Dal Corriere
della Sera di ieri: "Entrambe le linee del Pd... sottovalutano la forza della
destra, che pure ha appena preso alle elezioni gli stessi voti della
sinistra... e trascurano le ragioni profonde del suo elettorato, non meno
interessanti da comprendere di quelle degli elettori 5 Stelle. La terza linea
possibile del Pd sarebbe perciò quella di aprire un dialogo con questa parte
del Paese e del Parlamento, nella quale ci sono forze interessate più di Grillo
a un progetto di salvezza nazionale". Questo ha scritto Antonio Polito sul
Corriere. Ancora più esplicito, sulla
Stampa, Piero Ichino, l'esperto di
lavoro ex Pd eletto nella lista Monti: una lettera aperta al Pd e Pdl per un
governo di responsabilità nazionale. La conclusione è la stessa: mentre tutti i
media, e soprattutto mentre la segreteria del democratici con Pier Luigi
Bersani, rincorrono inutilmente Beppe Grillo e i suoi (ricevendone ogni volta
in cambio sonori schiaffoni), l'unica soluzione possibile per dare un governo
all'Italia resta un accordo pieno con il Popolo della Libertà. E'
quanto abbiamo detto fin dal giorno dopo il risultato elettorale. Qui non si
tratta di vedere "che cosa conviene al Pd", "che cosa conviene a
Bersani oppure a Renzi", né "che cosa faranno i grillini", con
risvolti surreali - se una volta in Parlamento si metteranno la cravatta, se
entreranno tutti assieme, dove andranno a sedersi - che non tengono minimamente
conto della situazione economica dell'Italia. Che continua a peggiorare, e non
per il declassamento di Ficht ma perché le imprese e il lavoro sono allo
stremo. Ecco perché nessuna soluzione alla crisi può prescindere da noi; ed
ecco perché è necessario un governo, e di conseguenza una maggioranza, che
metta assieme le forze che hanno risposte concrete per uscire da questa
emergenza. Diversamente, anche questo lo abbiamo detto, meglio tornare alle
urne al più presto. Bersani ha stilato un programma in otto punti e 40
capoversi nel quale l'economia e il lavoro occupano una minima parte. Grillo si
è messo in attesa sulla riva del fiume. Ma l'altra vera forza politica ed
elettorale del Paese siamo noi. E noi avevamo individuato dove e come agire:
ridurre la pressione fiscale, detassare ed eliminare il carico contributivo
dalle assunzioni dei giovani, salvaguardare la prima casa ed il risparmio, far
valere in Europa in nostri diritti con pari dignità rispetto alla Germania. Su
questi punti abbiamo raccolto il consenso della metà del Paese. Ignorarlo non è
solo irresponsabile, è una follia. Questo è il nostro messaggio a Giorgio
Napolitano: "L'uomo saggio che abbiamo conosciuto, un interlocutore del
quale ci fidiamo, che è anche presidente del Csm" ha detto Angelino
Alfano. Sappiamo bene che il Quirinale ha il dovere di tenersi super partes, ma
siamo altrettanto certi che Napolitano, garante della Costituzione e di tutti
gli italiani, del quale fin dall'inizio abbiamo condiviso l'appello alla
responsabilità nazionale e comune per dare un governo al Paese, dentro di sé
non può accettare il fatto che all'emergenza politica, economica e
istituzionale nella quale già si dibatte l'Italia si aggiunga ora la variabile
giudiziaria. Una variabile impazzita.
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