorni sta vanificando il vantaggio d’immagine e di tattica che aveva acquisito
all’epoca delle primarie. Certo, ha perso la corsa elettorale. FOGLIO QUOTIDIANO
E IO PAGO: “ROTTOMATORE” COI NOSTRI SOLDI. DA 9 ANNI A RENZI PAGHIAMO LA PENSIONE
Furbetto della casta. Otto mesi prima di essere
eletto sindaco di Firenze era stato assunto dall'azienda di famiglia come
dirigente. Poi si è messo in aspettativa e da allora... l Comune e la Provincia di
Firenze da quasi 9 anni pagano i contributi per la pensione del dirigente di
azienda Matteo Renzi, in arte "rottamatore". Lo scrive Il
Fatto quotidiano, che racconta come otto mesi prima di essere eletto
sindaco di Firenze nel giugno 2004, Renzi venne assunto dall'azienda
di famiglia, per poi mettersi in aspettativa per assolvere al suo incarico di
primo cittadino.
La protesta - A testimoniarlo è un documento del 22 marzo
scorso, la risposta a un'interrogazione al Comune di Firenze presentata dai
consiglieri Francesco Torselli (Fratelli d'Italia) e Marco Semplici (Lista
Galli). "Il dottor Matteo Renzi è inquadrato come Dirigente presso
l'azienda Chil srl", scrive il vicesindaco Stefania Saccardi e aggiunge
"alla società presso cui risulta dipendente in aspettativa il dottor Renzi
sono erogati i contributi previsti all'art. 86 comma 3 del Testo unico sugli
enti locali". Legge che impone all'Ente locale di provvedere al versamento
dei contributi previdenziali, per gli amministratori locali che, in quanto
lavoratori dipendenti, siano stati collocati in aspettativa non retribuita per
assolvere al mandato.
Fonti vicine al sindaco e riportate da Il fatto spiegano che
"l'assunzione non era finalizzata a lucrare i contributi. La società della
famiglia Renzi in quel periodo viveva una fase di ristrutturazione.
L'acquisto della qualifica di dirigente da parte di Renzi era legata alla
cessione delle sue quote. Prima era socio ed era inquadrato come collaboratore.
Nel periodo in cui cede le quote diviene dirigente".
E INTANTO…..L’ULTIMA DI AMATO: SI INDIGNA PER LE PENSIONI D’ORO. LUI CHE PRENDE 1.047 EURO DI PENSIONE AL GIORNO……..
Ci
stavamo quasi dimenticando di segnalare l’ultima uscita di un nostro vecchio
amico, Giuliano Amato. L’ex premier, ex ministro, ex tutto, è tornato a parlare
di pensioni. Un tema, come dire, a lui molto caro (ricordiamo che percepisce
1.047€ di pensione al giorno). Che ha detto? Ecco: “Sono troppe le differenze tra le pensioni ricche
e quelle povere” E
ancora: “Non
è possibile che lo Stato assegni ad alcuni molto più di quello che serve loro e
a molti di più dia meno del necessario alle loro esigenze di vita”. Ecco. Proprio lui parla. Uno che, ribadiamolo, prende 1.047€
al giorno di pensione, che ha tagliato le pensioni (povere) agli italiani, che
chiede sacrifici al popolo, che è stato pagato dalla RAI per condurre un
programma in tv per spiegare la “crisi” (programma che nessuno ha visto), uno
che è stato nominato da Monti consulente contro gli sprechi, uno che ha
paragonato i politici trombati agli esodati… Sì, proprio uno così.
Amato: “La mia pensione da 1.047€ al giorno? Non posso
farci niente, ormai sono un privato cittadino”
1047€ al giorno e vuole i nostri sacrifici
La pensione di Amato? 1047 euro al giorno
(C) DAW-BLOG/DAW-NEWS
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”.
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mercoledì 27 marzo 2013
MONTI IL TECNICO TECNICAMENTE FALLITO. DISPREZZATO DA TUTTI, ANCHE DAL SUO GOVERNO.
Le dimissioni del ministro degli Esteri Giulio
Terzi sulla vicenda dei marò è l’ultimo di una lunga serie di gravi incidenti
che hanno accompagnato l’inesorabile declino del governo tecnico. Al di là del
merito del caso che sta lacerando i rapporti tra l’Italia e l’India,
l’abbandono della nave a scoppio ritardato del responsabile della nostra
politica estera, e il rimprovero dell’ammiraglio Di Paola è uno degli episodi
più tristi capitati di recente alle nostre aule parlamentari. La caduta
verticale della credibilità dell’esecutivo dei tecnici è uno dei sintomi più
evidenti dell’impatto senza precedenti della recessione che ha travolto
l’economia italiana nel 2012, la seconda contrazione monstre a poco distanza
dal tonfo successivo al crack di Wall Street. Un simile sisma sociale avrebbe
prodotto sconquassi devastanti in ogni caso, ma i tecnici si sono dimostrati
incapaci di gestirlo ancora più dei politici. Basti pensare al modo in cui
Berlusconi si è risollevato dopo il fallimento del suo governo. Lo scoppio
della bolla tecnica ha trasformato Mario Monti nel piccolo leader di un partito
di centro, una figura simile a Casini mentre avrebbe potuto diventare un nuovo
Ciampi. La sua traiettoria, così come quella dei suoi colleghi, poveri di
consenso e inadatti a gestire il profondo turbamento della società italiana, è
anche un monito per il futuro prossimo venturo. I numeri per formare un governo
politico non ci sono, vista l’ostilità reciproca dei tre maggiori partiti italiani,
Pd, M5S e Pdl. Aggrapparsi ad un’altra scappatoia tecnica sarebbe però un
ulteriore aggravamento del problema, invece che la risoluzione di cui avrebbe
bisogno un paese in crisi così profonda.
GOVERNO, BRUNETTA: “ECONOMIA REALE DA FILM DELL’ORRORE, BERSANI SIA RESPONSABILE
Anche l’Europa certifica, se mai ce ne fosse stato
ancora il bisogno, la drammaticità del momento che stiamo vivendo. Nel 2012, lo
scrive la Commissione Ue nel suo rapporto sull’occupazione, l’Italia è il Paese
nel quale lo stress finanziario ha avuto le conseguenze maggiori: il 15% della
popolazione è in difficoltà economica. In più, nel quarto trimestre dello
scorso anno la produttività italiana ha fatto registrare un -2,8%, dopo il calo
ancora più forte del 3% del trimestre precedente. L’Italia è anche il Paese,
tra quelli più grandi d’Europa, dove la disoccupazione nell’ultimo trimestre
2012 ha subito l’accelerazione più marcata rispetto al trimestre precedente
(+0,5%). Anche l’Ocse ha diffuso dati nerissimi: in Italia la pressione di
tasse e contributi sul lavoro dipendente è salita al 47,6% nel 2012, livello
ben oltre la media dei Paesi industrializzati pari al 35,6%. Infine il Fondo
monetario internazionale che ci dice con chiarezza che non siamo immuni ai
rischi e ci invita a far ripartire la crescita con riforme e attenzione ai
conti. I dati dell’economia reale ci consegnano un film dell’orrore. Ed in
questo scenario Bersani cosa fa? Al momento sembra perder tempo, lo scopriremo
nei prossimi giorni. Intanto oggi, durante le consultazioni, abbiamo ancora una
volta chiesto al segretario del Pd un gesto di responsabilità. L’Italia ha bisogno di un governo forte,
bisogna fare presto”.
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martedì 26 marzo 2013
ROBE DA MATTI: OGGI BERSANI PER TROVARE “NUMERI IN PARLAMENTO” HA INCONTRATO PURE IL WWF, GREENPEACE, DON CIOTTI E COSE COME LA “GIOVENTU’ FEDERALISTA”. TUTTO NORMALE?
L’incredibile e delirante elenco di consultazioni
che Bersani avrà nella sola giornata di oggi (oh, solo oggi). Incontra
tutti, pure Don Ciotti e il WWF. Poi, ovviamente, tutti i sindacati, e
movimenti inutili e sconosciuti come il “movimento federalista europeo”. Robe
da matti, alla faccia del mandato…
MARO’, BERLUSCONI: “FIGURACCIA VERGOGNOSA, DOBBIAMO CACCIARE MONTI DAL SENATO”
Il governo Monti sui marò
ha fatto una figura vergognosa, ha sbagliato tutto perche’ hanno voluto fare di
testa loro senza chiederci nulla. Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando ai
parlamentari del PdL: si devono dimettere in gruppo e dobbiamo cacciare Monti
dal Senato, perche’ e’…di daw /
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PIERLUIGI BERSANI, IL SUO ULTIMO MESE DI VITA (POLITICA), E POI PER LUI SARA’ IL NULLA.
(adnkronos) Le consultazioni di oggi di Pierluigi Bersani hanno preso il via con le delegazioni di Cgil (Susanna Camusso, Danilo Barbi, Vera Lamonica, Massimo Gibelli), Cisl (Raffaele Bonanni, Anna Maria Furlan, Maurizio Petriccioli, Salvo Guiglielmino), Uil (Luigi Angeletti, Guglielmo Loy, Domenico Proietti, Antonio Passaro) e Ugl (Giovanni Centrella, Maria Rosaria Pugliese, Cristina Ricci, Francesca Novelli, Antonio Scolletta). Alle 12 con Rete Imprese Italia, e cioe’ Confartigianato (Giorgio Merletti, Cesare Fumagalli), Confcommercio (Carlo Sangalli, Francesco Rivolta), Cna (Ivan Malavasi, Sergio Silvestrini), Confesercenti (Marco Venturoni, Mauro Bussoni), Casartigiani (Giacomo Basso, Nicola Molfese). Alle 13 sara’ la volta di una rappresentanza del mondo ambientalista formata da Cai (Agostino Esposito), Fai (Andrea Caradini, Sofia Bosco), Federazione Pro Natura (Mario Cavargna), Greenpeace (Giuseppe Onufrio, Alessandro Gianni’), Legambiente (Stefano Ciafani, Rossella Muroni), Tci (Marco Lion, Francesco Di Maggio), Wwf (Dante Caserta, Gaetano Benedetto, Stefano Lenzi). Alle 15 Don Luigi Ciotti, alle 15,30 il Forum delle Associazioni giovanili e il Consiglio nazionale degli studenti (Giuseppe Failla, Carmelo Lentino, Benedetta Rubin, Matteo Guidoni, Lorenzo Floresta, Luigi Iorio). Alle 16 chiuderanno il Consiglio italiano del Movimento europeo (Pier Virgilio Dastoli, Stefano Milia), il Movimento federalista europeo (Lucio Levi, Franco Spoltore) e la Gioventu’ federalista europea (Federico Butti, Simone Vannuccini). Va be’ la confusione mentale, ma tutto ha un limite,
E IO PAGO: UN CONTROLLO INUTILE PER COMUNI E PROVINCE
Luigi Oliveri La Corte dei conti è chiamata a un
controllo semestrale sull’andamento delle gestioni di comuni e province. Per l’ennesima
volta, produrrà solo carte e burocrazia. Perché manca quello che sarebbe necessario:
i controlli preventivi sugli atti, svolti da organi esterni e totalmente
indipendenti.
IL QUESTIONARIO
DELLA CORTE DEI CONTI La riforma dei controlli, fissata dal Governo col decreto
legge 174/2012, appare ancora lontana dal poter contrastare in modo efficace la
cattiva gestione di Regioni ed enti locali. Il compito affidato alla Corte dei
conti di compiere un controllo semestrale sull’andamento delle gestioni
di comuni e province pare destinato, per l’ennesima volta, a creare carte e
burocrazia, senza potere realmente garantire il risultato di decisioni
legittime e utili per i cittadini. Per adempiere al suo compito, la
magistratura contabile ha infatti approvato delle Linee guida (delibera
4/2013). Sostanzialmente, si tratta di un questionario, composto di decine e
decine di domande, subordinate, indicazioni dal generale al minimo dettaglio. Se
ne consiglia l’attenta lettura. A molti ricorderà il famoso “740 lunare” di
alcuni anni fa: è un groviglio inestricabile di quesiti, indicazioni,
precisazioni, che richiederebbe un sistema informativo integrato e completo,
per evitare che la formazione del referto di controllo richiesto si trasformi
in un adempimento pesantissimo, come invece accadrà, proprio per l’assenza di
un sistema di raccolta dei tantissimi dati previsti. Rispetto alla funzione di
controllo che in astratto dovrebbe svolgere, colpiscono alcune domande:
“L’organizzazione dei singoli servizi è stata strutturata sulla base della
rilevazione delle esigenze della popolazione?”; oppure “Sono emerse criticità,
nella gestione dei servizi pubblici locali, anche in virtù di sopravvenute ed
imprevedibili esigenze di carattere straordinario che abbiano richiesto interventi
non programmati?”; o, infine “Quali metodologie adotta il controllo strategico
per monitorare l’impatto socio-economico dei programmi dell’Ente?”.
Sembra evidente che un simile sistema di controllo non riesca a cogliere un obiettivo superiore a quello di fungere da deterrente alla sottoscrizione di dichiarazioni false. Ma l’esperienza insegna che se le amministrazioni sono intenzionate a gestire in modo scorretto, amministratori e dirigenti compiacenti sono capaci di sottoscrivere di tutto. Si tratta, a ben vedere, di un surrogato di controllo esterno, e forse la Corte dei conti meglio o di più non poteva fare, se non elaborare un questionario di tale natura.
Questo però non significa che il questionario assolva in modo diretto ad alcuna funzione di controllo: chiede agli enti se hanno controllato e in che modo. Un’alluvione di burocrazia. Che può consentire a qualcuno di fregiarsi del merito di aver introdotto sistemi di controllo “rigorosi”. Ma che in realtà producono carte su carte, senza dirigere la rotta verso le gestioni corrette e virtuose. In effetti, la riforma dei controlli sconta un vizio genetico piuttosto grave: tutto prevede, tranne quello che sarebbe necessario: la riproposizione dei controlli preventivi sugli atti degli enti, svolta non da organi interni, ma esterni e totalmente indipendenti. Soffocare l’attività operativa per compilare questionari contorti e complicati due volte l’anno (il referto alla Corte dei conti è semestrale) non pare assolvere ad alcuna efficace modalità di prevenzione. Sarebbe molto più utile e meno defatigante un controllo sui singoli provvedimenti, anche a campione, soprattutto considerando che tale modalità operativa, pur non essendo ovviamente l’unica, si integra perfettamente e necessariamente con quella della legge “anticorruzione”.
Sembra evidente che un simile sistema di controllo non riesca a cogliere un obiettivo superiore a quello di fungere da deterrente alla sottoscrizione di dichiarazioni false. Ma l’esperienza insegna che se le amministrazioni sono intenzionate a gestire in modo scorretto, amministratori e dirigenti compiacenti sono capaci di sottoscrivere di tutto. Si tratta, a ben vedere, di un surrogato di controllo esterno, e forse la Corte dei conti meglio o di più non poteva fare, se non elaborare un questionario di tale natura.
Questo però non significa che il questionario assolva in modo diretto ad alcuna funzione di controllo: chiede agli enti se hanno controllato e in che modo. Un’alluvione di burocrazia. Che può consentire a qualcuno di fregiarsi del merito di aver introdotto sistemi di controllo “rigorosi”. Ma che in realtà producono carte su carte, senza dirigere la rotta verso le gestioni corrette e virtuose. In effetti, la riforma dei controlli sconta un vizio genetico piuttosto grave: tutto prevede, tranne quello che sarebbe necessario: la riproposizione dei controlli preventivi sugli atti degli enti, svolta non da organi interni, ma esterni e totalmente indipendenti. Soffocare l’attività operativa per compilare questionari contorti e complicati due volte l’anno (il referto alla Corte dei conti è semestrale) non pare assolvere ad alcuna efficace modalità di prevenzione. Sarebbe molto più utile e meno defatigante un controllo sui singoli provvedimenti, anche a campione, soprattutto considerando che tale modalità operativa, pur non essendo ovviamente l’unica, si integra perfettamente e necessariamente con quella della legge “anticorruzione”.
lunedì 25 marzo 2013
A ROMA, PRESENTI COME SEMPRE AL COMPLETO, A GRIDARE: FORZA ITALIA
Nella imponente manifestazione del Popolo della
Libertà svoltasi a Roma in Piazza del Popolo, dove sventolava anche la bandiera
autonomista romagnola, vi era anche un folto gruppo di militanti faentini
arrivati nella capitale in pullman e in treno. Presente tutta la
dirigenza manfreda capitanata
dal Coordinatore comunale Luciano Spada assieme a Bruno Fantinelli, Teresa
Felici, Gabriella Casanova Nenni, Raffaella e Rodolfo Ridolfi che ha
dichiarato: - la manifestazione odierna serve a ribadire l'improrogabilità
di scelte essenziali per il nostro paese in tema di riduzione fiscale e ripresa
dell'economia, una vera "festa della libertà"con tante famiglie e
giovani che fin dalla tarda mattinata hanno invaso Roma come un fiume in
piena, un tripudio di bandiere, che dimostrano come il Popolo azzurro c'è
e non può essere ignorato da una sinistra che con un risicato 29%
vorrebbe oKKupare tutte le istituzioni. Vista l'irresponsabilità fin qui
dimostrata dalla sinistra che si permette il lusso di lasciare il paese in
attesa di un governo siamo pronti ad una nuova campagna elettorale come ha
detto il Presidente Silvio Berlusconi che ha concluso il suo intervento con un VIVA L'ITALIA VIVA FORZA ITALIA!
sabato 23 marzo 2013
DOMANI TUTTI A ROMA, L’EMILIA ROMAGNA SARA’ PRESENTE COME SEMPRE AL COMPLETO, A GRIDARE: FORZA ITALIA
SENZA DI NOI NESSUNA MAGGIORANZA E’ POSSIBILE. BERSANI NE PRENDA
ATTO
Clicca qui e puoi seguire la manifestazione
Saranno circa 200 i
militanti PDL della Provincia di Ravenna che, divisi in quattro pullman GT,
partiranno domani sabato 23 di buon
mattino alla volta di Roma dove alle 15 in piazza del Popolo inizierà la
manifestazione nazionale PDL promossa per evidenziare la necessità di una
svolta contro un fisco oppressivo, per rilanciare il paese con una vera legge
sulla crescita e per dire no all’abbattimento per via giudiziaria non solo di
un leader politico, ma di milioni di italiani che ne sostengono la linea
politica da anni. Sarà inoltre l’occasione per evidenziare, soprattutto in
vista dell’elezione del nuovo Capo dello Stato, come non si possa non tener
conto dell’esistenza del PDL evitando l’elezione di un presidente di parte. La
manifestazione si concluderà con l’intervento del Presidente Silvio Berlusconi.
venerdì 22 marzo 2013
BERSANI AL COLLE, SI ARRENDE: PRONTO A OGNI SOLUZIONE UTILE AGLI INTERESSI DEL PAESE.
Una resa, o quasi. Il segretario del Pd Pierluigi
Bersani esce dalla stanza della Vetrata del Quirinale, dopo oltre
un'ora di consultazioni con il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, e sia pur senza sbilanciarsi lancia un messaggio chiaro al
resto delle forze parlamentari. In estrema sintesi: "Bisogna fare un
governo, per il bene dell'Italia. Il Pd ha vinto le elezioni e deve dettare
l'agenda, ma non ne faccio una questione personale". Come dire: se sono io
il problema, posso non fare il premier. E questo non è un nodo da poco. Si
attendono ora le decisioni di Napolitano: "Le comunicherò domani",
venerdì 22 marzo, ha detto lo stesso presidente ai cronisti. "Ho da
riordinare gli appunti e le idee...".
"Governo di cambiamento" - "C'è un'esigenza di governo e una di cambiamento - esordisce Bersani uscendo dal colloquio con Napolitano -. Cambiamento è attenzione immediata ai temi sociali, iniziativa forte sui temi della moralizzazione della vita pubblica e passi seri sulle riforme istituzionali. Noi, partito democratico, prima forza di questo Paese checcè qualcuno dica (riferimento polemico a Beppe Grillo, ndr), ci mettiamo a servizio di questa esigenza, del nostro Paese e dell'Europa. Come si può fare? Lavorando su due versanti. Fare un governo che presenti al Parlamento proposte precise per un avvio di legislatura in chiave di cambiamento: correzione delle politiche europee, liquidità per le imprese, economia verde, regole per il mercato del lavoro da correggere contro la precarietà. Poi moralizzazione della vita pubblica: corruzione, sobrietà della politica, regole di mercato. Bisogna dare il segno netto che le cose possono cambiare. Il secondo versante riguarda la legge elettorale e la riforma della seconda parte della Costituzione, a cominciare dalla riduzione dei parlamentari. Queste riflessioni abbiamo consegnato al presidente, e ci affidiamo alla sua saggezza per trovare una soluzione".
"Governo di cambiamento" - "C'è un'esigenza di governo e una di cambiamento - esordisce Bersani uscendo dal colloquio con Napolitano -. Cambiamento è attenzione immediata ai temi sociali, iniziativa forte sui temi della moralizzazione della vita pubblica e passi seri sulle riforme istituzionali. Noi, partito democratico, prima forza di questo Paese checcè qualcuno dica (riferimento polemico a Beppe Grillo, ndr), ci mettiamo a servizio di questa esigenza, del nostro Paese e dell'Europa. Come si può fare? Lavorando su due versanti. Fare un governo che presenti al Parlamento proposte precise per un avvio di legislatura in chiave di cambiamento: correzione delle politiche europee, liquidità per le imprese, economia verde, regole per il mercato del lavoro da correggere contro la precarietà. Poi moralizzazione della vita pubblica: corruzione, sobrietà della politica, regole di mercato. Bisogna dare il segno netto che le cose possono cambiare. Il secondo versante riguarda la legge elettorale e la riforma della seconda parte della Costituzione, a cominciare dalla riduzione dei parlamentari. Queste riflessioni abbiamo consegnato al presidente, e ci affidiamo alla sua saggezza per trovare una soluzione".
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BERSANI NON SI RENDE CONTO DELLA SITUAZIONE PARADOSSALE
“A me pare che la sinistra, e per sinistra intendo
lo schieramento che va da Bersani e Vendola fino a Grillo, abbia proprio perso
la cognizione della gravità del momento”. Lo ha affermato la parlamentare del
Pdl, Mariastella Gelmini, che ha osservato: “Grillo, con il suo 25 per cento,
che non considera minimamente le aperture del Pd, rispondendo con rifiuti e
insulti, che chiede tutte le poltrone disponibili, a partire da quelle a
palazzo Chigi. E per fare cosa? Distruggere tutto, radere al suolo il sistema.
Il segretario del Pd, sempre più in affanno, cerca di trovare
escamotage per un eventuale esecutivo che possa compiacere lo stesso leader di
M5S e quindi raccogliere il suo sostegno. Non si rende conto Bersani della
situazione paradossale nella quale si trova? Quando invece, senza perdere altro
tempo, si potrebbe arrivare a un intesa con il Pdl e avviare subito un iter di
riforme economiche e interventi che il paese, gli italiani, l’Europa attendono
con impazienza. Bersani ha ancora poche ore per decidere strada giusta”.
L’ULTIMA MESCHINITA’ DEL GOVERNO MONTI: RISPEDIRE I DUE MARO’ IN INDIA
I due marò partiranno stasera per
l’India. Lo ha assicurato il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura precisando che il
governo indiano ha garantito che non ci sarà la pena di morte nei loro confronti.
Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il Governo italiano ha richiesto e
ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento
che sarà riservato ai maro’ e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla
luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha deciso che torneranno in
India domani. Oggi, si legge in una nota di Palazzo Chigi, il Presidente del
Consiglio Mario Monti, insieme al Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e al
Sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura, ha incontrato i fucilieri di
Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per valutare congiuntamente la
posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità
italiane e quelle indiane. La posizione del Governo era stata definita in
mattinata in un’apposita riunione del CISR (Comitato interministeriale per la
sicurezza della Repubblica) presieduta dal Presidente Monti, alla quale hanno
partecipato i Ministri degli Affari Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata,
dell’Interno Anna Maria Cancellieri, della Giustizia Paola Severino, della
Difesa Giampaolo Di Paola, dell’Economia e Finanze Vittorio Grilli, dello
Sviluppo Economico Corrado Passera, i Sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni
De Gennaro. Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il Governo italiano ha
richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al
trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro
diritti fondamentali.
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Alla luce delle ampie
assicurazioni ricevute, il Governo ha ritenuto l’opportunità, anche nell’interesse
dei Fucilieri di Marina,
di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto,
del ritorno in India entro il 22 marzo. I Fucilieri di Marina hanno aderito a
tale valutazione.
I due Marò partiranno stasera per
l’India accompagnati dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura,
risiederanno nell’ambasciata italiana a New Delhi e avranno “libertà di
movimento”. Lo ha assicurato lo stesso De Mistura aggiungendo: “potranno anche andare al ristorante se vogliono”.
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giovedì 21 marzo 2013
MA QUALE SPENDING REWIEW?: GRASSO E BOLDRINI, TAGLIO ALLO STIPENDIO REALE SOLO DEL 7%.
Franco Bechis Il primo ad averlo capito
al volo è stato Beppe Grillo, che ormai è esperto della materia. Lui è stato il
solo italiano a non essersi bevuto tutto di un fiato l’allegro e commendevole
annuncio fatto dai presidenti delle due Camere, Pietro Grasso e Laura
Boldrini: «ci tagliamo lo stipendio del 30%». Quale stipendio scusate? Se lo è
chiesto solo Grillo mentre tutti i principali media già cantavano i peana ai
due nuovi potenti così sobri. E la domanda è più che fondata. Tanto da avere
una risposta chiara: sia Grasso che la Boldrini al momento hanno deciso un
taglio ai propri emolumenti che ridurrà il loro stipendio del 6,9% netto e del
7,2 per cento lordo. Una percentuale assai lontana da quel 30% sbandierato
addirittura in diretta tv a Ballarò facendo emozionare il povero Giovanni
Floris. Il taglio infatti per ora solo deciso e non ancora operativo riguarda
infatti la sola indennità di funzione dei presidenti delle Camere, che è solo
piccola parte di quello che riceveranno ogni mese. È un taglio a un costo
della politica, ed è benvenuto. Ma riguarda il 30% su circa 6 mila euro lordi e
non tutti i 24.965,11 euro lordi che sono assegnati ogni mese ai presidenti
delle Camere. A quella cifra una volta che sarà resa operativa la decisione al
momento solo annunciata in tv e con un comunicato stampa verranno quindi
sottratti 1.800 euro lordi al mese, pari al 7,2 per cento.
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E IO PAGO: BUSINESS DICHIARAZIONE DEI REDDITI, MONTI FA RICCHI I SINDACATI A SPESE DEGLI ITALIANI
Una montagna di carta che
solo a trasferirla dagli 83 Centri di assistenza fiscale riconosciuti all’Inps
si trasforma magicamente in quattrini ballanti e sonanti. Per la precisione ben
161 milioni di euro che l’Istituto di previdenza pubblico riconosce (dati 2012)
ai Caf per la compilazione di milioni di pratiche. Il meccanismo è semplice. Il
cittadino deve compilare una dichiarazione o certificare un certo reddito (per
accedere a sconti e prestazioni sociali). Per farlo ha diverse strade: o
rivolgersi all’Inps, o andare in comune (o circoscrizione), oppure bussare in
uno dei tanti Caf. Un business milionario - negli ultimi anni lievitato
considerevolmente in barba alla crisi - che gira intorno alla possibilità
di ottenere rimborsi fiscali (per dipendenti e pensionati), detrazioni d’imposta
o anche sconti ed esenzioni da servizi pubblici. Tra dichiarazioni dei redditi,
richieste di esonero dal pagamento della mensa dell’asilo o contributi sociali
di varia natura, gli italiani compilano milioni di domande e moduli.
Tutte autocertificazioni che i Caf (onesti) aiutano a compilare per orientarsi
in un dedalo normativo che cambia più spesso della biancheria intima. Da anni
tutti i sindacati (ma anche alcune confederazioni del lavoro autonomo) hanno
intercettato questo filone redditizio e aperto sportelli di consulenza fiscale,
tributaria e normativa. In sostanza offrono - in orari possibili e con file
meno mostruose - gli stessi servizi dell’Inps o dei Comuni. E per questo
servizio lo Stato, o meglio l’Inps, paga un gettone (dai 10 ai 16 euro a
pratica) come contributo. In teoria si potrebbe fare tutto ricorrendo ai
dipendenti comunali o a quelli dell’Inps, in pratica per convenienza gli
italiani prendono appuntamento in un Caf e sbrigano le pratiche necessarie. E
fin qui si rientra nella privatizzazione di un servizio pubblico, discutibile,
ma tutto sommato efficiente.
ELIMINATE LE PROVINCE IN SICILIA? UNA BUFALA RINVIATE SOLO LE ELEZIONI, LA SPESA RIMANE LA STESSA
–Abolite le Province regionali
in Sicilia. L’Ars ha appena approvato un maxi-emendamento della maggioranza che
sospende le elezioni previste a fine maggio. Gli enti saranno commissariati
ed entro l’anno dovranno essere sostituiti, con una nuova legge, da liberi
consorzi di comuni. La norma, promossa dal governo Crocetta e
riscritta da tre capigruppo della maggioranza (Gucciardi, Leanza, Malafarina)
dopo i rilievi del commissario dello Stato, prevede il ritorno ai liberi consorzi comunali in
sostituzione degli attuali enti. Salta il turno
elettorale provinciale di fine maggio (arriveranno i commissari) e si dà tempo
all’Assemblea sino al 31 dicembre per varare una nuova legge. In sostanza, ora
l’Ars ha otto mesi di tempo per scrivere una vera e propria riforma. Che ancora
non c’è. È certo però, ed è scritto nell’emendamento approvato da Sala
d’Ercole, che gli organi di governo dei liberi consorzi non saranno eletti
direttamente dai cittadini ma scelti con un sistema indiretto di secondo grado.
Dovrebbero essere i sindaci interessati a nominare, fra di loro, i vertici dei
nuovi enti territoriali che prenderanno il posto delle Province. La norma che,
nei fatti, abolisce le Province è passato con 53 voti a favore, 28 contrari e
un astenuto. L’opposizione di centrodestra aveva chiesto il voto segreto.
Decisivo, alla luce dell’esito, il sostegno dei grillini alla
maggioranza.
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mercoledì 20 marzo 2013
TUTTI IN PIAZZA PER MANIFESTARE CONTRO L’OPPRESSIONE FISCALE, CONTRO L’OPPRESSIONE BUROCRATICA, CONTRO L’OPPRESSIONE GIUDIZIARIA. MOBILITAZIONE PERMANENTE
Cari Amici, innanzi tutto voglio dirvi il mio più
caloroso grazie per i tantissimi messaggi di vicinanza e di incoraggiamento che
mi sono arrivati nei giorni in cui sono rimasto al San Raffele. Il sapere di
poter contare sulla stima e sull'affetto di così tanti amici è stata per me la
medicina migliore. Sono tornato
subito in campo perché la situazione è grave. La prima preoccupazione
è per la nostra situazione economica e sociale: i disoccupati continuano ad
aumentare; nel 2012 hanno chiuso mille imprese al giorno; le nuove tasse volute
da Monti strangolano famiglie e imprese. Ieri il nostro commissario europeo
Antonio Tajani ha ottenuto la disponibilità dell'Unione europea a tenere fuori
dal Patto di stabilità il pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese.
Una battaglia in cui ci siamo impegnati per oltre un anno, il cui buon esito
consentirà di immettere liquidità e fiducia nel nostro sistema produttivo. Ma
per uscire dalla recessione e ripartire verso lo sviluppo occorrono interventi
forti, decisi e precisi, e soltanto un governo esperto, stabile e autorevole
che scaturisca da un accordo tra il PD e la nostra coalizione può
realizzarle. Ci siamo dichiarati
disponibili a questo accordo ma in cambio abbiamo ricevuto insulti, disprezzo,
Presidenti di sinistra alla Camera e al Senato, il rifiuto di una intesa su un
Presidente della Repubblica di garanzia.
Una occupazione militare di tutti i vertici istituzionali che contraddice
quanto promesso da Bersani durante la campagna elettorale. Non possiamo
accettarlo. Continueremo una mobilitazione
permanente nelle istituzioni, nelle piazze, nei media. Cominceremo sabato
prossimo a Roma, manifestando tutti insieme contro l'oppressione fiscale,
contro l'oppressione burocratica, contro l'oppressione giudiziaria. L’appuntamento è per le 15 in Piazza del
Popolo che diventerà la Piazza del Popolo della Libertà.
Ti aspetto! Un fortissimo
abbraccio, Silvio Berlusconi
AZZURRI DEL ’94 CON SILVIO BERLUSCONI DA FAENZA ALL’ITALIA: INCONTRO A REGGIO EMILIA MERCOLEDI 20 MARZO 2013
Il movimento Azzurri del
’94 con Silvio Berlusconi nato a Faenza il 9 novembre 2012 per chiedere il
ritorno in campo di Silvio Berlusconi, la fine della disastrosa esperienza del
Governo Monti ed il ritorno ai valori ed ai programmi di Forza Italia, che a
Faenza ha ospitato anche la prima Convention Regionale del Movimento nel
dicembre 2012 dopo la costituzione, a Bologna, del suo coordinamento Regionale,
riunisce il coordinamento regionale
mercoledì 20 marzo 2013 alle ore 19,00 a Reggio Emilia presso l'Hotel Europa in
via Olimpia n.2, per fare il punto della situazione politica ed
organizzativa per fare il punto della situazione politica ed organizzativa per
il proseguimento dell’attività politica e organizzativa a sostegno delle idee e
dei programmi di Silvio Berlusconi dopo il forte impegno elettorale che ha
segnato l’entusiastico rilancio dello spirito liberale e dei valori del popolo
emiliano-romagnolo dei berlusconiani. Nella sua relazione introduttiva il
coordinatore regionale Rodolfo Ridolfi sottolineerà come “ Il ritorno in campo
di Silvio Berlusconi ed il grande consenso che ha conseguito alle elezioni sui
valori e sui programmi di Forza Italia, determinando la sconfitta di Monti,
Bersani, della sinistra mediatica e l’irrompere del grillismo abbiano scatenato
nuovamente il tentativo golpista di eliminare Berlusconi attraverso alcune
procure e magistrati rossi, richiedano una intensificazione delle iniziative
politiche e della mobilitazione a partire dalla manifestazione del 23 a Piazza
del Popolo a Roma”. Ridolfi proporrà inoltre di accogliere le richieste che
arrivano da altre regioni per una estensione del Movimento a livello nazionale.
Mail: berlusconianidel94@gmail.com
su Facebook: Berlusconiani Classe
Novantaquattro Berluscones cell.335396752
A SINISTRA LA COMPRAVENDITA DEI VOTI NON E’ REATO
Pier Luigi Bersani lo aveva detto fin da subito e
ieri lo ha confermato: "Farò scouting tra i grillini". In altri
termini quella che per il centrodestra è un'illecita compravendita di voti - la
vicenda De Gregorio è lì a dimostrarlo - per la sinistra è un'operazione
politica altamente meritoria, e tutta all'insegna della "buona
politica" e del "nuovo".
Ma ciò che Bersani teorizza non è uno o due
singoli passaggi da uno schieramento all'altro: no, il segretario democratico
intende reclutare quasi un intero partito. Solo al Senato però, dove non ha i
numeri. Alla Camera la nuova politica può attendere. Lo "scouting"
bersaniano poi si basa sulle proposte, non sulle persone: ci mancherebbe.
Peccato che abbia incaricato alla bisogna la consueta pattuglia di plenipotenziari
con ampi margini di trattativa. E che pattuglia: nientemeno che Laura Puppato e
Luigi Zanda. L'operazione è moralmente sdoganata dal doppio appello di Repubblica: quello del solito Saviano
("Facciamolo!), cui ieri Eugenio Scalfari ha aggiunto la sua preziosa
testimonianza, "documentando" che un giovane deputato 5 Stelle
"che è venuto a salutarmi in sala lettura a Montecitorio", si è
formato fin da bambino leggendo i suoi scritti. E' un metodo di indottrinamento
da una parte, da "utili idioti" di togliattiana memoria dall'altra,
che di per sé farebbe anche ridere. Il problema è che da ridere c'è ben poco:
per il Paese in questa situazione, e per una sinistra che torna alle peggiori
pratiche del Pci.
martedì 19 marzo 2013
BRUNETTA UN BERLUSCONIANO INTELLIGENTE E CAPACE UNA GUIDA AFFIDABILE PER IL GRUPPO DELLA CAMERA.
Su proposta del presidente Silvio Berlusconi,
l'assemblea dei deputati del PDL ha indicato Renato Brunetta come Presidente
del gruppo parlamentare alla Camera. La scelta verrà ufficialmente formalizzata
nel pomeriggio di domani, quando tutti i gruppi si riuniranno dalle ore 15 su
convocazione del Presidente della Camera. Al neo-capogruppo Brunetta gli Auguri
di Buon lavoro
INCREDIBILE: SU MPS ESCONO LE INTERCETTAZIONI. MA SONO CONTRO IL CAV!!!
Il Fazioso Mps, uno scandalo
incredibile, clamorosamente nascosto sui giornali dove ormai non ci sono più
notizie a riguardo. E di intercettazioni (definite da chi le ha ascoltate
imbarazzanti per il Pd) non se ne parla proprio. Ma dalle procure cosa esce?
Altre intercettazioni che mettono in mezzo il Cav, come riporta il Corriere. Nella
primavera del 2009 Silvio Berlusconi organizzò riunioni ad Arcore per designare
i membri del Consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi in quota Pdl. E
almeno in un’occasione a quegli incontri partecipò il faccendiere Luigi
Bisignani che sponsorizzava un avvocato suo amico. Sono le telefonate
intercettate dai magistrati di Napoli nell’ambito di un’inchiesta su alcuni
affari che coinvolgevano esponenti della criminalità organizzata. Siamo
all’assurdo che alla fine per Mps sarà accusato Berlusconi. Tanto un’inchiesta
in più cosa cambia?
UN PD INCREDIBILE: NON POSSONO GOVERNARE MA CONTINUANO LA LORO VERGOGNOSA OCCUPAZIONE MILITARE DELLE CARICHE
Il
Fazioso Sfruttando
l’incredibile inconsistenza dei grillini, incapaci di tenere la linea su
qualsiasi argomento, il Pd continua la sua opera di occupazione militare delle
cariche istituzionali. Dopo aver ottenuto Camera e Senato, ora mirano a P.zo
Chigi e al Quirinale. Il primo obiettivo è alla lunga distanza oggettivamente
difficile da raggiungere e mantenere. I numeri indicano chiaramente che non ci
sono spazi di manovra a meno che si inizi, seriamente, a comprarsi l’appoggio
dei grillini al Senato. Cosa possibile conoscendo le pratiche dei rossi ma per
avere una maggioranza stabile ci vogliono altri consensi, che vadano oltre 4-5
grillini illuminati dalla luce del grigio segretario Pd. La nuova idea partorita
dai geni Pd è quella di inserire nel loro ipotetico esecutivo una sfilza di
nomi della società civile e personaggi che potrebbero solleticare il voto dei
grillini (ripetendo il colpo del Senato). Difficile da ipotizzare e soprattutto
mettere in pratica ma loro ci provano… consapevoli che la poltrona vale
qualsiasi tentativo. Poi il Quirinale dove sono disponibili a piazzare una
delle tante mummie che hanno a disposizione. Dalla Bindi a D’Alema, da Prodi a
Amato… la scelta è lunga: di peggiori ne hanno tanti. Non hanno vinto le
elezioni ma se ne fregano, vanno avanti a colpi di strategie mirate
esclusivamente alle cariche. Ma dietro l’apparenza il nulla…
GRASSO AL SENATO CON I VOTI DI GRILLO: UN MAGISTRATO E’ PRESIDENTE DEL SENATO, MA SE I PARLAMENTARI VANNO SULLA SCALINATA DI UN TRIBUNALE E’ EVERSIONE.
scritto da
daw. Pietro
Grasso è il nuovo
presidente del Senato: è stato eletto al ballottaggio battendo l’ex presidente
Schifani. Oltre ai voti del Pd, a Grasso sono andati anche una quindicina di
voti extra. In giornata i grillini, nel corso di una drammatica riunione (non
trasmessa in streaming), i senatori del Movimento 5 Stelle hanno deciso di
votare comunque scheda bianca, ma alcuni esponenti del movimento hanno espresso
forti perplessità. Con il voto segreto almeno una decina di grillini ha votato
per Grasso. Dopo soli due giorni in Parlamento il movimento di Grillo si è già
spaccato. Come inizio non c’è male.
ps un
magistrato è Presidente del Senato, ma se i parlamentarti vanno sulla scalinata
di un Tribunale è eversione. Come no.
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lunedì 18 marzo 2013
NOI IMPRESENTABILI? COME SI PERMETTE? E L’ANNUNZIATA VA KO.
L’ANNUNZIATA SPARA E ATTACCATA ABBASSA LA CRESTA: “HO DETTO UNA
COSA PESANTE”, BRAVO ALFANO!
Scintille nello studio di In mezz'ora dove l'ospite, il
segretario del Pdl Angelino Alfano,
ha lamentato l'offesa da parte della conduttrice
Lucia Annunziata che ha
definito "impresentabili" gli esponenti del Popolo della Libertà,
offendendo così quasi il 30% degli elettori. "Come si permette? Da quale
cattedra etica voi della sinistra potete giudicare con parole di disprezzo nei
confronti del popolo che da vent'anni vota" il partito guidato da Silvio Berlusconi, ha protestato
Alfano, mantenendo un certa calma anche se era chiaramente alterato. Alla fine,
Annunziata si è in qualche modo scusata, ammettendo di aver detto una
"cosa pesante", ma Alfano ha sottolineato che quelle dette "sono cose non solo pesanti ma anche
profondamente ingiuste". Annunziata attacca, Alfano risponde e la
conduttrice abbassa la cresta, Alessandra Mussolini: "Lucia Annunziata ha superato il
suo noto essere di parte arrivando a insultare
milioni di Italiani che votano Pdl e che, purtroppo, pagano il canone Rai.
Non basta una semplice censura di fronte a tale insolenza verbale. Lo stipendio alla Annunziata lo pagano anche
gli elettori del Pdl che meritano rispetto e una giusta informazione, troppo
spesso sporcata da giornalisti impresentabili". Daniele Capezzone: "Nessuno può
permettersi di trattarci come figli di un dio minore. La Rai dovrebbe essere un servizio pubblico, e non uno sfogatoio per
tifoserie politiche contrapposte".
BERSANI E LA VITTORIA DI PIRRO IN PARLAMENTO
Grasso, ex
procuratore nazionale antimafia eletto al Senato nella lista del Pd, ha vinto
il ballottaggio contro l'ex presidente Renato Schifani, candidato del Pdl e
appoggiato dalla Lega, con 137 voti. Sarà lui a presiedere l'assemblea di
Palazzo Madama. A Schifani sono andati 117 voti, 52 le schede bianche e 7
nulle. Alcuni voti per Grasso,
poco più di una decina, sono arrivati dai senatori del Movimento 5 stelle che
in precedenza avevano dichiarato di voler tenere la linea dura e votare scheda
bianca. Al termine di una lunga e concitata assemblea, però, hanno avuto
libertà di coscienza. I parlamentari di Scelta civica hanno lasciato la scheda
bianca. E oggi anche l'assemblea di Montecitorio, dopo due giorni di consultazioni
e voti, ha votato il nuovo presidente della Camera dei deputati: è Laura
Boldrini, candidata nelle liste di Sinistra, Ecologia e Libertà ed ex portavoce
dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati politici. Boldrini è stata eletta con 327
voti, 17 in più del quorum necessario. Altri 108 voti sono andati a Fico,
candidato del Movimento 5 stelle, 18 voti dispersi, 10 schede nulle e 155
bianche. Le schede bianche sono quelle di Pdl e Scelta civica. "Sono molto
molto soddisfatto, abbiamo eletto una candidato di grandissimo profilo
culturale e moralmente indiscutibile e di cambiamento e l'abbiamo offerta
all'elezione di tutti", ha commentato Pier Luigi Bersani. L’intervento
di insediamento della Presidente Boldrini si
é svolto in un’atmosfera di retorica e banalità da vecchia sinistra. Del resto,
era noto il profilo pauperista e terzomondista della neo Presidente della
Camera. In questo fiume di retorica e di banalita’, non hanno trovato posto le
parole ’tasse, crescita e sviluppo’.Del resto, questi temi che importano al
Paese non importano alla vecchia sinistra."
sabato 16 marzo 2013
BERSANI: HA VINTO LA LOTTERIA MA HA PERDUTO IL BIGLIETTO
Partito per governare in nome del riformismo di
sinistra, sicuro di avere in tasca le chiavi di palazzo Chigi, Pier Luigi
Bersani non si è mai ripreso della sconfitta che solo la legge elettorale ha
trasformato in una risicatissima ed effimera vittoria numerica alla Camera. Si
è dunque messo a inseguire freneticamente i grillini offrendo tutto ciò che
poteva capitargli a tiro. A cominciare dalla corresponsabilità nel governo
dell'Italia, che invece Beppe Grillo vuol fare implodere. Strada facendo, il
segretario del Pd ha compiuto un gesto che nessuno dei suoi predecessori aveva
neppure immaginato: promettere di votare a favore dell'arresto del suo principale
avversario politico, Silvio Berlusconi. l sì alle manette ipotizzato dal capo
della segreteria bersaniana Maurizio Migliavacca è un atto che riporta alla
peggiore sinistra manettista (quella degli Ingroia e dei Travaglio, per
intenderci), e manda in fumo anni di tentativi di separare la dialettica
politica dalle toghe politicizzate. Una sorta di benservito proprio nel giorno
in cui Giorgio Napolitano predicava il contrario. Bersani, capo - ancora per
poco - di una sinistra che era e resta minoritaria, non solo non è stato in
grado di proporre un programma di governo minimamente degno di tale nome, ma
sta facendo regredire il suo schieramento e il Paese intero ad un massimalismo
che pensavamo sepolto dalla storia. Basta vedere il suo programma in otto punti
e 40 capoversi: il manifesto di un collettivo scolastico, qualcosa che non
esiste in nessuna sinistra socialdemocratica europea. Si torna ai post-comunisti dei funzionari di
partito, della case del popolo e soprattutto dei tentativi di accordo sottobanco
con qualche compagno di strada utile alla bisogna. Nonostante i "no"
espliciti finora ottenuti. Si può ripetere che l'insuccesso ha dato
alla testa a Bersani; più probabilmente ha tolto la maschera alla sinistra che
ha in mente.
PILLOLE di Vincenzo Galassini MAGISTRATI SEMPRE PRONTI PER BERLUSCONI: IN SUPER RITARDO PER GLI ALTRI CITTADINI
Il Fatto -Sono la
lobby più forte nel paese, l’ultima corporazione rimasta intatta negli anni,
con poteri e privilegi immutati nel tempo. Hanno le paghe più alte d’Europa,
pensioni d’oro, 51 giorni di ferie l’anno e i privilegi di un sistema unico (in
quanto ad anomalie) nel mondo. Parliamo dei magistrati, una categoria che fa
dello spreco uno status. Prendono il doppio dei colleghi francesi grazie a un
sistema di scala mobile che non esiste altrove e possono arrotondare lo
stipendio con incarichi extragiudiziari. La loro carriera è praticamente
automatica: apprendistato poi 2 anni dopo il decreto di nomina sarà magistrato
di tribunale, dopo 13 consigliere d’appello, dopo 20 in cassazione e dopo 28
idoneo alle funzioni superiori della suprema corte. Tutti passaggi automatici
che comportano i relativi aumenti di stipendio, ultra sostanziosi. Gli stipendi
dei magistrati italiani sono quasi un segreto, spesso coperti persino da
omissis nei documenti ufficiali. Il tutto lavorando di media 1560 ore l’anno… Una
vergogna immodificabile…. L’Italia ha il
“triste primato in Europa” del maggior numero di prescrizioni
(circa 130mila quest’ultimo anno) e “paradossalmente,
del più alto numero di condanne della Corte Europea dei diritti dell’uomo per
l’irragionevole durata dei processi”. Una
riflessione come mai a Milano i processi contro Berlusconi sono così rapidi, un magistrato fissa
le udienze, normalmente dopo mesi se non anni, come mai per quelli di
Berlusconi sono fissati giorno per
giorno, forse lascerà indietro altri processi che forse andranno in
prescrizione. Interessante che qualche deputato chiedesse come può accadere…… Vincenzo Galassini
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MA QUALE TAGLIO DEI RIMBORSI, SENZA I NOSTRI SOLDI IL PD COLLASSA.
I grillini sfidano il Pd sui rimborsi elettorali.
E anche Renzi chiede una riflessione. Che non ci sarà mai ovviamente. Perchè il
Pd senza quei soldi non sopravvive, come segnala Il Fatto. Il Pd, privato da
subito del finanziamento pubblico, sarebbe in effetti incapace di affrontare a
tappe forzate una necessaria mutazione genetica, prima ancora che
organizzativa. E il partito ancora troppo poco “liquido”, fatto di tanti
funzionari e dirigenti, di uffici stampa, di centinaia di sedi ed appendici, si
scioglierebbe come neve al sole. Tolti i 57 milioni di euro di
rimborsi elettorali, l’autofinanziamento rappresenta appena l’8,8 per
cento. Che è l’equivalente di 5,5 milioni, provenienti in netta
prevalenza dagli eletti. Una somma, questa, che sarebbe sufficiente per far
fronte a poco più di un terzo dei circa 15 milioni di esborso per i 200
dipendenti ed i consulenti esterni, di cui si avvale il Pd. Senza i rimborsi il
partito fondato da Veltroni dovrebbe dire addio alla sua sede
nazionale, per la quale nel 2011 ha speso ben 3,5 milioni di euro. Il
Pd, privo di finanziamento, forse non riuscirebbe nemmeno a far arrivare nelle
case degli italiani i propri strumenti di informazione e propaganda, che, al
costo di circa 2 milioni di euro, viaggiano soprattutto con posta ordinaria.
Non se ne parlerà mai… Dobbiamo sovvenzionarli
fino alla fine.
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LA CASA SUL LAGO DEL TEMPO DELL’ACCANIMENTO GIUDIZIARIO. CONTRO IL PARERE DI COMUNE E SOPRINTENDENZA, IL GIUDICE CONDANNA L’IMPUTATO (COLPEVOLE DI ESSERE DELL’UTRI)
scritto da daw- Questa vicenda è davvero
significativa. Un uomo, nella sua casa privata con magnifica vista lago, sul
terreno di sua proprietà, decide di costruire una casetta su un albero (portate
pazienza, l’uomo è appassionato di bird-watching: osserva gli uccelli, e quella
posizione è l’ideale per farlo). Si tratta di una casetta in legno (niente
cemento), senza fondamenta e quindi smontabile senza lasciare danni al
paesaggio, al terreno o a quello che volete. Tutto bene? Eh no, perchè
quell’uomo si chiama Marcello Dell’Utri. E allora una denuncia anonima segnala
al Sindaco la casetta di legno e la magistratura apre immediatamente
un’inchiesta. Pronti, e via. Arriva ovviamente l’ordine di demolizione e il
processo. Ma attenzione: l’architetto del piccolo Comune spiega
semplicemente che non c’è nessun abuso (la casa è di legno, è
smontabile, non ha fondamenta, e molto altro). In più arriva addirittura
l’assoluzione della Soprintendenza: “non esistono violazioni
paesaggistiche”. Tutto risolto? No, no e no. Quell’uomo, ricordatelo,
si chiama Marcello Dell’Utri. E allora: il giudice rigetta le conclusioni di
Comune e Soprintendenza e condanna quell’uomo (che si chiama Dell’Utri) a 9
mesi di galera. Non è finita: il giudice ha chiesto al pm di incriminare il
tecnico del Comune per abuso d’ufficio. Oh,
è tutto vero.
venerdì 15 marzo 2013
PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DI ROMA
Come annunciato dal Presidente Silvio Berlusconi,
sabato 23 marzo 2013 a Roma faremo una grande manifestazione nazionale in Piazza
del Popolo. In questo momento difficile, vogliamo ridire con forza che l'Italia
vuole meno oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria e che famiglia,
imprese e lavoro sono la nostra priorità. Ecco perché ti invitiamo a venire con
noi a Roma. La manifestazione avrà inizio alle 15.00, l'intervento del
Presidente sarà attorno alle 16.00 e la conclusione della manifestazione è
prevista entro le ore 18.30. Il coordinamento provinciale di Ravenna sta
organizzando dei pullman PARTENZA IN MATTINATA DA VARI PUNTI DAI
PRINCIPALI CENTRI DELLA PROVINCIA PRENOTAZIONI: RAVENNA: 3398628941 CERVIA:
3343071039 FAENZA E ALTRI: 3466829146 ENTRO LUNEDI 18 MARZO
Anche il
regionale dell'Emilia Romagna sta organizzando dei pullman con partenza la
mattina del 23 marzo. Per prenotare e per maggiori informazioni: segreteria@pdl-emiliaromagna.it
Grazie! Arrivederci a Roma...
Grazie! Arrivederci a Roma...
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