L'effetto Fiorito sta
dilagando in tutte le regioni italiane. Una velleità di federalismo mal gestito
ha portato questi enti territoriali a diventare il centro della spesa pubblica
più fuori controllo dell'intero bilancio statale. Nel 2010, le regioni sono costate, ai contribuenti, ben 134 miliardi di
euro e, di questi, circa 110 sono serviti per finanziare la sanità. In
pratica, sono state create tante strutture sovradimensionate per gestire un
solo servizio, quello sanitario. Che questa frammentazione possa creare
efficienza, qualità degli investimenti e dei servizi prodotti è tutto da
dimostrare ed è forse la ragione per la quale paesi non federali come la
Francia e il Regno Unito non si sono mai avventurati nel delegare verso il
territorio la sanità. Un ben attrezzato Stato centrale sa e può fare molto
meglio di 20 regioni dove i dirigenti delle Asl sono al cappio dello spoils
system politico. Ora, per mettere una
toppa alla irrazionalità sanitaria e regionale del Belpaese, si pensa di rafforzare
i poteri di controllo della Corte dei conti. Su questo ultimo punto, il
premier Mario Monti farebbe bene a valutare il trade-off che ha di fronte e che
deve gestire: più controlli della Corte dei conti significano, nell'Italia
della deresponsabilizzazione dei dirigenti e dei funzionari pubblici, tempi
decisionali più lunghi, al limite quasi infiniti, per realizzare le condizioni
ottimali per eliminare qualsiasi ipotesi di responsabilità contabile o
amministrativa. La cultura della Corte
dei conti è quella della prevalenza della forma giuridica, sulla sostanza
economica e, per proteggersi dal rischio, la prassi già affermata è quella dell'atto
amministrativo che si perde nei meandri dei formalismi. Ma l'economia
italiana ha bisogno di sviluppo e crescita e quindi di una p.a. che decide, non
di una amministrazione che si autoassicura burocraticamente contro il «rischio
Corte dei conti». Come fare? Semplicemente mettendo tutto in rete, rendendo
pubblici sul web, quindi facilmente controllabili dai cittadini, tutti gli atti
di spesa della p.a. Si devono creare per
il controllo della spesa pubblica le stesse condizioni che permettono al
software libero, open source, di essere sviluppato in Rete: lasciare libera
l'iniziativa dei cittadini e la loro capacità di dar vita a class action.
Il controllo della spesa pubblica sarebbe più efficace, democratico ed anche
meno costoso, visto che il costo annuo per il funzionamento di Corte dei conti,
Consiglio di stato, Cnel, Csm e Consiglio giustizia amministrativa della
Regione Sicilia è pari a 529 milioni di euro. *Twitter@EdoNarduzzi
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